martedì 28 ottobre 2014

LA CORRIFERRARA A SPASSO NEL TEMPO

3° PUNTATA – DAL DIAMANTE ALLA COLONNA

 
Dopo un Cardinelli alla grande per il Team Corriferrara, ritorniamo alla base.
Le leccornie che il nostro Presidente, Massimo Corà, ci offre nel suo scrigno del gusto, il Bar Diamante, al ritorno da ogni competizione sono notevoli, ma non vogliamo restare con le mani in mano e pure oggi lo abbandoniamo e volgiamo lo sguardo ad est, Piazza Ariostea è la nostra meta odierna.


Il suo primo nome fu “Piazza Nova”, per poi acquistare l’odierna denominazione solo quando venne posizionata la statua di Ludovico Ariosto sulla colonna centrale.
L’area su cui sorge la piazza, era in origine un antico casale, che fu acquistato da Ercole I d’Este nel 1497, quando, con l’Addizione Erculea, volle creare anche un "polmone verde" per il nuovo centro residenziale cittadino.
A testimoniare la vocazione residenziale della zona, attorno alla piazza, furono costruite alcune delle principali residenze nobiliari ferraresi, oltre ad un importante luogo di culto come la Chiesa delle Sacre Stimmate di San Francesco.


Ad ovest venne eretto Palazzo Strozzi-Bevilacqua poi Mazzucchi, mentre sul lato sud, Palazzo Ronchegalli-Rondinelli.
Palazzo Strozzi-Bevilacqua, più noto probabilmente come il palazzo “del Bar Ariosto” o della gelateria omonima, alcuni anni fa (tra il 2004 ed il 2006) fu anche set cinematografico di una serie TV ambientata a Ferrara, “Nebbie e delitti” con la partecipazione di Luca Barbareschi nella parte del Commissario Soneri (uno degli appartamenti al suo interno divenne, nella fiction, la sua abitazione); mentre, per quanto riguarda lo storico Palazzo Rondinelli è stato per decenni sede dell’Istituto religioso “San Vincenzo”.

La Chiesa delle Sacre Stimmate è sfortunatamente ormai chiusa da decenni ed è una grossa perdita anche dal punto di vista turistico, visto che al suo interno possiede opere del Bononi (il più grande pittore del 600 ferrarese), del Guercino e del Bambini.
 
Certamente ciò che caratterizza la piazza, è comunque l’imponente colonna in marmo bianco, che si erge nel suo punto centrale.
 
La sua storia è molto curiosa. Nei primi anni del ‘500, Ercole I commissionò due colonne identiche, e viste le loro dimensioni, il trasporto deciso fu quello via mare, ma il battello, durante il viaggio, nel passaggio sulle acque del Po ne perse una.
Al suo arrivo a Ferrara, l’unica rimasta, venne posata sul prato e, in questa posizione, vi rimase fino al 1675 quando, lo Stato Pontificio, decise di alzarla e di posare sul suo punto estremo, la statua bronzea di Papa Alessandro VII Ghigi, che era stata eretta nel ‘600 nella piazza della Cattedrale estense. Successivamente, all’arrivo dei francesi a Ferrara, visti i rapporti non proprio idilliaci con la chiesa, decisero, nel 1796, di abbatterla per sostituirla con un gesso rappresentante la libertà, ma che ebbe pure lui vita breve, fu distrutto nel 1799.
La colonna rimase spoglia fino al 30 maggio 1810, quando vi fu posta la statua di Napoleone I; ma nemmeno lui riuscì a far propria la colonna per troppo tempo, infatti gli austriaci, arrivati a Ferrara nel primo 800, nel 1814 eliminarono il Napoleone per lasciarla completamente spoglia.
Solamente il 25 novembre del 1837 la colonna trovò pace, finalmente venne posta sulla sua sommità la statua di Ludovico Ariosto (opera dei fratelli Francesco e Mansueto Vidoni) e conseguentemente venne cambiato anche il nome alla piazza.
L’ultimo cambiamento radicale che ebbe questo nostro amato luogo, fu nei primi anni 30 del ‘900, quando il Partito Fascista, con in testa Italo Balbo, decisero di scavare l’anello centrale per poter disputare meglio le corse del Palio di Ferrara, che il partito aveva nel frattempo ripreso.
Ancora oggi, Piazza Ariostea, l’ultima domenica di maggio è sede del Palio di Ferrara, le cui prime tracce risalgono al 1279.
Oltre che per il Palio e per le quantità industriali di gelato che i ferraresi vengo a degustare durante tutto l’anno ai bordi dell’anello, Piazza Ariostea è diventata famosa a Ferrara anche per una disciplina sportiva che, negli ultimi anni ha perso un po’ di smalto, ma che a partire dai primi anni 20 per raggiungere il culmine tra la metà degli anni 50 e la fine degli anni 80 ne fu la culla sportiva, il Pattinaggio a Rotelle.
In qualsiasi giorno ed a qualsiasi ora, transitando nei pressi dell’anello ariostesco, era normale vedere persone di tutte le età, che si rincorrevano per giri e giri, per gare interminabili, e la Ferrara sportiva fu anche in grado di esprimere un Campione del Mondo come Giorgio Burani (1961 a Gujan Metras in Francia sui 1000mt su strada) ed un altro ferrarese, Valeriano Pellizzari, nel 1956, stabilì il primato mondiale coprendo in un'ora la distanza di 33,379 km.
A questo punto è d’obbligo menzionare un altro paio di atleti che ora vestono la canotta Corriferrara, ma che in tempi passati furono atleti di livello con le rotelle:
partendo dal livello più basso, cioè “Livello Scarsissimo” il sottoscritto, che per alcuni anni provò a cimentarsi con questa disciplina sportiva, ma la tentazione delle varie gelaterie limitrofe era così forte che decise di riporre i pattini nella loro custodia piuttosto velocemente.
Passando al “Livello Top” invece, ecco il nostro Capitano, Aniello “Nino” Sarno, che gareggiò e si allenò, ai piedi dell’Ariosto, per una quindicina d’anni, per poi utilizzare lo stesso anello anche per i primi allenamenti podistici in notturna quando ancora la ciclabile del Burana non era in embrione.


Dopo essermi preso l’onore di essere accostato a Nino (capiterà ancora?.....mah, con il podismo non vado molto meglio che nel pattinaggio) è arrivato il momento di salutarci, la terza puntata è giunta al termine, alla prossima settimana.

Alessandro Polesinanti