lunedì 30 marzo 2015

GESSI WILD TRAIL: DI BARBORA/FERRARI SUGLI SCUDI .....E DIVERTIMENTO PER TUTTI


Una bellissima giornata di sole ha accolto il gruppo Corriferrara a Casola presso la locanda Il Cardello teatro di partenza ed arrivo di questa edizione del Gessi Wild Trail, un trail spiccatamente "WILD" non solo per il nome ma anche per l'approccio che gli organizzatori vogliono dare all'evento, in primis invitando i concorrenti a VIVERE il percorso senza ossessione di passo gara o kilometraggio (ma sempre gara era...) bensì correndo a sensazione (io nel mio piccolo questa volta il GPS l'ho usato solo per tener traccia del percorso).
Il percorso....già, ...e che percorso.....molto WILD, si parte tutti compatti dietro Ciro (responsabile percorso) a mo' di safety car e ci si dirige verso il Parco Naturale dei Gessi con una leggera costante ascesa che fa (forse) pensare che sarà una tipica corsa tra i prati come tante, la salita si fa via via più aspra, qualche su e giù tra i prati fino al ristoro (circa 5° km) da dove inizia il "vero wild trail", infatti subito dopo vedo un serpentone (quando sono arrivato io ...ormai era un tratteggio, ma comunque...) che si arrampica come un gregge di caprette su un'invisibile percorso a zig zag su un costone ripidissimo.
Mi avvicino e comincio ad arrampicarmi, in alcuni tratti a 4zampe, ci si aiuta aggrappandosi agli alberelli, sento sbuffare in lontananza, qualcuno si "lamenta" che è tutto "troppo" wild, io mi sento un capriolo (ancora per un po'....) e sgambetto guadagnando qualche posizione pur cercando di tenere le energie per il prosieguo (perché ora mi aspetto anche di peggio, visto che la corsa è ancora lunga).
Si arriva in cima e le gambe fanno "nuove amicizie".....(muscoletti sconosciuti), ma non c'è e no ci deve essere sosta e quindi via giù per il fianco della montagna in mezzo al bosco in una gimkana infinita di zig zag tra gli alberi (che aiutano ancora a tenere), io che sono nelle retrovie seguo le tracce senza nemmeno alzare lo sguardo (anche perché i passaggi sono spesso bassi) e penso a chi come Matteo Zaniboni è molto più alto di me e si dovrà piegare letteralmente in 2, il fondo è ancora un po' scivoloso anche se il terreno poroso asciuga in fretta, un altra cosa wild è il fatto che il sentiero sia "sporco" ci sono tante radici, tronchi e foglie, bisogna saltellare in qua e in la e le gambe (le mie almeno, che sono allenate quasi 0) non rispondono più come prima, inciampo più volte, penso "caspita, forse era meglio liberare un po' meglio i passaggi (tra l'altro quasi obbligati perchè molto stretti)", ma poi mi viene in mente il motivo per cui sono venuto e mi abituo alla giornata "wild".
In discesa cerco qualche pozzanghera un po' per pulire le scarpe (almeno nel mio delirio agonistico....credo) e un po' per non arrivare troppo pulito al traguardo e sembrare un fighetto; il primo anello intorno al colle ( ma sembra il K2) è quasi terminato e arriviamo al pianetto dove è ubicato il ristoro (sempre lo stesso, fornitissimo, dove passeremo in totale 3 volte) si ricomincia a salire ancora sempre zigzagando, sento le voci (...no non sono ancora imbambito) ma non vedo nessuno tanto è fitta la vegetazione, suppongo siano quelli che stanno girando sopra o sotto di me sul versante opposto intorno al Parco Naturale che ci ospita, alternando tratti più stretti a cunicoli tra i rami bassi, un saltello ogni tanto per non annoiarsi, il percorso passa anche sopra (o sotto, a volte il dilemma è dove passare) alberi caduti, le gambe ogni volta che ammortizzano mi comunicano che il conto alla rovescia è iniziato.....ad un certo numero di salti GRIPPERANNO. 
