lunedì 12 gennaio 2015

LA CORRIFERRARA A SPASSO NEL TEMPO 14

14° PUNTATA – PORTA A PORTA...... e SPAL

Porta Romana ieri
 
Per questo quattordicesimo viaggio, voglio ritornare in via Cisterna del Follo, manca ancora un edificio che merita di essere menzionato, e da qui, proseguendo per via Savonarola, risalire la città.
Dopo un caldissimo caffè che, vista la brina sul prato, è benzina indispensabile per uscire da casa, inforco la mia Bianchi e, munito dei necessari guanti e della mia Nikon, riprendo la retta via per la mia meta.
Oltrepassato il Volano, per entrare in città, mi dirigo per via Porta Romana, ma non prima d'aver riletto la storia, l'origine, di questo importante (una volta) accesso di Ferrara.



Se mio nonno fosse ancora vicino a me, guardando quel che resta oggi di questo passaggio, mi darebbe un'altra delle sue perle di saggezza popolare: “ Guarda Alessandro, da luntàn na piègura la par un can” (per i non ferraresi: “da lontano una pecora sembra un cane”, cioè “a volte quello che sembra non è quello che è).

Porta Romana oggi

 
La storia di Porta Romana va letta di pari passo con l'ormai dimentica Porta di San Giorgio, i cui resti, si trovano in un passaggio del sottomura cittadino molto familiare ai podisti ferraresi, e quest'ultima ha un passato importante, che di certo, visto l’attuale stato in cui versa, nessuno direbbe.

Porta San Giorgio oggi

Un tempo la strada di Porta Romana, corrispondeva al tratto compreso tra Porta San Pietro e via XX Settembre, per terminare nella Porta di San Giorgio, così chiamata perché si apriva sull'omonimo borgo, col quale, dal 1682, era unita con uno splendido ponte in mattoni.
Passati alcuni secoli, negli anni compresi tra il 1891 e 1894, a seguito della bonifica del Burana, viene abbattuto e ricostruito in ferro, per poi ridursi in macerie con i bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale.
Il ponte ancora oggi utilizzato, verrà costruito nel 1946 ed abbellito con le quattro statue dei Santi Giorgio, Maurelio, Filippo Neri e Rocco.
Vi sono alcuni eventi che meritano di essere raccontati per testimoniare quello che fu il glorioso passato di questo importante accesso alla città.
Le cronache dell'epoca ci dicono che il 3 luglio del 1473, entrò in Ferrara, Eleonora d'Aragona, figlia di Ferdinando I re di Napoli, che giunse per sposare il Duca Ercole I d'Este; o ancora, il 22 aprile 1543, quando Papa Paolo III Farnese, accompagnato da venti cardinali, quaranta vescovi e ambasciatori, con un seguito di sessanta carrozze e 1400 cavalli, entrò in Ferrara per celebrare la festa di San Giorgio. Papa Clemente VIII, l’8 maggio 1598, accompagnato da 27 cardinali, quaranta tra patriarchi, arcivescovi e vescovi a cavallo e tutta la corte pontificia, arrivò a Ferrara, per visitare la cattedrale e prese alloggio nel castello rimanendovi sei mesi e mezzo. 

Porta San Giorgio ieri

 
Dai gloriosi fasti del periodo estense, si arriva al 1914, quando la Porta di San Giorgio, viene chiusa ed interrata, per realizzare una Barriera daziaria nell'attuale Porta Romana, in seguito a sua volta demolita per far posto ad un distributore di carburante.
Oggi di tutto questo rimane un mesto muro, coperto in parte da un albero.
La Porta venne denominata “Romana”, perché uscendo da Ferrara, questa era la strada per raggiungere l'antica via Emilia, detta in passato “Strada Romana”, per arrivare in Romagna e da qui Roma.



Lasciando le porte al loro attuale, triste, destino, riprendo la mia strada.
Pedalata dopo pedalata, attraverso via Formignana e nuovamente riprendo via Cisterna del Follo e come ogni buon ciclista ferrarese, essendo in contromano, scendo dal mio mezzo e continuo passeggiando.
Superato il Palazzo Diotisalvi Neroni, al civico n. 1, eccomi davanti ad una casa storica, importante, che ha dato i natali ad uno dei personaggi più illustri della nostra Ferrara, stiamo parlando di
Giorgio Bassani.

