martedì 30 settembre 2025

Loch Ness Marathon e River Ness, Fardella e Brombin in Scozia


La leggenda della corsa tra i venti di Inverness

Si narra che nelle terre del Nord, là dove le colline abbracciano il cielo e il fiume Ness scorre come un canto antico, ogni anno guerrieri e viandanti si radunino per sfidare il tempo e se stessi. È la Loch Ness Marathon, una corsa che non è solo gara, ma rito: un tracciato di 42,195 chilometri che si snoda tra boschi, brughiere e il mistero di un lago che da secoli custodisce segreti e leggende.

Quest’anno, tra i prescelti, vi fu un viaggiatore italiano dal passo saldo e lo sguardo deciso: Alessandro Fardella. Il vento del Nord non lo piegò, né le salite ,317 metri di dislivello che paiono scolpiti per mettere alla prova il cuore degli uomini, riuscirono a fermarlo. Alessandro percorse ogni chilometro come fosse un canto di sfida alle antiche divinità delle Highlands. E al termine, quando le cornamuse tacquero e restò solo il rumore dei suoi passi, fermò il tempo sul segno di 3 ore, 55 minuti. Un’impresa degna d’essere incisa nelle cronache delle genti del fiume Ness.

Ma le leggende non nascono mai sole. Accanto alla grande maratona vi è una sorella più breve, eppure rapida come le acque che danno il nome al suo percorso: la River Ness 10K. Qui, tra i sentieri che sfiorano il corso del fiume e i ponti che uniscono le rive, una donna dal cuore indomito prese il via: Cosetta Brombin. Anche lei sfidò il respiro delle colline, seppur più dolci, con un dislivello di 52 metri che parvero non scalfire la sua corsa. Quando il sole illuminò le torri di Inverness, Cosetta fermò il suo viaggio in 57 minuti e 31 secondi, donando al vento un tempo che resterà custodito tra i racconti della città.

E fu lei stessa a raccontare l’essenza della sua impresa con parole semplici e luminose, come scolpite dall’acqua:
10 km sulle rive del fiume Ness, disse Cosetta, come a voler racchiudere in quella frase il respiro, la fatica e la bellezza di una corsa che appartiene ormai alla leggenda.

Così, nelle cronache non scritte delle Highlands, i loro nomi si intrecciano con le corse dei secoli passati. 




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