....ancora salita e ancora zig zag, la salita è ormai normalmente scoscesa, ogni tanto non mi piego abbastanza e "sboccio" nei rami bassi ( e penso al possibile mal di testa di Matteo....glielo chiederò al traguardo) io mi sono abituato, le mie gambe invece cominciano ad essere incerte negli appoggi........proprio adesso che il percorso gira di nuovo sul bellissimo crinale single trek, a destra il vuoto e la preoccupazione un po' si fa sentire, bisogna essere wild ma anche portare a casa la pellaccia (qualcuno oggi finirà con slogatura, e alla fine ho visto un ragazzo con la spalla fasciata farsi medicare dal 118 presente).....vedo la vetta ed in lontananza chi mi precede avanzare a quattrozampe con circospezione.
Finalmente siamo al ristoro, (ultimo passaggio) al momento giusto perché ho finito i liquidi nelle borracce che ho dentro lo zaino, ho un accenno di crampi e penso che bevendo mi passerà, adesso è tutta discesa fino al traguardo, dobbiamo ripercorrere il primo tratto a ritroso e so che saranno più discese che salite, vedo in lontananza vari gruppetti correre sul prato grandissimo sotto di me, adesso è ora di tirare il collo alle ultime energie tenute per il finale (Massi mi aveva avvisato che quando arrivava la discesa finale saremmo stati stanchini, e per questo avevo "serbato" qualcosina)...........ma GAME OVER i crampi mi segano letteralmente, vedo allontanarsi inesorabilmente chi mi precede.
Va beh, mando messaggi a casa (..e mi sgridano perché sono ancora sul percorso dopo quasi 3 ore......ma sono 2.27' .....magari era uno sprone ?!? boh), la prendo con filosofia, in fondo mi sono davvero divertito ed era da tempo che aspettavo questa gara, il sole scalda tanto (al traguardo 20 gradi), comincio a pensare al pasta party finale con birra e chissà cosa altro, l'agonismo è ormai sotto le suole al posto del fango.....corricchio comunque per irridere i crampi ma ormai ci ho mollato e va bene così.
Sento lo speaker che annuncia via via gli arrivi e..........arrivo anche io, gli altri ragazzi sono "svaccati" a lato del gonfiabile di arrivo che mi aspettano.......mancavo ovviamente solo io.....Emiliano fotografa il mio arrivo, il chip non suona (lo avevo messo come tanti in tasca, perchè era SDAM quello da corsa podistica che poco si interfaccia con le stringhe delle scarpe, ai trail di solito si usa quello con fascetta cavigliera) quindi devo fare gli straordinari, mi sdraio a terra e scimmiotto un po' facendo un improbabile (ignobile) passo del leopardo, vado al ristoro a fare il carico, pasta salame formaggio e bruschetta oltre la birra artigianale del pacco gara, mi vado a sedere con gli altri, ci raggiunge Angela che ho battuto SOLO al ristoro, lì sono più veloce ahahah
questo il mio resoconto, per gli altri credo più o meno le stesse forti emozioni (anche se Alessandra diceva che ha preferito quello fatto poco tempo fa con Manuel, in zona adiacente se non sbaglio comunque in Romagna), forse meno fatica, migliori risultati cronometrici sicuramente (Alessandra 3.a di cat. e Manuel 9.o) ma adesso ......FESTA
.....tra una chiacchiera e l'altra chiedo finalmente a Matteo come si è trovato con i rami bassi, sembra bene ahahahah, ecco i suoi commenti da neofita (che va però veloce) "Come primo trail non posso lamentarmi, mi sono divertito e il gruppo dei ragazzi è ottimo;  è un impegno completamente diverso dalla corsa su strada, ho scoperto di essere parecchio scarso in discesa e di avere l’agilità di un paracarro sui costoni, però hanno fatto un bel regalo (almeno per me) gli organizzatori riducendo da 20 a 16 km la lunghezza del percorso.

GIORNATONA.........
Romano Gagliardi



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