giovedì 21 maggio 2015

A CORRIFERRARA A SPASSO NEL TEMPO 28

28° PUNTATA – UN GIORNO..... UNA STRADA

Il viaggio per la gloriosa Via Savonarola è terminato con un doveroso omaggio, ad uno dei figli più  grandi di Ferrara, Giovanni Boldini ed oggi, la mia fidata Bianchi, vuole varcare nuovamente il Ponte di San Giorgio per ammirare altra strada di nobili origini, anche se, sfortunatamente, le manie futuristiche del XX secolo, l’hanno ridotta “quasi” ad una delle tante vie della città, sto parlando di Via XX Settembre.
Come ormai d’abitudine, prima di inforcare il “cavallo d’acciaio”, è giusto leggere alcune righe del nostro “amico” Melchiorri, sull’origine del nome della via.

Venne denominata “XX Settembre”, per ricordare l’evento che accadde quel giorno, nell’anno 1870, e cioè la caduta di Roma Pontificia con la famosa Breccia di Porta Pia e la successiva annessione della città al Regno d’Italia.
In origine però, la strada era denominata “Via della Ghiara”, a ricordo della ghiaia deposta dal fiume, perché questo viale fu costruito esattamente dove era l’antico alveo del fiume Po di Primaro.
La costruzione terminò nel 1401, quando il marchese Nicolò III d’Este la fece livellare ed ai lati, fece piantare colonnette in legno (più tardi sostituite da colonne in marmo), eliminate appunto agli inizi del XX secolo.

Ora si, possiamo finalmente partire.

Valicato il Po di Volano e presa Porta Romana, con poche pedalate arrivo all’incrocio con la nostra via.
Una piccola fermata è di rigore per ammirare la Prospettiva della Ghiara, costruzione simile a quella posta all’inizio di Corso Giovecca (anche se quest’ultima ben più imponente).
Commissionata all’Ing. Gaetano Genta nel 1786 dal Giudice dei Savi, Stefano Graziadei, prese il posto di un grande portone (che le cronache dell’epoca ricordano magnifico) utilizzato come ingresso alla Montagna (il Montagnone).

Prospettiva della Ghiara
Salutata la Prospettiva, poche pedalate sono sufficienti per farci arrivare davanti alla casa dell’architetto N° 1 di casa Este, vale a dire Biagio Rossetti. 

 
Casa di Biagio Rossetti
 
Una abitazione piuttosto anonima di mattoni rossi al civico 152; oggi di proprietà dell’amministrazione pubblica, e che certamente non si direbbe mai essere appartenuta al più grande degli architetti del nostro rinascimento.
Sulla facciata campeggia una lapide a ricordo, fortunatamente questa ancora in ottimo stato (non come le prossime che andremo a vedere), perché senza di essa, passerebbe inosservata.
Negli anni ha subito varie destinazioni (oggi è sede di uffici), ed alcuni anni fa fu anche la prima sede del Museo dedicato al nostro concittadino, il regista Michelangelo Antonioni. 

 
Lapide al centro dell'abitazione

 
Qualche centinaio di metri ed ecco la prima delle due chiese presenti in questa strada, sto parlando di quella intitolata a Sant'Apollonia.

Chiesa di Sant'Apollonia
Da anni immemorabili, questo luogo di culto è chiuso al pubblico ed è un vero peccato perché stiamo parlando di una delle rarissime a forma ottagonale.
Venne costruita dalla confraternita della Buona Morte o dei Battuti Neri, per essere rifatta nel 1612 ed ingrandita con le attuali forme nel 1662 ad opera dell'Ing. Mazzarelli, che fu colui che fece anche apporre il bellissimo portale in marmo bianco (ora un po'....tanto!.... ingrigito).
All'interno sono custodite le spoglie di un santo, San Buonmercato di Ferrara, un chierico vissuto in città nella seconda metà del 1300 e morto il 19 giugno del 1378.

Anche se la chiesa è chiusa da anni, mantiene comunque un aspetto (l'interno chissà) ancora buono, mentre la casa con cui confina, presenta tutti i segni dell'abbandono più completo, ed anche la lapide, posta nel centro della facciata, è quasi illeggibile.
Casa natale del pittore Previati
Quel che resta della lapide sulla casa del Previati

Peccato.... questa è la casa natale di Gaetano Previati, pittore, ma anche illustratore e grafico.
Nato a Ferrara nel 1852, fu una delle grandi firme pittoriche a cavallo tra la l'8 ed il 900; dopo i primi studi a Ferrara, poi Firenze e Milano, per vivere gli ultimi anni in Liguria, dove morì a Lavagna nel 1920.
Nel 1896 si cimentò, fra le altre cose, nell'illustrazione dei Promessi Sposi per la nuova edizione Hoepli del grande classico italiano.

Ora, con un paio di veloci pedalate voglio arrivare davanti all'altro luogo di culto di questa bella strada, (uno dei pochissimi in città che non ha subito danni dal sisma del 2012), sto parlando della chiesa intitolata a Santa Francesca Romana.

Chiesa di Santa Francesca Romana
Ubicata agli inizi della via, a pochi metri dall'incrocio con le vie Quartieri, Porta San Pietro e Ghiara, venne costruita nei pressi di un antico oratorio costruito dai Monaci Olivetani di San Giorgio ed intitolato a San Giorgino (siamo nel 1569).
Nel 1591 l'oratorio venne trasformato in una piccola chiesa a cui venne unito un piccolo convento.
A partire dal 1619 inizia la costruzione della chiesa per terminare nel 1622 con l'intitolazione a Santa Francesca Romana.
Negli anni a seguire sono vari gli interventi che la costruzione subisce, per arrivare nella seconda metà del 1800 dove assume quelle che sono le sembianze attuali.
Un intervento importante si ha nel 1929 quando il refettorio viene trasformato in teatro prima e cinema dopo, mentre l'antico convento in palestra (tutt'ora presente).
All'interno è custodita l'unica tela di Ludovico Carracci presente in Ferrara.

Da Santa Francesca Romana …........ alla prossima.


Alessandro Polesinanti