martedì 27 gennaio 2015

LA CORRIFERRARA A SPASSO NEL TEMPO 16

16° PUNTATA – …... VERSO LA RACCHETTA

(Lapide sulla Torre dei Leuti, ora campanile chiesa di San Paolo)
 
Il Ferrara Marathon's Day, 15 marzo 2015, si sta avvicinando a grandi passi e come promesso la scorsa settimana, oggi il nostro viaggio avrà come meta il centro di Ferrara, quello che sarà il cuore pulsante del nostro evento.
L'immaginazione vola diretta verso quel giorno, o meglio, alla vigilia di quella domenica, quando un podista qualsiasi, un Alessandro qualunque, giunge a Ferrara da una grande città, per correre la nostra maratona, e dopo aver lasciato l'auto nel parcheggio “Kennedy”, si avvia verso la segreteria organizzativa, per ritirare il proprio pettorale e da qui all'albergo.
Il Villaggio Maratona questa volta è in un palazzo storico, tale “Palazzo della Racchetta”, e dalle indicazioni sulla brochure della gara, pare in pieno centro, vicino all'albergo del nostro amico.
Così, chiusa l'auto, borsone sulle spalle, indicazioni stradali e turistiche in mano, il nostro atleta si lascia alle spalle il parcheggio e si avvia.
Corso Porta Reno è la prima strada calpestata e all'arrivo del verde semaforico, eccolo entrare ufficialmente nel nostro centro storico, patrimonio dell'Unesco.
I primi metri hanno poco di storico........ora.............ma questi palazzi che costeggiano la prima parte del corso (quello che dalle mure arrivano all'incrocio con Via Carlo Mayr/Ripagrande), non sono altro che rifacimenti di antichi edifici presenti da secoli su questa strada.
 
Ad esempio, il palazzo alla sinistra del nostro amico, attuale Casa di Riposo comunale, che occupa una vasta area, compresa tra Porta Reno e Via Ripagrande, nel tempo ha subito enormi ristrutturazioni e solo il piccolo colonnato nei pressi dell'incrocio ricorda un passato glorioso.
Fin dal periodo Estense, questo non era altro che una grande locanda con camere, “l'albergo dell'ANGELO”.

(Ex Albergo dell'Angelo)
Dall'altra parte della strada invece, dove ora, tra le varie attività commerciali, vi è un supermercato di una nota catena estera, vi era la Dogana Pontificia (ed ecco perché questa era anche chiamata “Strada della gabella”); mentre nello stabile dove ora è ubicato uno dei panifici più rinomati di Ferrara, nell'angolo tra Corso Porta Reno e Via Ripagrande, vi era un Banco di Cambio monete, appartenente alla famiglia dei Da Riva.
L'ubicazione di questi edifici non nacque a caso...prima della costruzione di Porta Paola (puntata 15), questa strada dava sull'antica Porta di San Paolo, dove attraccavano i battelli con le merci che entravano in città (questo è anche il motivo per cui, l'attuale darsena cittadina, è denominata “Darsena di San Paolo”), quindi il forestiero che via fiume arrivava in città, trovava immediatamente un luogo dove rifocillarsi, cambiare le monete se proveniva da altro stato, mentre per il disbrigo delle pratiche burocratiche vi era immediatamente la dogana.
(Vecchia sede della dogana pontificia)
 
Tornando al colonnato, al suo interno, è posta, anche se poco visibile, una lapide
a ricordo di un evento di cronaca nera avvenuto nel 1539 e mai risolto. Siamo nel 1539 quando un illustre ospite dell'albergo, venne trovato morto nella sua stanza, come riportato sulla lapide, stiamo parlando di Giannantonio Lodesani (anche se per alcuni, il suo vero nome era Giovanni Antonio de Sacchis), più noto come Licinio da Pordenone.
Il Pordenone venne chiamato alla corte Estense da Ercole II Este per una serie di opere, ma proprio durante il suo soggiorno, la sua vita ebbe termine. Non vennero mai scoperti né i mandanti dell'omicidio né gli esecutori materiali, anche se probabilmente la causa era da ricercare nelle lotte e gelosie interne alla corte ducale.

