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Piazza Travaglio, 27 settembre 1909 |
Nebbia.........apro
la finestra ed oggi non c'è panorama, non c'è orizzonte, solo
nebbia.
Ferrara
senza la nebbia non sarebbe lei e se per anni, abbiamo maledetto quei
nebbioni invernali che ci facevano restare in casa il sabato sera o
che ci obbligavano a partire con largo anticipo, per
arrivare
in orario al lavoro, ora un po' li rimpiangiamo.... sarà il segno
dei tempi, noi cambiamo, invecchiamo, ma anche il clima sta
cambiando.
Oggi
questa “massa di goccioline minutissime di acqua in sospensione
nell'atmosfera” (significato tecnico del termine “Nebbia”) è
solo una lontana parente di quella, che ancora una ventina di anni
fa, arrivava, a fine novembre, e restava a poltrire in città fino a
fine gennaio (principalmente nei week end, per giunta!).
Ora
solo raramente, fa ancora capolino in città, proprio come quando, un
vecchio amico, che non vedi da tempo, ti viene a trovare...... ecco,
oggi è un giorno di questi.
Avendo
deciso di non affrontare degli impegni sportivi (troppa umidità e
temperatura molto rigida), tutto spingerebbe per restare in casa al
calduccio, ma con la testa dura che mi ritrovo...... non ne ho
nessuna intenzione, e poi senza giornale non si può stare!!!!
Chiudo
casa e anche se l'orologio ha appena intonato le 8.00, a piedi mi
dirigo verso San Giorgio, il “Carlino” mi aspetta.
Dopo
aver speso il primo euro e 40 della giornata, decido che non c’è
nulla di meglio che leggerlo davanti al “Dom”.
Superato
il Volano, eccomi in ciclabile, meno suggestiva del sottomura, ma la
sola praticabile anche dopo alcuni giorni di pioggia.
Forse
per l'orario mattiniero, ma solo il frastuono di qualche auto ed il
latrare di alcuni cani, sono gli unici suoni che mi tengono compagnia
e........eccomi arrivare davanti ad uno stabile che non fa nulla per
nascondere il segno dei tempi, che non nasconde le origini nobili, ma
dove il tempo, la crisi, hanno preso il sopravvento.
Visitare,
guardare, leggere la storia di antichi palazzi o castelli è bello,
ma alle volte occuparsi della così detta “archeologia industriale”
è altrettanto interessante e prendendo spunto dalla scorsa puntata,
dalla prima gloria spallina, il primo idolo dei tifosi ferraresi,
proprio nella via in cui sto camminando ora, trovo giusto fermarmi
davanti ad un cancello, anni fa forse di colore azzurro, ma ora con
forti segni del tempo.
Mettallurgica Lux |
E’
chiuso, ed il cortile interno che si vede, versa in uno stato di
abbandono, dove le erbacce stanno “mangiando” le piante e la
ghiaia, e lo stabile non è certo in condizioni migliori.
In
questo edificio, ha avuto la sede una gloriosa azienda ferrarese, che
per tanti anni ha portato il nome di Ferrara in giro, non solo per
l’Italia ma anche oltre i confini nazionali, parliamo della
“Metallurgica Lux”, che, dopo una storia quasi centenaria ha
dovuto chiudere i battenti.
Era
il 1924 quando Gino Sgarbi e Girolamo Chiozzi fondavano le “Officine
Metallurgiche Sgarbi, Chiozzi & C.” per produrre lampade a
paraffina, lampade ad illuminazione e articoli casalinghi, facendo
nascere il marchio STELLA.
Nel
1934 la società acquista lo stabilimento dagli eredi della società
“Figli di Silvio Santini” che produceva lampade ad acetilene con
il marchio “ORSO”.
La
produzione prende piede ed i prodotti si contraddistinguono per la
loro qualità, tanto che nonostante l’arrivo del secondo conflitto
mondiale, l’azienda riuscirà a superare i duri anni ’40, al
contrario di altre ditte del settore.
Si
arriva così al 1952 quando i figli dei due fondatori (Abdon Sgarbi,
omonimo e nipote del giocatore prima ricordato, e Franco Chiozzi)
prendono le redini della società, ed il nome diventa “Metallurgica
Lux di Sgarbi & Chiozzi”, ed a partire dai primi anni '60,
decidono di abbandonare la produzione delle lampade a carburo, in
seguito al rapido diffondersi dell'illuminazione elettrica, per
concentrarsi in quella di articoli casalinghi.
Il
duo Sgarbi Chiozzi comincia
a rinnovare i macchinari ed il marchio Stella entra con successo nel
mercato dei casalinghi in acciaio inox, in particolar modo in quelle
delle caffettiere.
