lunedì 13 ottobre 2025

Lago Santo Sky Race

 

Lago Santo Sky Race – La corsa del vento e delle fate

Si narra che, l’11 ottobre dell’anno duemilaventicinque, i sentieri sopra Sant’Anna Pelago, nel cuore antico dell’Appennino modenese, si siano destati al passo di uomini e donne alati.
Non erano cavalieri né pellegrini, ma corridori del cielo, anime leggere che hanno osato sfidare le salite più arcigne, le vette che da secoli parlano con il vento.

Diciannove chilometri di terra e respiro, milleduecento metri di dislivello, e il battito del cuore che si fonde con il canto dei ruscelli.
Il bosco, al loro passaggio, pareva sussurrare storie di antichi spiriti, di ninfe nascoste tra le faggete immense già accese d’oro e d’ambra dall’autunno.

Tra i mirtilli e le rocce, là dove il crinale si apre sul vuoto e lo sguardo si perde tra cielo e nuvole, Agata Grazioso ha lasciato le sue parole come un eco di meraviglia:

Le salite cattive dell’Appennino, il crinale mozzafiato tra i mirtilli, i boschi da fiaba, l’autunno che comincia a tingere di giallo le immense faggete, le cascate.

E fu come se la montagna stessa le avesse sussurrate.
Il vento raccolse quelle frasi e le portò lontano, fino alle cime più alte, dove il sole si posa lento prima di scivolare oltre il giorno.

Anche Emanuela Lambertini, al suo primo incontro con la magia della Sky Race, raccontò la sua favola di luce:

La mia prima Sky Race in compagnia delle amiche che assecondano le mie voglie matte. Un sole splendente ci ha accompagnate su un percorso molto faticoso ma di una bellezza mozzafiato.”

Così, passo dopo passo, risate dopo fatica, le donne del sentiero si sono fatte leggenda.
Il Lago Santo, immobile e profondo come un occhio di vetro antico, ha riflesso i loro volti, il loro coraggio, e forse, in silenzio, li ha benedetti.

Quando l’ultimo corridore ha toccato il traguardo e il bosco è tornato al suo respiro quieto, pare che un fremito di gioia abbia attraversato i rami, come se la montagna stessa sorridesse.
Perché ogni passo su quei crinali non è soltanto corsa: è rito, è favola viva.
E chi vi partecipa, anche solo una volta, diventa parte della leggenda che ogni autunno ritorna  là, dove il cielo incontra la terra e il cuore impara a volare.








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