mercoledì 28 gennaio 2015

RONDA GHIBELLINA: una super gara per PREGNOLATO


Dopo un distacco di 6 mesi dal mondo delle gare ho sentito che era arrivato il momento di riprendere ed entrare piano piano nell’ottica giusta alla luce dei progetti estivi.
Mi si è presentata dunque l’occasione di tornare in Toscana ed assaporare, oltre alla loro cucina ed accoglienza, anche i sali e scendi dei loro sentieri.
L’obiettivo si chiama Ronda Ghibellina ed è ormai diventata una classica di inizio stagione, infatti con i suoi 44km e 2200 m di dislivello positivi è un buon banco di prova sia per i più forti atleti italiani sia per i semplici appassionati come il sottoscritto.
Pur avendo un chilometraggio contenuto e dei ristori strategicamente posizionati, non è affatto una gara da sottovalutare per via della conformità del terreno sul quale si corre, del suolo umido e fangoso, ripidi strappi e nervose discese.
Mi addormento in tarda notte in un comodo letto di una bella stanza d’albergo finchè all’improvviso il frastuono delle due sveglie mi segnala che sono le 6, una levataccia che avrei volentieri evitato.
Mi copro e con calma scendo per la colazione, la stanza è piena di atleti, nazionale italiana compresa.
Non ho molta fame ma è meglio carburare e quindi mi siedo in un tavolo assieme a Fulvio Dapit e Stefano Ruzza, due fortissimi atleti di livello nazionale ed internazionale che ammiro molto.
Mi reco dunque in palestra e a 12 minuti prima della partenza prendo posto sotto al gonfiabile per adattarmi alle temperature esterne.
Non fa freddo anche se il cielo, al contrario delle previsioni,sembra riservare qualche sorpresa.
Sono le 8 e si parte!!
Dopo una sgambata su asfalto, finalmente si imboccano i sentieri ed iniziano le salite, dapprima larghe e dolci, poi ripide e strette.
Si creano dunque degli ingorghi e bisogna avere pazienza tanto saranno i km ed altri eventi a fare selezione. La prima parte della gara è sicuramente la più bella con passaggi suggestivi su nervosi sentieri che ti tengono li con la testa già da subito, infatti bisogna dosare le energie laddove si accentua la pendenza ed evitare di cadere in alcuni scivolosi passaggi per non spezzarsi qualcosa.
Finalmente si scollina ed uscendo dal bosco si possono ammirare i profili degli orizzonti toscani che seppur suggestivi, personalmente non sono minimamente comparabili per estetica e bellezza a quelli dolomitici.
La piacevole sorpresa che ci accompagnerà per svariati km è una neve ghiacciata che trasportata dal vento rimbalza ovunque come piccoli pallini disorientati in balia di una forza maggiore alla quale non possono opporsi.
Fortunatamente il mio antivento targato Salomon mi protegge anche questa volta ed arrivo al primo ristoro dove praticamente non mi fermo e riparto al seguito di una forte altleta italiana.
Questo settore è formato da un costante tratto di sali e scendi sempre in quota, anche se di quota non si può parlare perchè siamo sui colli.
Sono soddisfatto di come sto procedendo anche se consapevole che prima o poi una crisi arriverà per via del poco allenamento che precedentemente avevo effettuato.
Sembra tutto troppo bello e qui in una delle tante discese non vedo una deviazione e continuo per la mia strada finche mi segnalano urlando che dovevo girare, così oltre alla beffa il danno, una scossa al piede destro mi allerta che una leggera distorsione (credo ) provocata 10 giorni fa nell’ultimo allenamento sui colli Euganei, riemerge e mi impedirà di scendere velocemente lungo i sentieri costringendomi ad un rallentamento forzato.
Inizialmente spero che passi ma so benissimo che mi accompagnerà per il resto della gara.
Concludo questo settore arrivando al secondo ristoro assieme ad un simpatico e forte ragazzo che mi racconta delle sue gare.
Mi fermo per mangiare al volo due fettine di banana e due biscotti e riparto da solo per non rallentare l’altro ragazzo che gentilmente mi avrebbe aspettato.
Questo settore è caratterizzato da una salita principale costante e non troppo ripida che ci proietta al punto più alto dei colli per poi scendere un poco alla volta verso il 3° ristoro al quale arrivo abbastanza fresco sebbene lentino nei tratti in cui si dovrebbe scendere velocemente.
Qui mi alimento in modo analogo al precedente ristoro e riparto attraversando differenti scenari, spazi aperti, boschi, sentieri fangosi e piccoli borghi ovvero il 4 ristoro al quale arrivo abbastanza provato ed abbattuto perché  perdo posizioni e non posso più caricare bene il piede destro come vorrei e dunque so che alla lunga questa mal distribuzione di equilibri genera crampi ecc..
Inizia a fare caldino e questo settore è fortunatamente il meno tecnico in quanto caratterizzato da un tratto corribile, una salita principale ed una discesa che poi ti proietta in sugli ultimi km piani fino al traguardo.
Ormai non più competitivo punto a divertirmi e concludo dunque la gara assieme ad un signore che avevo conosciuto lo scorso anno proprio in Toscana.
Non so la posizione la tempistica (non tengo con me l’orologio nelle gare) e nemmeno me ne frega niente perché è comunque stata una bella esperienza che segna l’inizio della stagione 2015!
(Daniele Pregnolato)



