Etna Extreme 100 km – L’Odissea sul Vulcano
Nella notte
del 7 settembre 2025, quando Bronte taceva sotto la luce argentea della luna, 72
guerrieri hanno osato sfidare l’antico custode della Sicilia: l’Etna, il
gigante di fuoco che da millenni veglia e ruggisce.
La partenza,
a mezzanotte esatta, non era una semplice scelta tecnica: era un rito. Il cono
fumante brillava sotto la luna piena, le stelle vegliavano come dèi silenziosi,
e il buio si apriva davanti ai runner come un mare da attraversare. Non una
corsa, ma un’iniziazione.
Tra i prescelti,
per Corriferrara, avanzava Vittorio Cavallini, pellegrino del
passo e custode di silenzi. Nei primi chilometri, la solitudine era assoluta:
solo la sua frontale, lo zaino e il respiro della montagna. Poi, come in un
poema epico, gli incontri: compagni e rivali, alleanze temporanee, sorpassi e
rincorse, la danza infinita della corsa.
E all’alba,
il miracolo: da Zafferana Etnea, il sole sorgeva dal mare come un dio
nascente. La Calabria, sospesa nell’azzurro, la Sicilia distesa tra Catania e
Taormina, il fumo dell’Etna che da bianco si faceva rosa. Era un quadro dipinto
dal fuoco e dal cielo, un dono che appartiene solo a chi osa camminare sul
vulcano.
Un istante che non si dimentica, un’immagine che brucia nell’anima come lava
viva.
Al Rifugio
Sapienza, dopo 72 km di ascesa, il vulcano piegava il suo orgoglio e
concedeva la discesa. La prova più dura era vinta. La corsa, ormai, era destino
compiuto. Cavallini, senza accorgersene, tagliava il traguardo secondo di
categoria, figlio di una notte e di un’alba che resteranno leggenda.
Ecco il suo vivo racconto che lascia trasparire le emozioni nell’affrontare questa prova: "Fine settimana di sport in Sicilia, a Bronte per la 100 km dell'Etna: un anello di 100 km quasi interamente su asfalto attorno al vulcano. Non poteva andare meglio, per il calore dei volontari, per l'affetto degli altri runner, per la bellezza del percorso, per la passione dell'organizzazione. Partenza a mezzanotte in punto. Mi chiedevo perché a mezzanotte e non alle 18 o alle 20, quando oramai non è più caldo. Mi sono risposto da solo alla mattina quando, poco dopo le 6, ho visto l'alba da Zafferana Etnea: il sole spuntava dal mare e alla sua sinistra la costa calabrese.
Sotto di noi la costa siciliana tra Catania e Taormina. Il fumo del vulcano che da bianco diventa rosa ed il pensiero arriva a certi tramonti sulle dolomiti. Penso che tutti i runner, chi più avanti, chi più indietro, abbiano potuto godere quello spettacolo. Auguro di cuore a tutti di poter andare a Zafferana per vederlo. Non sono solito fare foto durante le corse ma questa volta non sono riuscito a non farne! Partiamo a mezzanotte in 72, tenendo sempre il vulcano alla nostra destra. La luna piena sopra al cono fumante e tantissime stelle. Dopo cinque km sono da solo, con la mia frontale, il mio zaino e le mie gambe! Al 10 km raggiungo 5 runners e li passo. Tre mi riprendono al 36, fino al 64 procediamo insieme ad elastico, poi al 66 uno prende il largo. Al km 72 siamo al rifugio Sapienza. La salita, e quindi la parte più dura, è finita: sono le 09:30 ora c'è la discesa. Al km 88 anche l'altro runner prende il largo. Alla fine arrivo secondo di categoria senza accorgermene!!!Corsa da rifare nel 2026!"
“Non poteva
andare meglio… una corsa da rifare nel 2026!” ha detto, ma le sue parole sono semplici solo in
apparenza: dietro di esse si cela il mistero di chi ha toccato l’infinito con i
propri passi.
L’Etna
Extreme non è una gara: è un canto epico, inciso sul magma e sulle stelle.
Chi l’ha corsa ha scritto una pagina di mito. Chi la correrà, un giorno,
sentirà sulla pelle lo stesso respiro del vulcano.
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