venerdì 15 marzo 2019

ZURICH MARATO' BARCELONA 2019: Mirko & Ale conquistano la Spagna


La sensazione dopo qualche giorno è di non avere mai vissuto un’esperienza podistica del genere, e quasi di essere stati parte di una giornata di sport memorabile.
Ognuno ha i suoi crucci, perché  certamente sia Mirko che il sottoscritto avevamo lavorato tanto nelle settimane precedenti, allenandoci con l’intenzione di fare una prestazione di rilievo. Ma a parte la delusione dei minuti immediatamente successivi al taglio del traguardo, ci siamo resi conto di aver corso in un contesto magico, ben oltre il semplice risultato sportivo individuale e la bellezza della città che ci ospitava. Infatti, oltre al bellissimo percorso ritagliato nel centro storico, e che passava per i più bei monumenti di Barcellona, la parte più esaltante della gara è stata il calore del pubblico, numerosissimo su tutto il percorso, con tratti davvero da pelle d’oca per l’assembramento di persone festanti e incredibilmente rumorose, che hanno incitato ogni runner ad ogni metro di gara.
Non ci sono mai state così tante persone che tifavano per i corridori nelle strade ed all’Expo Sports, la più grande fiera sportiva della Spagna, con più di 80.000 visitatori nel fine settimana.
Per la cronaca Alemu Bekele ha tagliato il traguardo in 2h06’04”, battendo il precedente record di gara (stabilito nel 2010) di oltre un minuto. Anche l'etiope Kuftu Tahir ha fatto segnare il miglior tempo nella categoria femminile  2h24’44”.
Una storica mattinata alla Zurich Marató di Barcellona grazie a due record di gara nelle categorie maschile e femminile. Le modifiche al circuito hanno giovato molto alla gara e Alemu Bekele ha battuto il record di nove anni fa. L'atleta del Bahrain ha fermato il cronometro con un tempo spettacolare di 2h06’04”, battendo il record del 2010 di 2h07’30” di Jason Kotut, di quasi un minuto e mezzo. La festa è stata completata da Kuftu Tahir che ha battuto il record femminile con un tempo di 2h24’44”.
Risveglio con una temperatura di 10 gradi, ideale per i 17.465 corridori (il 2% in più rispetto al 2017)  che hanno preso il via dei 42 chilometri per le strade di Barcellona, ​​i cui abitanti affollavano le strade per incoraggiarli. Non c'è mai stata così bella atmosfera lungo il percorso, a dimostrazione del fatto che Barcellona ami la sua maratona.

La gara è stata corsa ad un ritmo più veloce di quanto previsto: fin dall'inizio, i top runners hanno superato i parziali dei 5, 10 e 15 km ben al di sotto del record. Nove atleti hanno raggiunto il km 30 in meno di 90 minuti, con oltre un minuto di vantaggio sul record di gara. A quel punto, i pacemaker avevano fatto il loro lavoro e Anthony Maritim (il vincitore nel 2018) e Laban Mutai avevano il compito di mantenere il ritmo. La prima vittima è stato Laban Korir, il favorito per vincere la gara. Al chilometro 35 sei corridori guidavano la gara: Maritim, Getachew, Negewo, Kacheran, Mutai e Bekele, che hanno proseguito a ritmo record, con quest’ultimo che ha mantenuto qualche energia residua per il colpo finale, scappando da solo verso la vittoria: il suo tempo di 2:06:04 è il settimo più veloce dell'anno. Abebe Negewo è arrivato secondo con 2:06:49 davanti al vincitore dello scorso anno, Anthony Maritim (2:06:54) e Philemon Kacheran (2:07:12), tutti e quattro gli atleti sotto il record precedente.
Per quanto riguarda la gara femminile, il finale è stato abbastanza simile: un nuovo record per il circuito con un tempo di 2:24:44, battendo il tempo dell'atleta etiope Helen Bekele di 20 secondi. La grande favorita, Jackline Chepngeno, (che ha corso 2:24 al suo debutto in maratona ad Amsterdam) è rimasta in testa fino al chilometro 25, quando Kemuna, Abebayehu, Fayesa, Tahir, Chepkoech, Cherono e Teshome si sono staccate, in cerca della vittoria. Dopo il chilometro 35 Tahir Kuftu (Etiopia) ha preso il controllo e ha esteso il suo vantaggio per tagliare il traguardo da sola. La keniana Josephine Chepkoech è arrivata seconda e Joy Keruma dal Kazakistan è stata terza.

Per Corriferrara, come già accennato, due dei nostri portacolori: Mirko Tebaldi, ormai un veterano di maratone all’estero, dopo Atene e Valencia; ed Alessio Montanari al suo esordio assoluto nelle gare fuori dal territorio nazionale.
Entrambi con qualche rammarico per come è andata la gara, non tanto per il risultato in sé quanto per il grande impegno profuso nelle settimane precedenti, nella preparazione della corsa: ma il caldo, l’altimetria ed altri imprevisti hanno influito sul tempo finale dei nostri runners.

