domenica 21 maggio 2017

RANDO IMPERATOR: UN SUPER PAOLO FRANZINI




E il Corriferrara Bike Team c’è!

Nelle giornate di sabato 6 e domenica 7 Maggio ha avuto luogo l’ormai tradizionale appuntamento annuale della Rando Imperator.
Il percorso di questa manifestazione prevede 3 percorsi:
Monaco di Baviera – Ferrara di 600 km
Monaco di Baviera – Bolzano di 300 km
Bolzano – Ferrara di 300 km

Il Corriferrara Bike Team c’è, o meglio ci sono soltanto io a Bolzano a indossare la nostra divisa sociale ma sono in ottima compagnia, e il nutrito gruppo di partecipanti (alla fine si contano circa 170 iscritti) è animato dal medesimo spirito di sfida e avventura.
Ma andiamo con ordine e facciamo qualche passo indietro.
L’idea di partecipare ad una randonnée parte qualche tempo fa. Viene vissuta e condivisa dal sottoscritto e Cinzia Carlini e nasce da una semplice e basilare curiosità: che cosa si può provare a percorrere 300 km in bicicletta? E’ una sfida, ovvio. Il desiderio di confrontarsi con se stessi. Un modo molto essenziale per mettere alla prova le proprie capacità di resistenza e durata alla fatica.
Per un attimo, ma davvero solo per un breve istante, l’occhio era caduto sui 600 km, però la ragione ha prevalso sull’immaginazione e alla fine ci si è concentrati decisamente su questa distanza, i 300 km che separano Bolzano da Ferrara.
La randonnée nasce in Italia nel 1897 mentre in Francia, nel 1904 l’Audax Club Parisienne ne definì le regole, istituendone successivamente i primi brevetti. Nel 1998 questa disciplina sportiva venne riportata in Italia. La manifestazione principe è la Parigi-Brest-Parigi (1200 km) che si svolge ogni quattro anni.
Ma che cos’è una randonnée? E’ una prova di bici su strada senza classifica su distanze lunghissime. Il ciclista deve viaggiare sempre in totale autonomia e ad ogni partecipante viene consegnato un “road book” del percorso da seguire. Esistono punti di controllo ma non esiste mai un vincitore. Possiamo quindi affermare che la randonnée è un modo libero di intendere la bicicletta, in cui prevale lo spirito di libertà e di sfida con se stessi.
Fatto questo breve excursus storico, torniamo al presente.
Insieme a Cinzia (Team Borghi) decidiamo dunque di prendere parte alla Bolzano-Ferrara, e fin dal primo istante l’idea di percorrere 300 km in bici ci riempie di entusiasmo e curiosità. Roberto Bersanetti (CSP) e Enzo Ridolfi (Marchetti Materassi) si uniscono con entusiasmo al nostro progetto. Ed è così che sabato 5 maggio ci mettiamo in movimento. Ritrovo alle 13:30 a Ferrara per il carico bici, dopo di che viaggio in pullman con direzione Bolzano.
In Piazza Werther troviamo il gazebo di Witoor (l’ente organizzatore). Ci registriamo, ritiriamo il numero di gara e il cartellino giallo per i controlli. Dopo di che prendiamo possesso della camera in hotel e passiamo la serata in un ottimo ristorante Paulaner, a base di birra e carne alla brace. Le proteine ci serviranno per l’indomani mattina.
E alle 05:30 siamo puntualmente schierati al via. L’aria è fresca (ha piovuto durante la notte), ma noi siamo caldi e determinati a metterci alla prova. La piazza, nonostante la penombra, è animata da altri atleti, mentre il denominatore comune è il sorriso stampato sul volto di ciascuno di noi. Foto di rito prima della partenza, poi via. Nel tiepido bagliore del primo tramonto di Bolzano parte la nostra avventura.
La Rando Imperator si sviluppa su piste ciclabili lungo la Via Claudia Augusta, l’antica strada romana che collegava il Danubio al Po e all’Adriatico.
