Nel mattino terso del 7 dicembre 2025, quando Cagliari pareva essersi svegliata con il passo leggero delle sue antiche leggende, la città accolse la Cagliari Respira, la mezza maratona che ogni anno scorre lungo il suo fianco marino come un fiume di passi e di fiato.
Il cielo aveva il colore di certe pagine ingiallite dal tempo, e il mare di Sant’Elia, immobile e profondo, pareva custodire racconti che solo i più attenti potevano udire: storie di pescatori che parlavano con il vento, di sirene avvistate oltre la Sella del Diavolo, di spiriti buoni che proteggevano i viandanti sul Poetto. Sulla lunga spiaggia, che si distende come un pensiero sereno, i primi podisti avevano lasciato impronte leggere, che subito l’onda cancellava, come a ricordare che ogni fatica è effimera ma ogni emozione resta.
La città intera tratteneva il respiro mentre la gara prendeva vita. Le case del Quartiere del Sole sembravano osservare in silenzio; i pini di Marina Piccola frusciavano un tifo discreto; il vento portava con sé il profumo delle alghe e dei ricordi.
Tra i tanti venuti da lontano, in terra sarda erano giunti anche i fratelli Prini, Sandro e Lorenzo, a rappresentare la Corriferrara. Camminavano fianco a fianco nel riscaldamento, come due figure scolpite nella stessa roccia, con lo sguardo rivolto alla linea d’orizzonte dove la luce si confondeva con la promessa della gara.
Quando il colpo di partenza ruppe il silenzio, la folla si mosse come un’unica creatura. E i Prini con essa.
Il percorso, 21,097 chilometri di vento, mare e storia, li portò lungo viali assolati, tra il fragore delle onde e il tifo dei cagliaritani, che con la loro voce sapevano farsi famiglia.
Sandro correva con passo saldo, quasi ascoltasse una voce antica che lo guidava: forse lo spirito buono del mare, forse il richiamo di quei racconti che Deledda avrebbe scritto con mano lieve. E infatti fu lui a compiere l’impresa: Sandro Prini concluse la prova conquistando il secondo posto di categoria,
e la sua figura, infiammata dalla fatica, brillava come una risposta gentile che la terra sarda aveva voluto offrirgli.
Lorenzo chiuse la sua gara con dignità e forza, e nel loro abbraccio all’arrivo c’era tutto: il viaggio, la fatica, il mare che pare sempre capire, la città che accoglie e che, per un giorno, respira al ritmo dei passi di chi la attraversa.
E così, tra il sole che scendeva lento dietro il promontorio e il profumo di salsedine che tornava a farsi padrone della sera, la Cagliari Respira si concluse. Ma nelle pieghe di quel vento rimase impressa la loro storia, tanto semplice quanto vera, degna di essere narrata come fanno le leggende: con un soffio di mare e un passo che non si dimentica.


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