13 Km
Assoluti: 1° Scaranari Andrea 1.18.46 (Podistica Mare di Roma)
2° Cetarini Tiziano 1.22.51 (Podistrica Il Campino)
3° Nistri Federico 1.25.25 (GP Riccardo Valenti)
Donne: 1° Lentini Francesca 1.34.51 (Asd Ronda Ghibellina, 10°), 2° Cioli Katia 1.52.09 (Uisp Chianciano, 24°)
3° Cappelli Nicoletta 1.55.27 (UP Policiano, 26°)
27 Km
Assoluti: 1° Marini Giuseppe 2.18.53 (Marathon Club Città di Castello)
2° Canetta Filippo 2.23.36 (Nazionale)
3° Dionigi Alberto 2.26.58 (A perdifiato)
Donne: 1° Carlini Alessandra 2.40.19 (Nazionale, 8°)
2° Borzani Lisa 2.49.27 (Nazionale, 12°)
3° Carli Cristina 2.51.26 (Libero, 14°)
Over 50: 1° Sadotti Gilberto 2.30.08 (Amatori Podistica Arezzo, 6°)
44 Km
Assoluti: 1° Ornati Giulio 3.52.32 (Nazionale)
2° Dapit Fulvio 3.55.46 (Nazionale)
3° Donnini Edimaro 4.07.09 (ASD Ronda Ghibellina)
Donne: 1° Boifava Federica 4.30.26 (Team Montura, 16°)
2° Bertasa Cinzia 4.50.49 (Nazionale, 31°)
3° Baykova Yulia 4.51.42 (Nazionale, 33°)
Under 30 1° Cheraz Davide 4.08.00 (Nazionale, 5°)
Over 50 1° Bollini Luca 4.29.45 (ASD Banda dei Malandrini, 15°)
Over 60 1° Pascarella Raffaele 6.18.54 (Podistica La Stanca)
Under 30 femminile 1° Polci Cecilia 5.43.15 (ASD Ronda Ghibellina, 91°) 
CLASSIFICA

RONDA GHIBELLINA km 44 D+2200
139° PREGNOLATO DANIELE6h49'20"9'18''/km
1° class. 5'21"
 44+22+2




martedì 27 gennaio 2015

LA CORRIFERRARA A SPASSO NEL TEMPO 16

16° PUNTATA – …... VERSO LA RACCHETTA

(Lapide sulla Torre dei Leuti, ora campanile chiesa di San Paolo)
 
