domenica 22 marzo 2015

A CORRIFERRARA A SPASSO NEL TEMPO 23

23° PUNTATA – LA STATUA DI FERRARA

Il Savonarola è una delle poche statue presenti a Ferrara, da sempre una delle opere artistiche più famose della città, e da alcuni anni pure uno dei simboli principali della nostra Ferrara Marathon, essendo il punto di arrivo della nostra gara.
Dalla cattedrale, bastano pochi passi per arrivare ai piedi del monumento, ma sono passi pesanti, passi tra il palazzo del municipio e quello arcivescovile, come a dire …. il potere politico da un lato e quello religioso dall'altro.
Il Palazzo municipale, da sempre sede dei governanti la città, nel rinascimento fu la magnifica residenza degli Estensi, ed in particolar modo delle dame Estensi, fino ad arrivare ai giorni nostri, quale sede degli uffici del Sindaco e della sua giunta, quindi da secoli cuore decisionale della città.

Palazzo Municipale


Quello arcivescovile ha invece una storia più recente.
Costruito tra il 1718 ed il 1720, per volontà del Cardinale Tommaso Ruffo, Legato pontificio e Arcivescovo di Ferrara, su disegno dell'architetto romano Tommaso Mattei, è una costruzione di notevoli dimensioni anche se esternamente piuttosto anonimo, se non fosse per il bellissimo portale marmoreo centrale.

Palazzo Arcivescovile
 
Ma torniamo alla nostra statua.
Girolamo Maria Francesco Matteo Savonarola, nasce a Ferrara il 21 settembre 1452. Famiglia di origine padovane, giunta a Ferrara nel 1440 quando il nonno, Michele, arrivò a Ferrara per ricoprire il ruolo di medico del Marchese Niccolò III d'Este.
La sua casa natale, ubicata nell'omonima via (di cui abbiamo già parlato in una precedente puntata) è ancora oggi presente a Ferrara e ricordata da una lapide.
Dal padre venne avviato agli studi medici ma ben presto abbandonati per abbracciare quelli religiosi, entrando nel convento di San Domenico a Bologna.
Da Bologna il ritorno a Ferrara per terminare gli studi religiosi, per iniziare poi, un lento girovagare tra la Toscana, Brescia, Genova, ma è con il suo ritorno a Firenze che la sua figura comincia ad assumere un ruolo importante; prima come Priore del convento di San Marco, poi come predicatore contro la Roma papale dei Borgia, ed in tutta Firenze riesce a far proseliti ed a coinvolgere la gente contro tutto ciò che era espressione della mondanità della chiesa dell'epoca.
 
Chiaramente tutto questo non poteva continuare a lungo, senza scatenare le reazioni della chiesa, tant'è che Papa Alessandro VI intimò al nostro concittadino, di recarsi a Roma per dare spiegazione dei propri comportamenti ed essere sottoposto al giudizio della chiesa, e di astenersi, nel frattempo, a continuare le sue prediche.
Ma il nostro Girolamo continuò per la sua strada, per arrivare addirittura a progettare un concilio che gli facesse giustizia ed arrivasse a deporre il pontefice.
Alla fine però, il buon Girolamo venne preso e sottoposto a tre processi, mediante i quali venne scomunicato (1497) e condannato a morte. Impiccato assieme a due confratelli, venne poi arso in Piazza della Signoria a Firenze (23 maggio 1498).
Ferrara, per tanti anni si dimenticò di questo illustre concittadino, ma quando, alla metà dell'800, le truppe pontificie lasciarono la nostra città, ecco riemergere dall'oblio il nostro frate.
Ferrara non visse l'occupazione pontificia come un periodo roseo, così a sancirne la sconfitta, la nuova giunta insediatasi in città, decise di costruire, proprio la statua del personaggio ferrarese che più di altri lottò contro la prepotenza papale.
Venne inaugurata nel 1875, e rappresentante il frate sulla catasta di legna (dove verrà arso). Il Savonarola venne raffigurato con le braccia alzate e l'espressione concitata, a ricordo di una delle tante invettive tipiche del suo predicare. 

Il Savonarola
 
Una volta salutato il Girolamo, alcune righe per ricordare un altro pezzo di storia, anche se molto più recente.
Proprio dall'altro lato della strada, dove in certe ore della giornata il Savonarola trova il tempo di “specchiarsi”, vi è, da alcuni mesi, un negozio di ottica molto “glamour” (che gli ha dato anche il nome), ma in quel civico (Corso Martiri della Libertà 53), per decenni, erano le penne, i quaderni, libri ed ancor prima, inchiostri, calamai e tanto altro, che la facevano da padrone, sto parlando della “Cartoleria Sociale”.

Vecchia sede della Cartoleria Sociale
 
La cartoleria storica di Ferrara, da sempre era lei, ti serviva un biglietto particolare? Un cartuccia per la tua stilografica? Venendo qui, eri certo di ritornare con il tuo bottino.
La “Cartoleria Sociale” apre i battenti nel lontano 1881 sotto il palazzo arcivescovile, dove vi rimane fino al 1908, quando trasloca sotto i portici di Corso Martiri, ma è nel 1927 che inizia la sua grande epopea, quando la famiglia Stocchetti l'acquista e la trasferisce, finalmente al civico 53.
Il prode Antonio Stocchetti a partire da quel momento inizia a regnare dietro il bancone per rimanervi fino a circa una decina di anni fa, diventando un vero e proprio mago nel riparare ogni tipo di stilografica.
Nel tempo il negozio non cambia la sua natura di attività prettamente familiare, ad Antonio si unisce la figlia Anita col marito Giorgio, ed alle penne, fogli, biglietti, l'attività si arricchisce di una vasta gamma di ogni tipo di pubblicazione su ogni cosa abbia a che fare con Ferrara.
Entrando per quella porta, era un po' come immergersi nel passato......... il bancone e gli scaffali ancora in legno, sempre pieni zeppi di “roba”, che, guardandoli, la prima cosa che pensavi era : “ma come fanno a trovare sempre tutto in mezzo a questo caos!”; ma la “chicca” era la cassa, una “National” del 1889, che, una volta entrati in funzione i moderni registratori fiscali, era rimasta in bella mostra come la vera padrona di tutto il bancone.
Nel 2010, la cartoleria entrò nel ristretto numero (solo 9) delle “Botteghe Storiche di Ferrara”, riconoscimento dato dal comune al alcune delle attività più longeve e caratteristiche della città, come la “Pizzeria Orsucci” o “Borsalino”; alcune di queste ora non esistono più, come gli storici “Magazzini Pesaro”, mentre la nostra “Sociale”, grazie all'impegno dei sempre vispi Anita e Giorgio, nel settembre del 2014, ha riaperto nella nuova sede di Piazza della Repubblica. 
Augurandomi che queste attività, che mantengono un sapore antico in mezzo a tanta modernità, abbiano un futuro più roseo, vi saluto e …............. alla prossima.

Alessandro Polesinanti