giovedì 21 luglio 2016

A GORO LA PRIMA DEL BIKE TEAM CORRIFERRARA





E’ il 17/07/16, sono le ore 9.15, ………………… siamo a Goro, provincia di Ferrara, il Corriferrara Bike Team, ha la sua prima uscita in un evento ufficiale.
 
Nell’ambito della caratteristica Sagra della Vongola di Goro, il Gruppo Ciclistico locale, organizzava una manifestazione ciclistica non agonistica, e per l’occasione, si ritrovavano nella cittadina deltizia, alcuni portacolori del nostro nuovo team.
Se dall’antica Magnavacca giungevano i coniugi Zaghi, alla spicciolata, dalla città estense arrivavano, con il sottoscritto, con Barbara Talmelli, poi il duo Cinzia Carlini & Paolo Franzini i coniugi Ricci e l’atleta simbolo di Bologna, il nostro Massimiliano Zecchini.
 
Assistiti da una temperatura ideale, una volta parcheggiata l'auto, iniziavano le fasi preparatorie, quindi scarico bici dall’auto, montaggio della ruota anteriore, controlli vari e dopo qualche battuta, ci avvicinavamo al gazebo delle iscrizioni.
 
A pronunciare per la prima volta il nome del team agli organizzatori non poteva non essere che il “timido” Zecco, e dopo un saluto agli amici runners, Sandra Giannella e Alberto Mantovani, goresi doc ed oggi in veste, pure loro ciclistica, (e facenti parte dell’organizzazione), iniziava l’attesa dello start, che il sottoscritto ed il buon Ricci, decidevano di trascorrerla alla ricerca di un giornalaio per le viuzze di Goro, visto che entrambi siamo “drogati” del quotidiano.
 
Ore 9, come da tradizione podistica, foto di squadra e subito dopo, ecco allinearci sulla linea di partenza.
 
Come d’obbligo, visto che la bicicletta è la mia vera passione, cercavo di buttare un occhio per passare in rassegna la maggior parte dei “ferri” presenti; in prevalenza erano biciclette da corsa, alcune veramente il top di gamma, ma vi erano anche mezzi d’annata, sicuramente nate prima degli anni ’90 visto che portavano ancora i manettini del cambio sul telaio; vi erano poi parecchie mtb (anche in questo caso alcuni erano pezzi da assegno a 4 cifre), mentre il nostro Ricci era l’unico del gruppo con bicicletta a scatto fisso; le divise poi, presentavano tutte dei colori sgargianti, e forse, quella Corriferrara, era una delle più sobrie.
 
Alle 9.15 puntuali, veniva dato il via alla prova e trattandosi di una vera e propria manifestazione ciclo-turistica (penso davvero l’unica del panorama provinciale), in testa al gruppo si poneva un’auto dell’organizzazione, per tenere tranquilla e costante la velocità, coadiuvata da alcuni del Goro team.
Poi un tipo munito di Vespone anni ’50 ed uno con uno scuterone facevano la spola tra la testa e la coda del gruppo, ed a chiudere il tutto, un furgone e l’ambulanza. 




 
Dopo le prime pedalate, Max Zecchini si portava subito nelle prime posizioni, mentre poco dietro stazionavano Matteo, Cinzia ed il Franzo, nelle retrovie restavamo io, Ricci e le restanti girls.
 
Attraversamento del paese e dopo circa 1,5 km eccoci salire sulla ciclabile Destra Po e da questo momento…………
 
Da questo momento il paesaggio circostante cambiava totalmente ed iniziava veramente una bellissima avventura.
 
Se pedalare veniva automatico, il dubbio era dove gettare lo sguardo, perché il paesaggio in pochi metri cambia totalmente, il familiare cemento scompare ed è finalmente la natura la vera regina di tutto ciò che appare ai nostri occhi.
Le valli cominciano a circondare la nostra strada, il verde con l’azzurro sono i colori predominanti ed alcuni aironi con qualche anatra, sono gli unici essere viventi (oltre a noi) che popolano la zona.
  

La bellezza del paesaggio è tale che ogni tanto non puoi non fermarti a scattare qualche foto e così facendo io e Andrea arriviamo alla coda del gruppo dove, fin da subito, hanno preso posizione le nostre Barbara T., Barbara M. e Marika.
  


Tra noi ed il resto del gruppo si apre un buco, ma al momento ci interessa poco, stiamo facendo veramente i ciclo-turisti.
L’attraversamento di un primo ponte di chiatte ci fa accodare al resto dei pedalatori, poi nuovamente argine sul versante veneto e poco dopo, secondo ed ultimo ponte di chiatte.
 