Il Ferrara Marathon's Day, 15 marzo 2015, si sta avvicinando a grandi passi e come promesso la scorsa settimana, oggi il nostro viaggio avrà come meta il centro di Ferrara, quello che sarà il cuore pulsante del nostro evento.
L'immaginazione vola diretta verso quel giorno, o meglio, alla vigilia di quella domenica, quando un podista qualsiasi, un Alessandro qualunque, giunge a Ferrara da una grande città, per correre la nostra maratona, e dopo aver lasciato l'auto nel parcheggio “Kennedy”, si avvia verso la segreteria organizzativa, per ritirare il proprio pettorale e da qui all'albergo.
Il Villaggio Maratona questa volta è in un palazzo storico, tale “Palazzo della Racchetta”, e dalle indicazioni sulla brochure della gara, pare in pieno centro, vicino all'albergo del nostro amico.
Così, chiusa l'auto, borsone sulle spalle, indicazioni stradali e turistiche in mano, il nostro atleta si lascia alle spalle il parcheggio e si avvia.
Corso Porta Reno è la prima strada calpestata e all'arrivo del verde semaforico, eccolo entrare ufficialmente nel nostro centro storico, patrimonio dell'Unesco.
I primi metri hanno poco di storico........ora.............ma questi palazzi che costeggiano la prima parte del corso (quello che dalle mure arrivano all'incrocio con Via Carlo Mayr/Ripagrande), non sono altro che rifacimenti di antichi edifici presenti da secoli su questa strada.
 
Ad esempio, il palazzo alla sinistra del nostro amico, attuale Casa di Riposo comunale, che occupa una vasta area, compresa tra Porta Reno e Via Ripagrande, nel tempo ha subito enormi ristrutturazioni e solo il piccolo colonnato nei pressi dell'incrocio ricorda un passato glorioso.
Fin dal periodo Estense, questo non era altro che una grande locanda con camere, “l'albergo dell'ANGELO”.

(Ex Albergo dell'Angelo)
Dall'altra parte della strada invece, dove ora, tra le varie attività commerciali, vi è un supermercato di una nota catena estera, vi era la Dogana Pontificia (ed ecco perché questa era anche chiamata “Strada della gabella”); mentre nello stabile dove ora è ubicato uno dei panifici più rinomati di Ferrara, nell'angolo tra Corso Porta Reno e Via Ripagrande, vi era un Banco di Cambio monete, appartenente alla famiglia dei Da Riva.
L'ubicazione di questi edifici non nacque a caso...prima della costruzione di Porta Paola (puntata 15), questa strada dava sull'antica Porta di San Paolo, dove attraccavano i battelli con le merci che entravano in città (questo è anche il motivo per cui, l'attuale darsena cittadina, è denominata “Darsena di San Paolo”), quindi il forestiero che via fiume arrivava in città, trovava immediatamente un luogo dove rifocillarsi, cambiare le monete se proveniva da altro stato, mentre per il disbrigo delle pratiche burocratiche vi era immediatamente la dogana.
(Vecchia sede della dogana pontificia)
 
Tornando al colonnato, al suo interno, è posta, anche se poco visibile, una lapide
a ricordo di un evento di cronaca nera avvenuto nel 1539 e mai risolto. Siamo nel 1539 quando un illustre ospite dell'albergo, venne trovato morto nella sua stanza, come riportato sulla lapide, stiamo parlando di Giannantonio Lodesani (anche se per alcuni, il suo vero nome era Giovanni Antonio de Sacchis), più noto come Licinio da Pordenone.
Il Pordenone venne chiamato alla corte Estense da Ercole II Este per una serie di opere, ma proprio durante il suo soggiorno, la sua vita ebbe termine. Non vennero mai scoperti né i mandanti dell'omicidio né gli esecutori materiali, anche se probabilmente la causa era da ricercare nelle lotte e gelosie interne alla corte ducale.

