martedì 21 aprile 2015

LA CORRIFERRARA A SPASSO NEL TEMPO 26

26° PUNTATA – DA ANGELINO A FRANCESCO

Riprendiamo il viaggio su Ferrara, uscendo per ora dalla nostra piazza e ritornando nella via più bella della città rinascimentale, Via Savonarola.
Oltre a tanti palazzi, che erano le dimore delle nobili famiglie dell'epoca, in questa via vi è anche un luogo di culto di assoluto rilievo per la storia cittadina.
Sto parlando chiaramente della chiesa di San Francesco, che, a mio modesto avviso, rimane la chiesa più bella della città, per il suo sagrato, per la sua imponenza, per i suoi dipinti e per alcune sue particolarità.

Basilica di San Francesco

Certamente tutto questo era più vero fino al 2012, poi il sisma ha lasciato segni che probabilmente, solo e speriamo, fra qualche anno potranno essere cancellati del tutto.
Tra Via Terranova (su cui si affaccia il grande sagrato) e Via Savonarola (l'antica Via di San Francesco), nelle forme attuali, venne edificata nel 1494, da Biagio Rossetti (a detta di molti una delle sue migliori opere) su incarico del Duca Ercole I, ma il primo nucleo risale al 1232, quando venne qui costruita, una piccola chiesa, gestita dai frati francescani. Successivamente, è grazie al vescovo Filippo Fontana (siamo nel 1241) che cresce l'idea di realizzarne una più grande.
Fin da subito questo luogo di culto assume in Ferrara, un ruolo di primo piano, tanto che è proprio qui che si tennero i lavori preparatori per il Concilio Ecumenico (Basilea-Ferrara-Firenze-Roma, anni 1431-1445).
L'architettura della basilica cambiò nel 1570 quando, con il terribile terremoto che colpì la città, tutta la parte alta crollò e venne ricostruita con qualche variante.
Fin dagli inizi, fu luogo di sepoltura di molti esponenti della casa D'Este e fra i tanti qui vennero sepolti Ugo (figlio di Niccolo III) e Parisina Malatesta.
Nel complesso religioso, vennero pure tenute le prime lezioni della facoltà di legge dell'Università di Ferrara.
Venendo velocemente ad anni a noi più vicini, una data importante è il 1864 quando venne completamente spogliata di tutte le tavole del grande pittore Benvenuto Tisi da Garofalo, per essere portate nella Pinacoteca.
Nel secolo scorso invece, il 16 gennaio 1957, Pio XII la elevò, con bolla pontificia, a Basilica minore.
Una delle prime curiosità di questo luogo è inerente la sua proprietà, strano a dirsi, ma l'attuale proprietario, se lo vogliamo identificare con una persona, è praticamente Angelino Alfano, il Ministro degli Interni dell'attuale Governo italiano.
Ebbene si, questo complesso, non appartiene alla Curia o ad altro ente religioso, ma è di proprietà del Ministero degli Interni, tramite il Fondo Edifici di Culto, come è testimoniato anche da una targa apposta nei pressi della porta principale.



Passando tra il verde del sagrato, proviamo ora ad entrare (ma solo virtualmente, i danni del terremoto non permettono di utilizzare l’entrata principale e l'unica via di accesso per il pubblico, è quella laterale posta in Via Savonarola).

Interno prima del sisma

L'interno ha una pianta a croce latina, con ampie navate ed otto cappelle per lato; in ogni cappella è possibile ammirare bellissimi affreschi, ma, se ci rechiamo nel transetto di destra (proprio in prossimità dell'entrata attuale) ecco apparirci una splendida opera, ben poco nota, ma che merita veramente uno sguardo (la foto non rende appieno), e direi unica nel suo genere nella nostra città, sto parlando del sontuoso mausoleo di Francesco Ghiron Villa.

Mausoleo di Francesco Ghiron Villa

Francesco fu tra i Villa, sicuramente quello che diede più lustro a questa nobile famiglia ferrarese che, tra le altre cose, abitarono nel Palazzo dei Diamanti dopo la dipartita degli Estensi.
Fu grande condottiero, al soldo in particolar modo della Repubblica di Venezia, e proprio lavorando per la città lagunare, divenne uno degli eroi di Candia (città dell’isola di Creta che, nella seconda metà del ‘600, fu difesa strenuamente da Venezia dall’attacco dell’impero Ottomano), ed alla sua morte, fu la moglie, la marchesa Camilla Bevilacqua, che fece costruire questo mausoleo in stile barocco, con statue e bassorilievi, a ricordo proprio di quell’evento.

Se lasciamo riposare il marchese e ci spostiamo nel transetto di sinistra, possiamo invece notare, un prezioso sarcofago romano di fattura ravennate, risalente al V secolo.

Ed ora usciamo e fermiamoci sul lato opposto della strada, con lo sguardo rivolto all’entrata della chiesa, ed ecco un’altra particolarità di questa basilica, sulla sommità della porta è posizionato un sarcofago, che raccoglie le spoglie di Gerardo Saraceni, giurista e cattedratico dell'Università.
Il sarcofago di Gerardo Saraceni


Infine un ultimo sguardo va al campanile, l'attuale venne costruito nel '600 in quanto, l'originario, alto 37,16mt, senza contare la cubatura che accoglieva le campane, fu abbattuto nel 1616, a causa dell'inclinazione che aveva assunto e che minacciava la stessa sicurezza della chiesa.

Ora lasciamo questo tempio e continuiamo per la via.......

Alessandro Polesinanti