Oggi,
accompagneremo il nostro amico maratoneta a visitare un museo
cittadino.
A
Ferrara sono tanti quelli presenti, anche se alcuni oggi ancora
mestamente chiusi a causa del terremoto del 2012, ma tra i tanti,
probabilmente uno dei meno reclamizzati, ma nello stesso tempo tra i
più originali, è sicuramente quello della Cattedrale.
La
sua casa dall'anno 2000, dopo tanti anni al piano superiore del duomo
di Ferrara, è in un complesso millenario, nell'antichissima Chiesa
di San Romano, all’angolo tra l’omonima Via e Piazza Trento
Trieste.
Chiesa di San Romano |
Per
un ferrarese, passeggiare in centro e sedersi sul muretto, che
costeggia questo edificio, per far due chiacchiere, per leggere il
giornale o, più probabilmente oggi, per essere più comodi per
messaggiare al cellulare, è quasi la normalità, e non si fa più
caso a quanto ci è alle spalle, ma il complesso di San Romano (la
chiesa ed il chiostro) è in realtà una delle costruzioni più
antiche della nostra Piazza.
Già
esistente prima dell’anno 990, quando Ferrara era ancora sotto
l’influenza dei Canossa, questa chiesa ha vissuto nel corso dei
secoli mille peripezie.
Nata
come casa dei monaci benedettini, attorno al 1230 viene presa sotto
l’ala protettrice degli Estensi che, siamo nel 1287, ne decidono
una completa ristrutturazione e questa sarà la prima di tante altre.
Le
successive si ebbero negli anni 1407, 1487 (quando vennero poste
quelle decorazioni esterne alla chiesa tutt’ora presenti), a fine
‘500, nel1619 fu ampliata e l’ultima ristrutturazione importante
si ebbe nell’anno 1754.
Poi
arriva il periodo nero delle chiese ferraresi, quando Napoleone
decide di fare un salto anche a Ferrara e tra le varie novità che
porta, vi è la chiusura della maggior parte dei luoghi di culto
della città, e fra questi anche la nostra chiesa (1796).
Il
comune ne diventa proprietario nel 1808, ma se ne disfa qualche anno
più tardi, vendendola a dei privati (nel 1811), ed i fasti
rinascimentali diventano sempre più un lontano ricordo...l'intero
complesso, da questo momento, sarà deposito per materiali da
ferramenta..........dalle reliquie di San Romano (che erano contenute
nell'altare, e verranno traslate nella cattedrale, dove tutt'ora
dimorano) al ferro, vetro e terraglie della ditta Brondi (i primi
privati)......
Ma
il suo destino non sarà curioso solo la destinazione che ne fanno i
nuovi proprietari (resterà deposito fino al termine del secondo
conflitto mondiale), ma si farà completo con la costruzione di
locali, di case, addossate alla chiesa stessa, quasi da coprirla
completamente.
Dalla metà degli anni '50, comincia il lento
graduale recupero di tutto il complesso per arrivare al 2000, quando
finalmente gli viene dato una destinazione consona.
Dopo avere ripercorso brevemente la storia della
chiesa, non ci resta che visitare il museo.
All'inizio è di rigore un giro per il chiostro,
davvero recuperato splendidamente e pensare che sotto circa 1,5 mt,
vi è ancora la pavimentazione originaria........ poi con il
biglietto in mano, il percorso ha inizio.
Chiostro Chiesa di San Romano |
Il museo è suddiviso in tre sale; nelle prime due
si possono ammirare dei codici miniati, alcuni materiali lapidei,
quadri, paramenti sacri ed alcuni reliquiari, ma è la terza, che
corrisponde alla sala delle chiesa, che raccoglie gli oggetti maggior
pregio.
Vi sono davvero dei pezzi eccezionali, da alcuni
arazzi di grandi dimensioni, opere dell'artista fiammingo Jhoannes
Karcher, che rappresentano le storie dei due patroni di Ferrara, San
Giorgio e San Maurelio, alle due ante splendidamente decorate
dell'antico organo della cattedrale di San Giorgio, senza dimenticare
le formelle dei mesi, una serie di altorilievi rappresentanti le
varie attività agricole suddivise nei vari mesi dell'anno, che
vennero realizzate attorno al 1230, ed in origine poste quale motivo
ornamentale della Porta dei Mesi della cattedrale.
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(Uno degli arazzi di Karcher) |
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(Formella mese Giugno) |
(Al centro i segni dell'antica Porta dei Mesi) |
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(Ante organo della Cattedrale) |
La visita al museo del nostro atleta ormai è
terminata, ma è giusto chiudere queste poche righe menzionando, chi
fu il fautore di questo piccolo gioiello di storia ferrarese,
Giuseppe Agnelli.
Nato a Ferrara nel 1856, laureato in giurisprudenza,
ma da sempre amante della storia della propria città, l'Agnelli lega
il suo nome a due cose, alla Biblioteca Comunale Ariostea (la cui
sala delle conferenze è a lui intitolata), dove ne fu il direttore
per 42 anni consecutivi, dal 1892 al 1934, quando, all'età di 78
anni lasciò l'incarico, dopo averla trasformata nel più grande
centro di studi ferraresi, e per essere stato tra i fondatori (nel
1906) della “Ferrarie Decus”, storica associazione ferrarese,
tutt'ora attivissima per la tutela e salvaguardia del patrimonio
storico della città.
E' nel 1929, il 27 ottobre, quando, con l'aiuto di
alcuni finanziatori italiani e stranieri, l'Agnelli riesce a dar vita
a questa nuova creatura, con lo scopo di documentare la storia del
tempio sacro più importante della città, raccogliendo sia opere
provenienti direttamente dal duomo che opere di proprietà comunale.
Con un metaforico saluto e ringraziamento al nostro
Giuseppe Agnelli, anche per oggi abbiamo finito.
Alessandro Polesinanti