lunedì 16 novembre 2015

Maratón Valencia: un'emozione immensa per Laura Genuardi e Federico Oliani


Alzi il naso all’insù e il cielo è azzurro… il sole alto e caldo: l’altra faccia della medaglia è la nebbia, ma per fortuna, quella, non esiste! Sembra l’inizio di una piccola favola attraverso un viaggio lungo 42,195 Km: ed è proprio così!
A Valencia il tempo non esiste, la Maratona è sacra, la città si colora di sorrisi ed è un tripudio di colori senza fine. Gli occhi della gente straripano di grinta e i “batti cinque” dei bambini sono talmente tanti da non riuscire a contarli!
L’expo toglie il fiato, lo scenario è ancora più bello di quanto potessimo immaginare e gli striscioni “CORRE A ANIMAR” posti lungo le strade sono il chiaro esempio di quanto questo sport sia sentito nel paese.
Ritiriamo il pettorale con la stessa felicità di un bambino di fronte a un regalo. Le nostre scarpe hanno l’ansia, tutto di noi ha l’ansia quella mattina. 
Siamo quasi 23mila persone allo start, di cui 16mila per la maratona e 7mila per la 10Km che corre in parallelo sullo start della 42 km. Musica, allegria, festa… è tutta una grinta senza fine.
Allacciamo bene le scarpe, sistemiamo al meglio il pettorale: pronti. Si parte davvero! Adesso l’immaginazione non serve più, denti stretti, sorriso stampato e via!
Il motivo che spinge un amante della corsa a fare una maratona è sempre diverso e pieno di sfaccettature, ma di una cosa sono certa: la Maratona è un viaggio dentro te stesso, si serve delle tue gambe per arrivare alla testa: il fulcro di tutto, lì la vera maratona inizia al 30°km e ha quella strana voglia di prenderti in contropiede, il più è far sì che sia la tua testa a imporsi!
I primi 15 km volano letteralmente in uno schiocco di dita, Federico parte come un fulmine insieme alla sua tenacia, mente mi ritrovo al ristoro del 20° km ancora integra e quasi stupita; solo una cosa mi abbandona sul più bello: il mio gps. Di certo non ho chissà quali soluzioni a disposizione, perciò animo in pace, ristoro e avanti.
Passano i km e la mia mente inizia a viaggiare, accumulo metri e km, km e metri… arrivo al 25° e inizio a prendere coscienza della distanza: la stavo percorrendo davvero… e non ero in bici! Incontro una signora veneta, maratoneta esperta al suo dire, ma la positività non è il suo forte: “stai attenta, al 30° di sicuro inizierai a stare male… ma tu continua. Abituati, che ci vuoi fare!”.
Sta scherzando, spero! Certe cose non puoi dirle al 25°! No, ha ragione invece… al 34° le gambe si fanno davvero pesanti, sono senza orologio, non ho riferimento alcuno del mio tempo, allora rallento un attimo in attesa del ristoro, nel frattempo ragiono.
Mille pensieri mi affollano la mente e contestualmente la folla di maratoneti si dirada un attimo… sull’asfalto è ben visibile la linea blu tracciata della misurazione del percorso, è perfettamente continua, senza alcun segno di interruzione… resetto tutti i pensieri all’istante, allontano la maratoneta negativa e riparto pensando che quelle gambe così pesanti non siano mai state le mie. Arrivo al 40° tra “Vamos” e “Animo”, mancano 2 km e 197 metri… il più è fatto: adesso è tutto cuore! Animo!
L’ingresso nella Città della Scienza è qualcosa di indescrivibile, un tappeto azzurro che profuma di “esfuerzo e superacion”, un piccolo traguardo tirato fuori dal cassetto e rincorso con la forza delle gambe per  34 km, interamente col cervello per altri 6000 metri… e il resto è magia: il tripudio della felicità! Puoi solo piangere di gioia perché non è possibile fare diversamente.
Ci sono attimi precisi, momenti in cui quando arrivi in fondo a una maratona hai un senso di “cosmico” davanti a te, che le migliori parole non riescono a descriverlo. Non saprei bene definire cos’è. Quel momento in cui arrivi, e smetti di far andare gambe, braccia e cervello, in cui il cuore finalmente rallenta e gli occhi diventano lucidi: esattamente, come si chiama?!
Magari ognuno di noi ha corso una maratona, o in generale una gara che riteneva al di sopra della proprie capacità, ecco credo che sì, ognuno di noi abbia provato quel "cosmico". E ognuno potrebbe raccontarlo in modo diverso. La prima maratona non è un’esperienza di sport e basta, è un’esperienza di vita che si chiama magia; una di quelle che non dimentichi.
Maratona fatta, medaglia portata a casa, per noi 42,195 Km di felicità.

P.s. Ovviamente come da tradizione anche l'aspetto culinario vuole la sua parte: non ci siamo risparmiati con le gambe, anche perché non ne avevamo più! E allora perché risparmiarsi su paella, dolci e compagnia?! Abbiamo dato il meglio di noi, non c'è dubbio.
Laura Genuardi


La mia Maratona è una di quelle avventure che dura mesi, fatta di sacrifici, di allenamenti, di birre, di gare in posti sperduti, di risate, di nuove amicizie e che termina appena passato il traguardo con uno scoppio di vere lacrime di gioia per un'emozione che penso non proverò mai più in vita mia. Sì, perchè alla fine la corsa è proprio questo, un percorso fatto di emozioni e non di freddo asfalto, in cui il calore del pubblico e la simpatia e l'affetto di chi ti sta vicino riesce a farti volare fino all'arrivo. Ed è proprio questo che ricorderò su tutto: migliaia di persone che incitano leggendo il tuo nome sul pettorale come fossi un campione, che ti aiutano, che ti allungano una bottiglia di acqua, che ti fanno continuare con un "animo, Federigo, vamos!!!" anche quando pensi di non farcela più, che gratificano tutto quello che hai fatto per mesi, per essere li, per dare il meglio, per passare i tuoi limiti.
La cosa più bella di tutte? Aver condiviso questo viaggio con una persona speciale, grazie Laura.
Federico Oliani








CLASSIFICA COMPLETA

VALENCIA km 42,195
 OLIANI FEDERICO
3h44'18" 5'18"/km 42+14
 GENUARDI LAURA
4h10'17" 5'55"/km 42+12

ARTICOLO 2014 - Maratón de VALENCIA: emozioni a non finire

  

  

  

  

P.C.