 
Ma torniamo al nostro maratoneta.
Le indicazioni in suo possesso dicono di attraversare Via Carlo Mayr e proseguire sempre dritto per Corso Porta Reno.....
Questa via ha un aspetto curioso, da ampia e spaziosa, si restringe per poi aprirsi nuovamente all'altezza di Via Ragno.
(Restringimento di Corso Porta Reno)
Quello che oggi rappresenta un suo restringimento (siamo all'altezza di Via delle Volte) è invece la larghezza originaria di questa strada fino agli anni 1935-1948, quando fu deciso l'allargamento della
 
strada con lo sfondamento di tutta l'area retrostante il vecchio palazzo della Ragione (l'attuale palazzo del McDonald's).
Entrando nel secondo tratto di Porta Reno, ecco lo sguardo del nostro amico rivolgersi alla destra su una strada dall'aspetto antico, è Via delle Volte, una delle strade più antiche di Ferrara, caratterizzata dai cavalcavia o volti che vennero costruiti in origine per mettere in comunicazione le abitazioni vecchie (quelle sull'attuale Via Carlo Mayr) e quelle più nuove.
Sulla sinistra invece, si staglia un imponente campanile, è l'antichissima Torre della Vita, già proprietà della famiglia dei Leuci o Leuti, poi adibita a campanile per la chiesa di San Paolo.
(Torre dei Leuti)
Questa è l'ultima delle 32 torri che nel XIII secolo esistevano a Ferrara, alta circa 30 metri e con muri dallo spessore di circa 1,45 metri, era di proprietà dell'antichissima famiglia dei Leuti, ma, quando questi caddero in disgrazia, alcuni dei loro immobili, torre compresa, andarono agli Estensi.
Il Marchese Niccolò II (lo stesso che commissionò il Castello Estense), alla metà del 1300, decise di donarla alla comunità dei monaci della chiesa di San Paolo per farne il loro campanile.
Lasciando la torre, la concentrazione del nostro amico è rivolta alla ricerca di questa strana via, Vaspergolo, sede della segreteria organizzativa, ma prima, una puntata davanti alla chiesa di S.Paolo è di rigore.
La chiesa, con l'annesso complesso conventuale, una delle più antiche del centro cittadino, esisteva già nel decimo secolo; prima fu affidata ai carmelitani conventuali (dal 1285) poi, per ordine del vescovo Francesco dal Legname, agli Osservanti Carmelitani.

(Chiesa di San Paolo decenni fa)
L'attività monacale si interruppe quando, l'ormai triste e famoso terremoto del 1570, causò danni irreparabili al complesso religioso.
Nel 1575, Alfonso II d'Este, posò la prima pietra per la ricostruzione, i cui lavori vennero affidati all'Architetto Alberto Schiatti, e nel 1611 venne nuovamente riconsacrata.
Nel 1797, con l'arrivo delle truppe napoleoniche, i monaci vennero trasferiti alla certosa, ed il convento venne adattato a carcere, che rimase in funzione fino al 1912, quando cominciarono i lavori per quello di via Piangipane.

 
La seconda guerra mondiale lasciò segni pesanti sul monastero, mentre la chiesa continuò a rimanere aperta al culto.
Dopo il conflitto mondiale, cominciarono i lavori di restauro, che portarono ad adattare i locali del convento ad uffici comunali ed i chiostri a sedi espositive.
La chiesa di San Paolo è un piccolo museo, al suo interno vi sono opere dello Scarsellino e di Sebastiano Filippi (meglio noto come, il “Bastianino”), ed è un vero peccato (per non dir di più!!!) che da anni questo scrigno di tesori sia completamente chiuso al pubblico.


