Dolomitica Run 2025: il canto delle Dolomiti e il respiro degli uomini
Ci sono luoghi che sembrano scritti dalla mano di un poeta antico, e corse che non sono semplici competizioni, ma riti di passaggio. La Dolomitica Run 2025, andata in scena domenica 14 settembre tra Pinzolo e Tione, è stata questo: un intreccio di natura, amicizia e leggenda.
La partenza da Pinzolo aveva il sapore dell’alba sulle cime: i monti, maestosi e immobili come custodi millenari, osservavano in silenzio l’onda di corridori che si preparava al viaggio. L’aria frizzante della Val Rendena, limpida e pura, portava con sé profumo di prati umidi e il canto dei torrenti. Mucche al pascolo, cavalli liberi e ciclisti di passaggio sembravano presenze mitiche, comparse benevole in un cammino che, più che una gara, era un inno alla vita.
Tra i protagonisti, i colori della Corriferrara, con ben sette atleti al via, affiancati da amici e compagni di altre società: Quadrilatero, Salcus e Putinati. Due macchine, due equipaggi misti, un solo spirito: quello dello sport che unisce, annulla distanze e crea ponti. In questo mosaico di voci e passi, il ritrovarsi con Elisa e Lorenzo ha avuto il calore di un abbraccio atteso: Elisa, in splendida forma, ha onorato il percorso con una gara determinata e di grande spessore.
Il viaggio verso Tione è stato una processione laica di fatica e meraviglia: chilometri che scivolavano come pagine di leggenda, sorrisi scambiati tra sconosciuti, applausi improvvisati, il paesaggio che accarezzava l’anima a ogni curva.
Poi l’arrivo: la pista di atletica di Tione trasformata in un piccolo stadio epico. Urla, applausi, musica, energia pura. Ma la scena che resterà scolpita nella memoria collettiva non è stata quella del vincitore, bensì quella dell’ultima atleta, Chiara, accolta come un’eroina: tifo scrosciante, note musicali e persino lo spumante, stappato in suo onore. In quel momento la Dolomitica Run ha mostrato il suo cuore più vero: lo sport che non celebra solo i primi, ma chiunque trovi il coraggio di tagliare un traguardo.
Come in ogni epopea montana, anche il ritorno ha avuto i suoi custodi gentili: l’autista della navetta che ha riportato gli atleti a Pinzolo con un sorriso, cercando di avvicinarli il più possibile alle loro auto, gesto semplice eppure prezioso.
E poi, il banchetto. In un ristorante locale, attorno a un tavolo colmo di cibo genuino, tra bicchieri che tintinnavano
e risate che si intrecciavano, si è chiusa la giornata. Non un epilogo, ma l’inizio di nuovi racconti da tramandare.
La Dolomitica Run 2025 non è stata solo una mezza maratona. È stata un canto intonato dalle Dolomiti stesse, una corsa che ha fatto vibrare le corde dell’anima. Un viaggio che rimane, vivo e incancellabile, nei cuori di chi c’era.
O come l’ha detto Gigi Medas:
«Ci sono corse che si fanno con le gambe, e altre che si vivono con l’anima. La Dolomitica Run appartiene a entrambe.»
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