Il
viaggio per la gloriosa Via Savonarola è terminato con un doveroso
omaggio, ad uno dei figli più grandi di Ferrara, Giovanni
Boldini ed oggi, la mia fidata Bianchi, vuole varcare nuovamente il
Ponte di San Giorgio per ammirare altra strada di nobili origini,
anche se, sfortunatamente, le manie futuristiche del XX secolo,
l’hanno ridotta “quasi” ad una delle tante vie della città,
sto parlando di Via XX Settembre.
Come
ormai d’abitudine, prima di inforcare il “cavallo d’acciaio”,
è giusto leggere alcune righe del nostro “amico” Melchiorri,
sull’origine del nome della via.
Venne
denominata “XX Settembre”, per ricordare l’evento che accadde
quel giorno, nell’anno 1870, e cioè la caduta di Roma Pontificia
con la famosa Breccia di Porta Pia e la successiva annessione della
città al Regno d’Italia.
In
origine però, la strada era denominata “Via della Ghiara”, a
ricordo della ghiaia deposta dal fiume, perché questo viale fu
costruito esattamente dove era l’antico alveo del fiume Po di
Primaro.
La
costruzione terminò nel 1401, quando il marchese Nicolò III d’Este
la fece livellare ed ai lati, fece piantare colonnette in legno (più
tardi sostituite da colonne in marmo), eliminate appunto agli inizi
del XX secolo.
Ora
si, possiamo finalmente partire.
Valicato
il Po di Volano e presa Porta Romana, con poche pedalate arrivo
all’incrocio con la nostra via.
Una
piccola fermata è di rigore per ammirare la Prospettiva della
Ghiara, costruzione simile a quella posta all’inizio di Corso
Giovecca (anche se quest’ultima ben più imponente).
Commissionata
all’Ing. Gaetano Genta nel 1786 dal Giudice dei Savi, Stefano
Graziadei, prese il posto di un grande portone (che le cronache
dell’epoca ricordano magnifico) utilizzato come ingresso alla
Montagna (il Montagnone).
Prospettiva della Ghiara |
Salutata
la Prospettiva, poche pedalate sono sufficienti per farci arrivare
davanti alla casa dell’architetto N° 1 di casa Este, vale a dire
Biagio Rossetti.
Una
abitazione piuttosto anonima di mattoni rossi al civico 152; oggi di
proprietà dell’amministrazione pubblica, e che certamente non si
direbbe mai essere appartenuta al più grande degli architetti del
nostro rinascimento.
Sulla
facciata campeggia una lapide a ricordo, fortunatamente questa ancora
in ottimo stato (non come le prossime che andremo a vedere), perché
senza di essa, passerebbe inosservata.
Negli
anni ha subito varie destinazioni (oggi è sede di uffici), ed alcuni
anni fa fu anche la prima sede del Museo dedicato al nostro
concittadino, il regista Michelangelo Antonioni.
Qualche
centinaio di metri ed ecco la prima delle due chiese presenti in
questa strada, sto parlando di quella intitolata a Sant'Apollonia.
Chiesa di Sant'Apollonia |
Da
anni immemorabili, questo luogo di culto è chiuso al pubblico ed è
un vero peccato perché stiamo parlando di una delle rarissime a
forma ottagonale.
Venne
costruita dalla confraternita della Buona Morte o dei Battuti Neri,
per essere rifatta nel 1612 ed ingrandita con le attuali forme nel
1662 ad opera dell'Ing. Mazzarelli, che fu colui che fece anche
apporre il bellissimo portale in marmo bianco (ora un
po'....tanto!.... ingrigito).
All'interno
sono custodite le spoglie di un santo, San Buonmercato di Ferrara, un
chierico vissuto in città nella seconda metà del 1300 e morto il 19
giugno del 1378.
Anche
se la chiesa è chiusa da anni, mantiene comunque un aspetto
(l'interno chissà) ancora buono, mentre la casa con cui confina,
presenta tutti i segni dell'abbandono più completo, ed anche la
lapide, posta nel centro della facciata, è quasi illeggibile.
Casa natale del pittore Previati |
Quel che resta della lapide sulla casa del Previati |
Peccato....
questa è la casa natale di Gaetano Previati, pittore, ma anche
illustratore e grafico.
Nato
a Ferrara nel 1852, fu una delle grandi firme pittoriche a cavallo
tra la l'8 ed il 900; dopo i primi studi a Ferrara, poi Firenze e
Milano, per vivere gli ultimi anni in Liguria, dove morì a Lavagna
nel 1920.
Nel 1896 si
cimentò, fra le altre cose, nell'illustrazione dei Promessi Sposi
per la nuova edizione Hoepli del grande classico italiano.
Ora, con un
paio di veloci pedalate voglio arrivare davanti all'altro luogo di
culto di questa bella strada, (uno dei pochissimi in città che non
ha subito danni dal sisma del 2012), sto parlando della chiesa
intitolata a Santa Francesca Romana.
Chiesa di Santa Francesca Romana |
Ubicata agli
inizi della via, a pochi metri dall'incrocio con le vie Quartieri,
Porta San Pietro e Ghiara, venne costruita nei pressi di un antico
oratorio costruito dai Monaci Olivetani di San Giorgio ed intitolato
a San Giorgino (siamo nel 1569).
Nel 1591
l'oratorio venne trasformato in una piccola chiesa a cui venne unito
un piccolo convento.
A partire dal
1619 inizia la costruzione della chiesa per terminare nel 1622 con
l'intitolazione a Santa Francesca Romana.
Negli anni a
seguire sono vari gli interventi che la costruzione subisce, per
arrivare nella seconda metà del 1800 dove assume quelle che sono le
sembianze attuali.
Un intervento
importante si ha nel 1929 quando il refettorio viene trasformato in
teatro prima e cinema dopo, mentre l'antico convento in palestra
(tutt'ora presente).
All'interno è
custodita l'unica tela di Ludovico Carracci presente in Ferrara.
Da Santa
Francesca Romana …........ alla prossima.
Alessandro Polesinanti