(San Paolo oggi)

(uno dei chiostri utilizzati oggi come locale espositivo)
 
Una piccola curiosità all'interno dell'edificio, è la presenza di una tomba che forse mai penseremmo esistere.
Nel 1697, cade in una imboscata al rientro verso Bologna, Giovanni Francesco Grossi.
4 loschi figuri, assoldati dai fratelli Marsili (Giorgio ed Alessandro) di Bologna, fermano la carrozza sulla quale viaggia il Grossi, lo fanno scendere ed a colpi di archibugio, gli fracassano il cranio.
Il corpo, una volta raccolto, venne tumulato proprio all'interno di San Paolo.
Giovanni Francesco Grossi, meglio conosciuto come “Siface”, fu uno dei più noti castrati italiani del XVII secolo.
Il soprannome di Siface gli derivò da una perfetta interpretazione del ruolo di “Siface”, nel melodramma “Scipione l'Africano”.
Nato a Chiesina Uzzanese (PT) il 12 febbraio 1653, venne castrato da bambino per diventare un soprano e divenne un vero e proprio divo della sua epoca.
Ma come molti divi, la notorietà lo portò ad avere anche atteggiamenti non proprio consoni all'etichetta e all'autorità.
Fra le sue bizzarrie, sebbene castrato, riuscì ad intrattenere una relazione con una nobildonna, Maria Maddalena Marsili, sorella dei sopra citati Giorgio ed Alessandro, i quali ritenendo molto disdicevole questo rapporto, arrivarono ad ordinarne l'omicidio.



 
…......
Ciao San Paolo, ora vado a cercare questa Via Vaspergolo....


Alessando Polesinanti


GRAN CANARIA Medio Maraton: prima tappa del "Farde European Tour 2015"


L'ennesima tappa del "Farde European Tour", la prima del 2015, va in scena in questi giorni nell'arcipelago delle isole Canarie dove il nostro Alessandro Fardella aveva in programma un appuntamento di prestigio: infatti domenica scorsa ha preso parte alla "Gran Canaria Medio Maraton", ovvero la mezza maratona dell'isola principale presso Las Palmas.
In questa edizione sono stati oltre 6 mila i partecipanti alle varie gare in programma fra la maratona, la mezza e la 10 km.
754 gli arrivati nella gara regina, ben 2572 sono stati gli arrivati nella 21 km e 2825 nella 10 km.
Fra questi tanti italiani e c'era pure il nostro "Farde" che nella mezza maratona si è piazzato al 432° posto (414° maschile, 105° cat. MM40) con il tempo di 1h35'41".
(Paolo Callegari)


GRAN CANARIA km 21,097
432°
 FARDELLA ALESSANDRO
1h35'41''
4'32"/km
21+14






WOMEN IN RUN Ferrara (...e anche Bologna)




FERRARA - Sabato mattina, un sole abbastanza timido.


Solito freddo, ma non troppo!

Sono le 9.00 e il ritrovo, per i runners della città di Ferrara, è davanti a Parco Massari, ottima cornice per lo “Start” della prima “Women in Run”.  Un evento nato dal web con cui la "comunità runner" ha voluto dimostrare solidarietà a una ragazza aggredita in zona Navigli, a Milano, mentre faceva jogging. Un evento sportivo autogestito, un flash mob, tenutosi  in contemporanea nazionale in tutti i capoluoghi d’Italia. A Ferrara i runners di ‘Women in Run’ hanno fatto da apripista alle donne scese in strada per dire ‘no’ alla violenza. Ad accomunare i partecipanti, oltre allo spirito e all’ideale, c’era il colore dell’abbigliamento: rosso o fucsia. Colore simbolo in tutta Italia di “Women in Run”.

Niente podismo in questo caso, ma un semplice evento ludico sportivo, un’occasione d’incontro fra donne per allenarsi, conoscersi e correre insieme, in contemporanea, in tutta Italia.


Un flash mob gratuito, senza quota d’iscrizione, né punti di ristoro: un evento che ha permesso a tutti i partecipanti (di ogni età) di correre e camminare al proprio passo, secondo il grado di preparazione individuale.  Il percorso, per un totale di 5 Km (5.30 per la precisione), ha visto la partenza in contemporanea di due gruppi paralleli (quello delle runners e delle walkers) da Parco Massari, si è così diramato lungo Corso Ercole d’Este e da lì, quindi, sulle mura della nostra città. Giunti all’incrocio con Corso Porta Mare, dove termina il tratto principale delle Mura, si è scelto di proseguire attraverso il Sottomura, per poi ritornare su Corso Ercole d’Este e concludere il giro da dove era iniziato, ovvero Parco Massari Per la Corriferrara, presenti, allo start: Giulia Bellini, Marika Cazzola, Alessandra Ferrari, Caterina Franceschini, Laura Genuardi, Barbara Marchi, Mariasole Veronesi, Paolo Matteucci, Enrica Basile e Barbara Talmelli.