Ecco i loro commenti

“Bellissima maratona, posti meravigliosi. Sali scendi che con il caldo mi hanno cotto già dal 25km. Sono comunque soddisfatto,ho 51 anni ,lavoro su turni e ho altre cose più importanti da star dietro.
Bravo Alessio Montanari che ha vissuto come me la gara; anche lui ha qualcosa di molto più importante da seguire. La “pitona” non perdona, superare i 20 gradi a marzo non va bene. Prossima maratona a dicembre: Groenlandia"
Mirko Tebaldi


"Premesse non ottimali per questa maratona, recuperata in qualche modo solo per essere certo di onorare l’impegno; l’influenza di qualche settimana fa, ha sballato tutta la preparazione, portandomi a fare i lunghi nelle settimane immediatamente prima dell’impegno di Barcellona: non è ovviamente consigliato a livello atletico, ma psicologicamente sentivo di aver bisogno di quelle distanze per sentirmi più sicuro.
Settimana stressante anche l’ultima prima della gara, e gran colpo di scena i crampi la notte prima della corsa: la prendo con filosofia, mi presento al via ugualmente facendo un sacco di stretching pre-gara, sperando di superare il problema.
La partenza è scaglionata di diversi minuti tra una griglia e l'altra e vedo l’amico Mirko partire con discreto anticipo un paio di griglie più avanti la mia: finalmente arriva anche il mio turno, e parto con i pacers delle 3h45', ben 12 minuti dopo i top runners..scontatissimo partire sulle note di "Barcelona" di Freddie Mercury, fra ali di folla che applaude e sotto una pioggia di coriandoli. Bellissimo: sono un runner atipico, che corre meglio col caldo piuttosto che col freddo, e quindi ritengo anche normale avere sempre le lacrime alla partenza di una maratona, anziché piangere all'arrivo... però mi smuove emozioni che non riesco a descrivere a pieno; ogni partenza è un riscatto, un riaffermarsi della vita.

Fa già caldo al via ma siamo in centro storico ed alcune vie sono in ombra: qui un venticello freddo ti ghiaccia il sudore sulla maglia ed anche le budella.
Il gruppetto di sei pacers ha un ritmo decisamente irregolare e discutono fra di loro perché quelli in testa danno strani strappi, mentre quelli dietro suggeriscono di rallentare e di mantenere un'andatura più regolare; io sono d'accordo con quelli dietro, e dopo una dozzina di chilometri lascio andare l'allegra combriccola e procedo al mio passo, che è molto regolare per diversi chilometri. 
Attorno al 15° km si sale per un lungo, lunghissimo rettilineo infinito, chiamato Avinguda (avenida) Meridiana: la salita è blanda ma dura per oltre 3 chilometri e mezzo, e non aiuta psicologicamente incrociare i runners delle griglie davanti alla mia che percorrono già la via in direzione contraria, ed in discesa. Finalmente giro di boa ed inizia la discesa: io come tutti i runners cerco quanto più possibile di restare all'ombra ed evitare il sole diretto, perché sono passate quasi due ore e siamo attorno alle 11 del mattino, con 20°C superati. Passo alla mezza maratona con il tempo che mi ero prefissato, senza strafare, ma le mie gambe sono sempre contratte come ad inizio gara, i muscoli duri e in difficoltà: la testa comincia ad accettare la sofferenza poco prima che si ripresentino i crampi, ancora ai polpacci. Sono "fortunato" perché c'è un ristoro ogni 3 km e decido di mangiare un po' di banane per vedere di limitare i crampi; immediatamente dolori allo stomaco, e poco dopo fastidi alla schiena... un pochino sbrocco, entro in modalità "mai 'na gioia" ed è forse la parte della gara in cui perdo maggiormente tempo...
cammino anche per qualche tratto in preda allo sconforto, ma poi vengo sommerso dalle urla di incitamento della gente e riprendo la corsa, come posso, quando posso. Superiamo il 30° km e siamo in zona lungomare, ormai non ci sono più "tattiche" ma solo la voglia di arrivare, avvicinarsi al traguardo e poter cominciare il conto alla rovescia dei chilometri. Il mio passo non è mai stato così lento e quando vengo superato dai pacers delle 4 ore li lascio sfilare via senza troppi problemi: semplicemente non ne ho più e non voglio passare gli ultimi chilometri con l'ossessione del tempo. Passiamo il monumento a Colombo ed arriviamo alla piazza dell'Arco di Trionfo: chilometro 36, si svolta a sinistra e inizia  una delle pagine più memorabili della mia breve carriera podistica. Infatti dietro l'angolo si trova una quantità di persone inverosimile, talmente tanto pubblico che occupa gran parte della carreggiata; noi runners facciamo fatica a passare in 2 o 3 affiancati... sembra di essere in una tappa di montagna del Tour de France! 
I gel e il cibo ormai mi danno le energie per meno di un chilometro, ma la carica del pubblico è tale che non mi fermo più, nemmeno quando i crampi si ripresentano: sento tantissime volte gridare il mio nome, scritto sul pettorale, e questo mi fa arrivare ancora col sorriso sul rettilineo finale. 
Sento (e vedo) tra il pubblico mia moglie che mi aspetta e mi incoraggia per gli ultimi metri, prima di tagliare il traguardo, felice per aver portato a termine la settima maratona della mia carriera, la prima magica all'estero. Non è arrivato il Personal Best, non era la gara giusta (dislivello positivo di circa 300 metri) e ci si sono messi anche diversi problemi fisici, tuttavia resterà un'emozione indelebile".
Alessio Montanari

Pos.
Pos. Cat.
Cat.
Atleta
Risultato
RealTime
Passo
Punti
Ranking
7564
 2712
 SM35 
Montanari Alessio
 04:18:54 
 04:06:54 
05:51
42+3+7
874
8274
 1943
 SM45 
Tebaldi Mirko
 04:16:40 
 04:12:35 
05:59
42+3+6
866






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