I primi 110 km lungo la ciclabile dell’Adige volano via che è un piacere, oltrepassiamo Trento e quasi senza nemmeno rendercene conto siamo già arrivati al primo punto ristoro e controllo a Avio. Ci rifocilliamo, riempiamo le borracce, beviamo un caffè e ripartiamo alla volta di Mantova.
Nel complesso il tempo regge bene. Il cielo è sempre coperto e ogni tanto veniamo investiti da una leggera pioggerellina che però non infastidisce più di tanto.
Le piste ciclabili sono pressoché perfette, alcune addirittura asfaltate di fresco, il che ci stupisce e non poco pensando alla condizione spesso disastrata delle nostre strade provinciali.
Arriviamo all’altezza di Rivoli Veronese e qui incontriamo i primi problemi, non tanto per la salita che dobbiamo affrontare, piuttosto ripida e impegnativa (pendenza 10%) ma nel complesso breve e abbordabile, quanto perché non troviamo più le indicazioni del percorso.
Decidiamo di deviare verso Bardolino e da li, dopo un tratto in discesa, oltrepassiamo Lazise, il Movieland Park e Gardaland e ci dirigiamo verso Peschiera del Garda. Lo scenario del Lago di Garda dall’alto è spettacolare.
Una volta a Peschiera prendiamo la ciclabile del Mincio e qui sembra quasi di entrare in un mondo incantato, tanta è la bellezza poetica di questo tratto di  percorso. Passiamo per Monzambano, Valeggio sul Mincio, la bellissima Borghetto, e proprio quando le gambe cominciano a bruciare per la stanchezza ci troviamo nella zona Laghi che preannuncia l’ingresso a Mantova.
Proseguiamo lungo la ciclabile, intravediamo la figura maestosa del Castello dei Gonzaga, e finalmente raggiungiamo il secondo punto ristoro e controllo, a Cerese, con i volontari dell’Avis.
Troviamo una meravigliosa tavola imbandita con pinzoni e ciccioli, oltre a Lambrusco mantovano. Ma la sorpresa più gradita è un succulento piatto di risotto alla mantovana che ognuno di noi gradisce, alcuni con tanto di bis.
Ci prendiamo il tempo necessario per un po’ di stretching, per scambiare qualche battuta con altri atleti che nel frattempo arrivano e ripartono, oltre che per cambiarci gli indumenti zuppi di sudore, in previsione degli ultimi 100 km che ancora dobbiamo affrontare.
Si riparte, adesso le immagini scorrono veloci, saliamo sull’argine del Po, sponda sinistra, a Castelmassa svoltiamo a destra lungo il ponte, poi nuovamente sulla sponda adesso destra del Po, la Rocca di Stellata, Bondeno, la ciclabile del Burana, via Modena a Ferrara, l’arrivo ai piedi del Castello Estense, accolti dalla ola degli organizzatori che ci stanno aspettando, ci sono anche delle persone incuriosite di sapere di che cosa si tratta, da dove arriviamo, quanti km abbiamo percorso.
Controlliamo il computer di bordo, alla fine registriamo 320 km.
E’ il momento della festa. Ci abbracciamo, ci baciamo, siamo felici, stringiamo mani, pacche sulle spalle, arrivano altri ciclisti, ci guardiamo negli occhi e non abbiamo bisogno di ulteriori parole per dirci quello che già sappiamo.
Abbiamo vissuto una meravigliosa esperienza che forse ci ha già contagiato e che molto probabilmente dovremo ripetere l’anno prossimo.
Un complimento all’organizzazione ma, soprattutto, un ringraziamento speciale ai miei meravigliosi compagni di viaggio: Cinzia Carlini, Roberto Bersanetti, Enzo Ridolfi.
Ci siamo proprio divertiti.



   










   
   


   

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