lunedì 24 novembre 2025

10 km di Faenza

 






La 10 km di Faenza: quando la corsa sfiora il mistero

Faenza, 23 novembre 2025 — Nella città delle ceramiche, dove ogni vicolo conserva l’eco di antiche storie e ogni maiolica sembra riflettere un pezzo d’anima romagnola, si è corsa la 10 km di Faenza, una gara che quest’anno ha assunto i contorni di una piccola leggenda.

I podisti sono partiti alle 09:30, quando l’aria frizzante di fine novembre velava ancora la città con una leggera foschia, simile a una coperta sospesa tra realtà e immaginazione. C’è chi giura di aver intravisto, lungo le curve che costeggiano le botteghe dei maestri ceramisti, l’ombra della Ghilana, il fantasma benevolo delle tradizioni faentine: una figura sottile, avvolta in un manto di bruma, che si dice appaia per proteggere chi corre con cuore sincero.

E qualcuno, all’altezza del vecchio convento, ha persino parlato di un monaco inquieto, apparso come un lampo tra gli archi, quasi a misurare con passo antico il ritmo dei corridori moderni. Suggestione? Forse. Ma a Faenza le leggende camminano spesso accanto alla realtà.

Le voci dei protagonisti

Tra i partecipanti spicca il commento di Alessandro Medri, autore di una prova solida e carica di determinazione:

“Quando vai a correre in Romagna trovi tanti concorrenti molto competitivi. Contento del tempo fatto, altro tassello verso il progressivo miglioramento delle prestazioni.”

Medri ha affrontato il percorso con lucidità e coraggio, mantenendo un passo costante che sembra già preludere a nuovi traguardi.

Soddisfatto anche Angelo Visentini, che ha utilizzato la 10 km come test dopo la grande fatica della maratona:

“Ad una settimana dalla maratona di Verona ok.”

Parole brevi, asciutte, quasi monastiche e non è sfuggito a nessuno il sorriso di chi sa di aver ritrovato la gamba giusta nel momento migliore.

Una gara tra sport e magia

La 10 km di Faenza 2025 non è stata solo una competizione podistica: è stata un intreccio di storia, fatica, leggende e respiri corti. Un percorso che, tra le ceramiche che catturano la luce e le ombre che sembrano muoversi da sole, ha regalato ai partecipanti l’impressione di correre non solo nello spazio, ma anche nel tempo.

Ogni atleta ha portato con sé un pezzo di questa terra ospitale e misteriosa. E chissà: forse la Ghilana, lassù nella foschia, ha sorriso di nuovo.



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