In terra veneta, dopo un tratto ai piedi dell’argine, dove il territorio è una lunga distesa di terra coltivata a seminativo, ritorniamo sull’argine ed alla nostra destra, in piena sacca, si aprono gli allevamenti di vongole.
Il bellissimo sole che ci sta accompagnando fin dal primo mattino contribuisce ad ammirare questo splendido ed unico paesaggio.
Ammiriamo le tipiche impalcature (non saprei che altro termine usare) alla cui base sono allevati i mitili, poi i casoni di valle ed alcuni macchinari per la raccolta del prezioso frutto marino.


  

Ci ritroviamo nuovamente staccati dal resto della truppa, così riprendiamo a pedalare più velocemente, mentre un tipo dell’organizzazione ci chiede se deve fare rallentare la testa del gruppo e comunque ci informa che più avanti, vi è anche la possibilità di accorciare il tragitto previsto.
 
Con Barbata T e Ricci, aumentiamo le frequenze delle pedalate e nell’arco di qualche minuto riusciamo a raggiungere la coda del gruppo mentre Marika e Barbara M. non ne vogliono sapere di produrre una goccia di sudore in più e continuano del loro passo.
 
Mentre i km passano tra sole, una leggera brezza e vere e proprie fotografie della natura, ecco una gradita sorpresa.
In un punto imprecisato dell’argine (perché capire i paesi in cui stiamo pedalando, resterà un rebus fino alla fine) ecco l’incontro con il Raid evocativo del Museo della Seconda Guerra Mondiale di Felonica, mentre noi ciclisti ci teniamo sulla destra della strada, a sinistra sono in sosta (per favorire il nostro passaggio) tanti mezzi militari originali del secondo conflitto mondiale, da Jeep ad automobili, moto, sidecar ma la cosa simpatica, è l’abbigliamento dei relativi autisti ed accompagnatori, tutti con regolari abiti del periodo bellico.


  

Salutati e fotografati i componenti del convoglio, si riprende a pedalare a passo più spedito, ma non vedendo più alle nostre spalle il duo Barbara M.& Marika, Andrea, da bravo marito, decide di andare a riprenderle, mentre io e Barbara T. restiamo accodati al gruppo.
 
I km passano, ma dal trio alle nostre spalle non giunge nessuna notizia, così la deduzione più logica è che abbiamo  preso il percorso più breve.
 
Ad un certo punto lo sciame di ciclisti abbandona la vista mare e, dopo una bella discesa ci immettiamo in un viale alberato, un paio di km ancora e quindi nuova svolta a sinistra.
 
Il paesaggio ha perso la sorpresa e la bellezza dei km precedenti, ora ci troviamo nuovamente tra campi coltivati, strada dritta, discreto asfalto ma almeno siamo confortati dall’ombra, visto che alla nostra sinistra si innalzano un lunga fila di alberi.
 
A poche centinaia di metri da un incrocio, una dolce melodia si innalza alle mie spalle, il mio cellulare suona….. è Andrea, il quale mi informa che, lasciate moglie e Marika all’imboccatura del percorso corto, ha deciso di provare a raggiungerci e quindi, dopo aver aumentato l’andatura, ora necessita di info sulla tragitto da noi fatto, perché si trova in mezzo al nulla.
 
Vorrei tornare indietro a riprenderlo ma poi, chi ritroverebbe la retta via?
 
Così non mi resta che guardarmi attorno e cercare di dargli dei punti di riferimento, quindi il viale alberato, i fili dell’alta tensione e l’unico dato certo che ora vedo, è il cartello (al termine dell’incrocio) che indica l’abitato di Santa Giulia a 6 km.
 
Informo Barbara T. dell’accaduto e, portandomi in coda al gruppo, cerco di porre maggior attenzione alla strada per prendere eventuali punti di riferimento e comincio a voltarmi spesso nella speranza di intravedere l’Andrea.
 
Passano i minuti, incrociamo frazioni (forse più borgate che frazioni) che mai avevo sentito nominare, come Cà Tiepolo, Cà Mello od Ivica….
Nel frattempo riprendiamo a salire su un argine e nuovamente guadiamo un canale pedalando su un ponte di chiatte ed ecco l’inconfondibile suono di Trinità salire alle mie spalle (la suoneria del mio cellulare), nuovo veloce briefing con Ricci a cui comunico  il tragitto da noi seguito e che ora ci stiamo dirigendo in direzione Gorino Veneto.
 
Altro ponte di chiatte, ed ora verso Gorino (quello ferrarese), passaggio nel piccolo porticciolo e quindi dritti verso Goro.
Ora la strada mi diventa familiare, siamo sul tratto pedalato all’inizio così nuova telefonata al nostro “disperso”, il quale mi informa che ha trovato l’indicazione per Goro, così abbandono Barbara T. in mezzo al gruppo e ritorno verso Andrea.
 
Gli ultimi km li faccio guardando il bellissimo panorama e ascoltando il racconto del Ricci, e tra una risata (in verità più mia che sua) e qualche foto, giungiamo nel piazzale di partenza dove ci aspetta il meritato ristoro.


                                                                                   Alessandro Polesinanti













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