Casa natale di Giorgio Bassani
 
n poche righe non è possibile raccontare la vita di questo personaggio, perché non fu solo un grande scrittore, ma fu anche giornalista, insegnante, sceneggiatore, consigliere comunale a Ferrara, vicepresidente Rai, presidente di “Italia Nostra”, insomma un personaggio poliedrico che, non solo in vita, ma ancora oggi, a quasi quindici anni dalla morte, avvenuta a Roma il 13 aprile 2000, continua a dare prestigio alla nostra città, quindi, preferisco riportare in questa puntata (anche perché entrerà ancora più volte nelle prossime) solo poche parole della sua vita finché visse a Ferrara.



Giorgio Bassani nasce a Bologna il 4 marzo 1916, in una famiglia dell'alta borghesia ebraica ferrarese, che solo temporaneamente si era trasferita nella città felsinea.
La madre, Dora Minerbi, che insegna canto, ma solo fino al matrimonio, è figlia di un primario dell'ospedale Sant'Anna di Ferrara, Cesare Minerbi, e sarà proprio la professione del padre che le permetterà di conoscere Enrico Bassani (il padre di Giorgio) che sposerà nel 1915; Cesare Minerbi era infatti il medico della famiglia Bassani.
Enrico, medico a sua volta, ma senza aver mai esercitato la professione, proveniva da una famiglia di commercianti di tessuti, oltre ad avere delle proprietà terriere in provincia, e sarà proprio la gestione di queste terre la sua attività principale.
Dopo le scuole obbligatorie, Giorgio Bassani frequentò il Liceo Ariosto per poi iscriversi, una volta raggiunta la maturità classica, alla facoltà di Lettere all'Università di Bologna.
Nel 1935 pubblica sul quotidiano “Corriere Padano”, il suo primo racconto e continuerà fino al 1937 quando, a causa delle leggi razziali, sarà costretto a lasciare il giornale.
Si laurea nel 1939, ma, sempre a causa delle leggi razziali, anziché insegnare nelle scuole statali, dovrà ripiegare sulla scuola del ghetto ebraico di Ferrara.
Nel maggio del 1943, per la sua attività antifascista, viene arrestato e condotto in carcere, per essere liberato il 26 luglio.
Il successivo 4 agosto si sposa a Bologna, da qui si recherà a Firenze e poi a Roma, che diventerà la sua città di residenza definitiva.



Ma ritorniamo al periodo ferrarese, dei primi anni '20.
Il Giorgio è un piccolo bambino che ha la fortuna di essere nato in una famiglia agiata, che gli ha certamente permesso di vivere un'infanzia serena, per poi diventare famoso decenni dopo, anche al di fuori dei confini nazionali, ma se questa stessa famiglia la potessimo trasportare ai giorni nostri, oltre al figlio anche il padre Enrico sarebbe un personaggio molto noto (mentre oggi di Enrico Bassani nessuno parla) almeno nella nostra città.


Siamo a cavallo degli anni 1921/22, quando ancora l'Italia si lecca le ferite del primo conflitto mondiale, quando il fascismo è ancora agli albori, quando a Ferrara il Palio è ancora ai più sconosciuto, ma c'è una cosa che sta destando sempre più interesse in città, che sta calamitando l'attenzione dei più giovani e non solo, è la squadra di calcio, è la S.P.A.L.

Come riportato nella foto, gruppo di tifosi spallini in trasferta verso Carpi, 18/04/20
Dopo le prime presidenze del dott. Aminta Gulinati e del rag. Antonio Santini, il nuovo Presidente del club è proprio Enrico Bassani, padre di Giorgio, che rimase in carica fino al 1924.
Erano i tempi in cui la squadra giocava nel campo sportivo di Piazza d'Armi (ora scomparso), dove i calciatori erano prevalentemente italiani ed i pochi stranieri provenivano principalmente dall'est Europa.
Come la Spal dei giorni nostri, anche quella di Bassani non vinse nulla, ma di certo il calcio all'epoca era un'altra cosa, però durante la sua presidenza, ci fu l'esplosione di un ragazzo, da poco giunto dalla natia Bondeno, Abdon Sgarbi, centrocampista dai “piedi buoni”, che esplose in maglia Spal, tanto da essere ceduto da lì a pochi anni al Milan ed esordire in nazionale il 28 aprile 1929.

Abdon Sgarbi – 111 presenze e 19 gol in maglia Spal



Abdon Sgarbi – 62 presenze e 5 gol in maglia Milan



















Quella rimase la sua unica presenza, perché, una malattia fulminante, una infezione tifoidea, lo colse nell'agosto dello stesso anno.


Un altro Sgarbi, un nipote, una ventina d'anni dopo a Ferrara.............. ma questa è un'altra storia che vedremo più avanti.



Mamma mia come è volato il tempo, accidenti ai miei pensieri, ed io che volevo anche incamminarmi anche per via Savonarola.........sarà per una prossima puntata.


Alessandro Polesinanti