Nei
primi anni '70 altro cambio al vertice, esce Franco Chiozzi, e Abdon
Sgarbi, con la moglie Adele Bonsi, resta solo al comando della “nave”
di Via Volano.
Nel
2006 ultimo cambio al vertice, la figlia Marina subentra al padre,
ma, dopo alcuni anni di tranquillità, comincia un inesorabile
declino fino al triste epilogo del 2012.
Dopo
questo piccolo volo nel passato industriale di Ferrara, mi incammino
verso il centro, verso quelle zone che saranno il cuore pulsante
della nostra Maratona...la “Ferrara Marathon”.
Da
via Volano si arriva in via Bologna, svolto a destra e già ti appare
quella che rimane, assieme alla Porta degli Angeli (la “casa del
boia” per i ferraresi), l'unica Porta rimasta lungo l'antica cinta
muraria della città.
Porta Paola |
Siamo
nel 1612 quando, su progetto di Giovan Battista Aleotti detto
l'Argenta, viene fatta erigere dal Cardinal Legato Spinola questa
costruzione, ed a partire dalla seconda metà del '600, di fronte
alla porta, viene costruito un baluardo a forma di freccia (andato
completamente distrutto nel XIX secolo) e, mediante un ponte di legno
che collegava le due strutture, era possibile attraversare il fossato
difensivo di Ferrara.
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Porta Paola con il baluardo |
Venne denominata Paola, in onore del pontefice
regnante in quel periodo (Paolo V, lo stesso rappresentato della
statua attualmente posta in via 4 Novembre).
Nel '700, cominciano
le prime trasformazioni della porta per arrivare al 1798, con
l'arrivo dei francesi che,
vista la loro avversione al clero, decidono di cambiarle il nome,
denominandola Porta Reno, per la sua apertura in direzione
dell'omonimo fiume e tutt'oggi, sul lato di Via Bologna compare il
nome “Porta Paola” mentre, dal lato di Piazza Travaglio, compare
quello di “Porta Reno”.
Nel
800 perde la sua funzione militare e viene trasformata in un
ricevitoria daziaria dotata di pesa pubblica, con diverse guardie
sempre presenti ed un portiere che, con la propria famiglia, abita in
alcune stanze del piano superiore.
Tra
il 1898 ed il 1901, subisce uno di quegli interventi tutt'ora bene
visibili; è in questi tre anni che si procede ad abbattere i muri
laterali e ad isolarla come è tutt'ora. Questi passaggi aperti, al
contrario di oggi, erano muniti di cancelli, che venivano chiusi
nelle ore serali.
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Porta Paola con i cancelli ai lati |
Fino
ai primi anni '40 del 900, continuò ad essere utilizzata come
ufficio del dazio; dopo la guerra invece, per un breve periodo fu a
disposizione della Cassa di Risparmio di Ferrara e poi nuovamente al
Comune fino ai primi anni '70, quando divenne praticamente solo un
deposito.
Nei
primi anni '60 invece, fu aperto l'ulteriore varco nei pressi della
Porta, quello che unisce le attuali Via Kennedy e Corso Porta Reno.
Varco su Porta Reno aperto negli anni 60 del '900 |
Ed
ora piccolo volo con la nostra immaginazione..........
Siamo
davanti alla nostra Porta, le guardie ci fanno passare,
l'attraversiamo per ritrovarci nell'attuale Piazza Travaglio (nei
secoli passati il suo nome passò da Piazza Travaglio o del dolore, a
Piazza di Porta Reno, per ritornare ai giorni nostri al nome
originario).
In
questo spazio, ora malauguratamente ridotto a parcheggio tranne il
lunedì mattina, dove da decenni regna incontrastato il mercato
ambulante, fin dal 1468 venivano messi alla gogna i colpevoli dei
crimini più disparati, esposti sopra un palco, con l'indicazione del
reato commesso e la condanna inflitta, mentre le pene capitali,
durante il periodo della dinastia estense, venivano eseguite al di
fuori delle mura cittadine.
Nel
XVII e XVIII secolo invece, la piazza fu teatro anche delle pene
capitali, le ultime datate 11 dicembre 1857, quando venne tolta la
vita al trentunenne Giovanni Ferrari per aver ucciso il suo titolare,
il dott. Alfonso Gandini e 28 settembre 1861, quando la stessa sorte,
cadde su tal Vincenzo Romoli per aver ucciso un certo Galamini di
Russi.
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Piazza
Travaglio nel 1900, piazza utilizzata per giostre e saltimbanchi
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Con
Porta Paola e Piazza Travaglio il nostro girovagare turistico per
Ferrara, ha iniziato a scoprire quelle zone del centro cittadino che
saranno maggiormente coinvolte, il 15 marzo, nella nostra Ferrara
Marathon e la prossima settimana, da qui ripartiremo.
Alessandro
Polesinanti