Lubiana Trail 2025: la leggenda dei sentieri nella nebbia
Lubiana, 14 settembre 2025.
Nella capitale slovena, sospesa tra la quiete dei colli e l’eco delle mura antiche, si è corsa una gara che non è soltanto un trail, ma un rito iniziatico. Il Lubiana Trail, con la sua essenzialità spoglia e il suo fascino rude, ha accolto i corridori come fa la foresta: senza compromessi, senza concessioni, senza fronzoli.
Tra i protagonisti, anche Marco Gianantoni della Corriferrara, che al termine della sua avventura ha raccontato:
"Gara molto bella e dall'ottimo rapporto qualità prezzo. Lubiana è l'unica città d'Europa in cui puoi partire dal pieno centro e, dopo appena 500 m di asfalto, essere dentro un sentiero collinare. Certo l'organizzazione è molto "slava": nessun materiale obbligatorio, nessun controllo, pochissima gente sul percorso e pochi segnali/balise. Però forse è questo a renderla ancora più bella. Personalmente l'ho vissuta come un'avventura e mi sono divertito tantissimo."
E così è stato: avventura pura. Solitudine e incertezza, nebbia e sentieri che sembravano dissolversi nel nulla. In quella “terra di nessuno” in cui Gianantoni si è ritrovato, troppo veloce per gli ultimi, troppo lento per i primi, la gara ha assunto i tratti di un viaggio interiore.
"Un attimo sembravo primo, un attimo dopo ultimo, e a volte persino fuori strada. Mi sono trovato solo. Nella solita terra di nessuno di chi, come me, è troppo lento per stare con i primi ma è troppo veloce per gli ultimi. Un momento pensavo di essere ultimo, poi pensavo di essere primo, poi pensavo di essermi perso e di stare andando contromano. A condire il tutto ci ha poi pensato la nebbia presente sulle colline più alte. Comunque in un modo o nell'altro sono riuscito a tornare a casa, utilizzando tutti i metodi di orientamento che conoscendo ed arrivando perfino a pensare "finchè le macchine sono targate Lubiana...tutto bene".
Il Lubiana Trail non regala certezze, ma regala incontri.Ai bivi e ai trivi, dove le frecce mancavano e i dubbi si moltiplicavano, i concorrenti si fermavano, guardavano il bosco e cercavano insieme la via. Non importava la lingua, la bandiera, il passato: croati, serbi, sloveni, italiani, austriaci. In quei momenti, una balisa trovata era celebrata come una vittoria comune, un piccolo miracolo di fratellanza.
"Chiudo con una considerazione che ho fatto durante la corsa e che mi piacerebbe condividere. In questa gara i concorrenti si sono trovati in difficoltà per la scarsa tracciatura del percorso. Ogni tanto ci si trovava ad un bivio o addirittura ad un trivio fermi a cercare di capire dove andare. E quando si era in due o in tre, ci si aiutava indistintamente che la persona parlasse o meno la tua lingua e fosse croato, serbo, sloveno, italiano, austriaco...Queste nazioni nel passato per un motivo o per l'altro si sono fatte la guerra tra di loro. Durante la gara invece quando trovavamo una balisa festeggiavamo come se fossimo amici di vecchia data. Ultimamente si tende a dire: "non facciamo partecipare quella nazione agli eventi sportivi....è in guerra con quell'altra...". Secondo me invece niente unisce di più le persone di una passione comune da condividere assieme... State benone "
Così il Lubiana Trail rimane nella memoria come leggenda e parabola.
Non solo una corsa nei boschi, ma un richiamo antico: il passo dell’uomo che cerca la strada, il respiro che si confonde con la nebbia, il sorriso di chi, anche se venuto da popoli un tempo nemici, oggi corre accanto a te.
Perché nei sentieri che salgono dai vicoli di Lubiana alle sue colline misteriose, il trail non è soltanto sport. È vita, è avventura, è un ponte che unisce.
E come ogni leggenda slava, rimane sospesa tra il mito e la realtà, pronta a essere raccontata ancora.
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