 
Ma torniamo al nostro maratoneta.
Le indicazioni in suo possesso dicono di attraversare Via Carlo Mayr e proseguire sempre dritto per Corso Porta Reno.....
Questa via ha un aspetto curioso, da ampia e spaziosa, si restringe per poi aprirsi nuovamente all'altezza di Via Ragno.
(Restringimento di Corso Porta Reno)
Quello che oggi rappresenta un suo restringimento (siamo all'altezza di Via delle Volte) è invece la larghezza originaria di questa strada fino agli anni 1935-1948, quando fu deciso l'allargamento della
 
strada con lo sfondamento di tutta l'area retrostante il vecchio palazzo della Ragione (l'attuale palazzo del McDonald's).
Entrando nel secondo tratto di Porta Reno, ecco lo sguardo del nostro amico rivolgersi alla destra su una strada dall'aspetto antico, è Via delle Volte, una delle strade più antiche di Ferrara, caratterizzata dai cavalcavia o volti che vennero costruiti in origine per mettere in comunicazione le abitazioni vecchie (quelle sull'attuale Via Carlo Mayr) e quelle più nuove.
Sulla sinistra invece, si staglia un imponente campanile, è l'antichissima Torre della Vita, già proprietà della famiglia dei Leuci o Leuti, poi adibita a campanile per la chiesa di San Paolo.
(Torre dei Leuti)
Questa è l'ultima delle 32 torri che nel XIII secolo esistevano a Ferrara, alta circa 30 metri e con muri dallo spessore di circa 1,45 metri, era di proprietà dell'antichissima famiglia dei Leuti, ma, quando questi caddero in disgrazia, alcuni dei loro immobili, torre compresa, andarono agli Estensi.
Il Marchese Niccolò II (lo stesso che commissionò il Castello Estense), alla metà del 1300, decise di donarla alla comunità dei monaci della chiesa di San Paolo per farne il loro campanile.
Lasciando la torre, la concentrazione del nostro amico è rivolta alla ricerca di questa strana via, Vaspergolo, sede della segreteria organizzativa, ma prima, una puntata davanti alla chiesa di S.Paolo è di rigore.
La chiesa, con l'annesso complesso conventuale, una delle più antiche del centro cittadino, esisteva già nel decimo secolo; prima fu affidata ai carmelitani conventuali (dal 1285) poi, per ordine del vescovo Francesco dal Legname, agli Osservanti Carmelitani.

(Chiesa di San Paolo decenni fa)
L'attività monacale si interruppe quando, l'ormai triste e famoso terremoto del 1570, causò danni irreparabili al complesso religioso.
Nel 1575, Alfonso II d'Este, posò la prima pietra per la ricostruzione, i cui lavori vennero affidati all'Architetto Alberto Schiatti, e nel 1611 venne nuovamente riconsacrata.
Nel 1797, con l'arrivo delle truppe napoleoniche, i monaci vennero trasferiti alla certosa, ed il convento venne adattato a carcere, che rimase in funzione fino al 1912, quando cominciarono i lavori per quello di via Piangipane.

 
La seconda guerra mondiale lasciò segni pesanti sul monastero, mentre la chiesa continuò a rimanere aperta al culto.
Dopo il conflitto mondiale, cominciarono i lavori di restauro, che portarono ad adattare i locali del convento ad uffici comunali ed i chiostri a sedi espositive.
La chiesa di San Paolo è un piccolo museo, al suo interno vi sono opere dello Scarsellino e di Sebastiano Filippi (meglio noto come, il “Bastianino”), ed è un vero peccato (per non dir di più!!!) che da anni questo scrigno di tesori sia completamente chiuso al pubblico.


(San Paolo oggi)

(uno dei chiostri utilizzati oggi come locale espositivo)
 
Una piccola curiosità all'interno dell'edificio, è la presenza di una tomba che forse mai penseremmo esistere.
Nel 1697, cade in una imboscata al rientro verso Bologna, Giovanni Francesco Grossi.
4 loschi figuri, assoldati dai fratelli Marsili (Giorgio ed Alessandro) di Bologna, fermano la carrozza sulla quale viaggia il Grossi, lo fanno scendere ed a colpi di archibugio, gli fracassano il cranio.
Il corpo, una volta raccolto, venne tumulato proprio all'interno di San Paolo.
Giovanni Francesco Grossi, meglio conosciuto come “Siface”, fu uno dei più noti castrati italiani del XVII secolo.
Il soprannome di Siface gli derivò da una perfetta interpretazione del ruolo di “Siface”, nel melodramma “Scipione l'Africano”.
Nato a Chiesina Uzzanese (PT) il 12 febbraio 1653, venne castrato da bambino per diventare un soprano e divenne un vero e proprio divo della sua epoca.
Ma come molti divi, la notorietà lo portò ad avere anche atteggiamenti non proprio consoni all'etichetta e all'autorità.
Fra le sue bizzarrie, sebbene castrato, riuscì ad intrattenere una relazione con una nobildonna, Maria Maddalena Marsili, sorella dei sopra citati Giorgio ed Alessandro, i quali ritenendo molto disdicevole questo rapporto, arrivarono ad ordinarne l'omicidio.



 
…......
Ciao San Paolo, ora vado a cercare questa Via Vaspergolo....


Alessando Polesinanti