Grazie ad Ilaria Corli per le foto.

(Laura Genuardi)







I nostri Romano Gagliardi e Monia Borghi hanno invece partecipato all'analoga manifestazione che si è tenuta a Bologna presso i Giardini Margherita, per loro la distanza da percorrere è stata di 6 km.










lunedì 26 gennaio 2015

GP RUN MUGELLO: GIANANTONI C'E'!!!


La descrizione di una gara podistica sviluppata completamente dentro uno dei circuiti più famosi e belli del motomondiale, per un appassionato di moto come me, non può non comprendere dei parallelismi con gli eventi motoristici che si sono verificati lì negli ultimi anni, quindi, chiedo subito venia a chi non segue il mondo del motorsport. Dovete sapere che il Mugello è il circuito dove la Ducati (Gloriosa marca Bolognese!!!!) prova le sue Motogp ed Sbk, tuttavia, per una "sfiga" o per l'altra, quest'ultima non è mai riuscita ad ottenere niente di che, se non qualche podio. E'un circuito stregato per lei. E' invece da sempre il circuito di Valentino Rossi. Il n.46 infatti qui ha sempre fatto bene se non per qualche caduta e per (hai lui!) quella volta che in prova si ruppe una gamba. Incurante di queste cose, se non lo avete capito sono ducatista sfegatato (il mio cane si chiama "Casey" (Stoner) mica "Vale" (Rossi)....), mi presento al ritiro pettorali carico come una molla e qui ho la prima sorpresa della giornata: su più di settecento partecipanti competitivi il numero di gara che mi hanno assegnato è Il 46! Non è possibile, penso, perchè Zamagni che si è iscritto prima di me ha il 47! 
E' un segno del destino: o faccio una gara da panico (come fa spesso il Vr46....) o capitolo (come spesso fa la Ducati....). Alle 11 è il momento del pronti via, tra l'altro spettacolare perchè dato con il semaforo prima rosso e poi verde e qui penso alla frase celebre di Guido Meda: "Allo spegnimento del semaforo: scatenate l'inferno!". Parto con un buon ritmo creando subito un buon distacco tra me e gli altri due "alfieri" della Corriferrara che mi hanno seguito in questa gara (Simone Furini e Mattia Zamagni) d’altronde penso, "se non gli dò la paga oggi che sono poco allenati e mezzi infortunati, non gliela dò più!". Purtroppo, a metà del quarto km, capisco che qualcosa non va: il polpaccio destro è ancora affaticato dalle ripetute di giovedì (maledetto Bonaiuto....). Poca miseria! La maledizione sui ducatisti del Mugello colpisce anche me!! Ma non ho il pettorale con il numero di Valentino Rossi???? A questo punto per non fare la figura del "Fesso" con gli altri due, incomincio a provare a tenere il ritmo correndo più storto che mai e spingendo solo con la gamba sinistra, ma a quanto pare la coppia dietro di me se ne accorge e, sebbene con la lingua lunga, si posiziona a 5m da me per tutto il secondo giro con l'intenzione di fregarmi sul traguardo. Alla "Bucine" (l'ultima curva, per chi non lo sa) avviene il sorpasso, Zamagni mi irride toccandomi una spalla e sorpassandomi al doppio della mia velocità!! a questo punto penso alla frase che diceva sempre Reggiani: "Troppo presto! Il traguardo al Mugello è lontano!". Fatto sta che preso da un impeto d'orgoglio faccio gli ultimi 600 m a 3.30 al km e stacco la coppia Zamagni-Furini di 15 secondi. "Tutti in piedi sul divano!!!", nonostante una gara soffertissima per questa volta ce l'ho fatta ad arrivare davanti a quei due diavoli, anche se dentro di me penso che sia una delle ultime volte (Zamagni ormai è pienamente recuperato e Furini lo batto solo in montagna). 
Bella esperienza comunque, la consiglio a tutti voi perchè, sebbene le docce fossero un po’ freddine, l'organizzazione e il contesto è al top.
(Marco Gianantoni)

