Campestre di Bondeno, 16 novembre 2025 – Quando la fatica profuma di avventura.
A Bondeno, dove il vento scivola tra i filari e il Po sembra osservare silenzioso ogni impresa umana, la corsa campestre non è mai soltanto una gara. È un richiamo antico, simile a quello che spingeva i ragazzi della via Pál a difendere il loro campo di battaglia: un misto di orgoglio, amicizia e coraggio.
Così, nella fresca mattina del 16 novembre, la seconda Campestre – Trofeo Città di Ferrara ha portato sull’erba umida un brulicare di magliette colorate, risate, fiato corto e occhi pieni di determinazione. Bondeno, con il suo carattere semplice e generoso, ha accolto tutti come si accoglie una piccola festa popolare: senza clamori, ma con l’autenticità di chi conosce il valore delle cose fatte con il cuore.
I podi Corriferra: la banda dei tenaci
E come in ogni bella storia di squadra, anche qui ci sono stati i “capitani”, gli eroi del giorno che, senza sventolare bandiere ma stringendo i denti, hanno conquistato i gradini più alti del podio:
A seguire, con lo stesso spirito battagliero:
Gonzalez Garcia Lucia – 2^ categoria
Rinaldi Laura – 2^ categoria
E ancora, a completare una giornata ricca di metallo e soddisfazioni:
I giovani: il futuro che corre veloce
Se gli adulti hanno mostrato forza ed esperienza, i più giovani hanno portato in gara qualcosa di ancora più prezioso: lo stupore e l’incoscienza felice di chi corre “perché sì”, come avrebbero fatto Nemecsek e i suoi compagni.
Tra gli esordienti, Valarini Leonardo ha centrato un bel 2° posto di categoria, mentre tra i Pulcini il piccolo Bubola Gregory Arthur ha ottenuto un brillante 3° posto.
Piccoli guerrieri che già imparano ciò che la campestre insegna meglio di qualunque maestro: a crescere non solo nei piedi, ma nel carattere.
I commenti dal campo: la voce degli eroi del fango
Le parole degli atleti raccontano, più dei risultati, ciò che davvero è accaduto.
Massimo Corà,
senza filtri, ci restituisce la verità genuina della corsa:“Oggi alla seconda campestre Trofeo Città di Ferrara pitona colossale! Ma è proprio questo il bello! Bisogna riabituarsi alle gare, alla fatica cattiva, a tribolare e stringere i denti! Complimenti agli organizzatori perché il percorso era stra bello!”Un racconto che profuma di terra, di respiro caldo, di quel “tribolare” che forma i veri corridori.
Sul versante delle sensazioni ritrovate, arriva la voce di Giovanni Simone, per gli amici, John Simon: “Torno a gareggiare per la mia 1^ gara corta dell’anno e dopo gli infortuni devo dire che mi sono divertito. Campestre gradevole dove potevo spingere anche di più; comunque buone sensazioni e bravi per un’ottima organizzazione. Un caro saluto, il vostro John Simon.”
E infine il commento tecnico e brillante di Alessandro Medri, fresco vincitore di categoria: “Gara con bel percorso tecnico che richiede ritmo e forza. Un'altra tappa positiva prima della campestre finale a Ferrara.”
Conclusione: ciò che resta
Al termine della giornata, quando le bandane sono ormai fradice e le scarpe raccolgono più terra che battiti, ciò che rimane davvero è lo spirito della campestre: quell’alchimia di fatica e gioia che trasforma un gruppo di corridori in una piccola comunità. Bondeno ha regalato campi, curve, polvere e vento. Gli atleti ci hanno messo gambe, sudore e cuore. Il resto è storia, una storia semplice, ma piena di vita, come quelle che si raccontano nelle sere d’inverno, quando si torna a casa con la certezza di aver lottato, e vinto, tutti insieme.








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