CLASSIFICA


MUGELLO km 10,490
205° GIANANTONI MARCO46'53''4'28''10+11
211° ZAMAGNI MATTIA47'08''4'29''10+11
216° FURINI SIMONE47'10''4'29''10+11




38a CLASSICA DELLA MADONNINA: OTTIMI TEMPI PER I NOSTRI

In quel di Modena, domenica 25 gennaio si è corsa la 38a Classica della Madonnina, e se non era partita sotto i migliori auspici, al momento di uscire di casa la pioggia era una minaccia mooolto incombente, poi il sole è arrivato su tutti i fronti.
La gara, partita in perfetto orario alle ore 9.30, si è svolta sulla distanza ufficiale di 11 km, anche se in realtà alla fine mancavano circa 200mt (di contorno poi, anche distanze di 8 e 14 km non competitivi), e si è snodata su un percorso molto divertente, che tra cavalcavia, curve continue e qualche rettileneo, non ha fatto di certo annoiare i podisti...... dimenticavo, quasi al raggiungimento del nono km, dopo una curva, è arrivata pure una bella sferzata di vento contrario.
Venendo ai risultati ufficiali della nostra squadra, il primo dei nostri si è confermato il nostro capitano Nino Sarno, 4° di categoria, poi il nostro presidente e via via tutti gli altri.
Nella generale invece, il podio è stato un completo dominio africano, e per far capire il livello tecnico della gara, basta dire che Massimo Tocchio non è riuscito ad entrare nei primi dieci posti della classifica.
Alla fine tra i competitivi ben 458 podisti hanno concluso la gara, e contando anche i non competitivi, la gara ha mosso circa un migliaio di persone.
L'unica nota forse negativa, ma di cui non possiamo incolpare nessuno, è stato il paesaggio.
Se il prossimo anno qualcuno ha intenzione di venire a correre questa gara, non pensi di vedere da vicino la Ghirlandina, il Museo Ferrari, l'Accademia Militare o il Duomo di Modena.... niente di tutto questo, ma solo capannoni, piccoli capannoni, grandi capannoni, campagna, campagna e......nient'altro!
Comunque alla fine è stata una bella mattinata di sport, sia dal punto di vista tecnico (molti di noi hanno ottenuto risultati non immaginabili alla partenza), che umano, dato che queste gare ci danno la possibilità di conoscere dei nostri compagni di squadra che provengono da altre province, questa volta è stato il caso di Andrea Masetti.

Alessandro Polesinanti     


CLASSIFICA TDS

MODENA MADONNINA km 10,850
52° - 4°SARNO ANIELLO39'46''3'40''10+20
106°CORA' MASSIMO42'29''3'55''10+17
139°CANELLA DAVIDE43'48''4'02''10+16
208°NEGRI UGO45'55"4'14''10+14
267°SIMONE GIOVANNI48'10''4'26''10+11
276°IZZO VITTORIO48'31''4'28"10+11
312°MASETTI ANDREA49'39''4'34"10+10
326°BALBONI ROBERTO50'01"4'36''10+9
371°BORGHI MONIA52'33''4'50"10+12
378°POLESINANTI ALESSANDRO53'18"4'54"10+6
385°
SPISANI LUDOVICA
53'49"
4'57''
10+11
410°
LEONARDI ANGELA
56'24"
5'12''
10+8
437°
452°
TALMELLI BARBARA
GAGLIARDI ROMANO
1h00'28'
1h05'02"'
5'34"
5'59"
10+4
10