
A Valencia il tempo non esiste, la Maratona è sacra, la città si
colora di sorrisi ed è un tripudio di colori senza fine. Gli occhi della gente
straripano di grinta e i “batti cinque” dei bambini sono talmente tanti da non
riuscire a contarli!
L’expo toglie il fiato, lo scenario è ancora più bello di quanto potessimo immaginare e gli striscioni “CORRE A ANIMAR” posti lungo le strade sono il chiaro esempio di quanto questo sport sia sentito nel paese.
L’expo toglie il fiato, lo scenario è ancora più bello di quanto potessimo immaginare e gli striscioni “CORRE A ANIMAR” posti lungo le strade sono il chiaro esempio di quanto questo sport sia sentito nel paese.
Ritiriamo il pettorale con la stessa felicità di un bambino di fronte
a un regalo. Le nostre scarpe hanno l’ansia, tutto di noi ha l’ansia quella
mattina.
Siamo quasi 23mila persone allo start, di cui 16mila per la maratona e
7mila per la 10Km che corre in parallelo sullo start della 42 km. Musica,
allegria, festa… è tutta una grinta senza fine.
Allacciamo bene le scarpe, sistemiamo al meglio il pettorale: pronti.
Si parte davvero! Adesso l’immaginazione non serve più, denti stretti, sorriso
stampato e via!
Il motivo che spinge un amante della corsa a fare una maratona è
sempre diverso e pieno di sfaccettature, ma di una cosa sono certa: la Maratona
è un viaggio dentro te stesso, si serve delle tue gambe per arrivare alla
testa: il fulcro di tutto, lì la vera maratona inizia al 30°km e ha quella
strana voglia di prenderti in contropiede, il più è far sì che sia la tua testa
a imporsi!

Passano i km e la mia mente inizia a viaggiare, accumulo metri e km,
km e metri… arrivo al 25° e inizio a prendere coscienza della distanza: la
stavo percorrendo davvero… e non ero in bici! Incontro una signora veneta,
maratoneta esperta al suo dire, ma la positività non è il suo forte: “stai
attenta, al 30° di sicuro inizierai a stare male… ma tu continua. Abituati, che
ci vuoi fare!”.
Sta scherzando, spero! Certe cose non puoi dirle al 25°! No, ha
ragione invece… al 34° le gambe si fanno davvero pesanti, sono senza orologio,
non ho riferimento alcuno del mio tempo, allora rallento un attimo in attesa
del ristoro, nel frattempo ragiono.
Mille pensieri mi affollano la mente e contestualmente la folla di
maratoneti si dirada un attimo… sull’asfalto è ben visibile la linea blu
tracciata della misurazione del percorso, è perfettamente continua, senza alcun
segno di interruzione… resetto tutti i pensieri all’istante, allontano la
maratoneta negativa e riparto pensando che quelle gambe così pesanti non siano
mai state le mie. Arrivo al 40° tra “Vamos” e “Animo”, mancano 2 km e 197
metri… il più è fatto: adesso è tutto cuore! Animo!

Ci sono attimi precisi, momenti in cui quando arrivi in fondo a una
maratona hai un senso di “cosmico” davanti a te, che le migliori parole non
riescono a descriverlo. Non saprei bene definire cos’è. Quel momento in cui
arrivi, e smetti di far andare gambe, braccia e cervello, in cui il cuore
finalmente rallenta e gli occhi diventano lucidi: esattamente, come si chiama?!
Magari ognuno di noi ha corso una maratona, o in generale una gara che
riteneva al di sopra della proprie capacità, ecco credo che sì, ognuno di noi
abbia provato quel "cosmico". E ognuno potrebbe raccontarlo in modo
diverso. La prima maratona non è un’esperienza di sport e basta, è
un’esperienza di vita che si chiama magia; una di quelle che non dimentichi.
Maratona fatta, medaglia portata a casa, per noi 42,195 Km di
felicità.
P.s. Ovviamente come da tradizione anche l'aspetto culinario vuole la sua parte: non ci siamo risparmiati con le gambe, anche perché non ne avevamo più! E allora perché risparmiarsi su paella, dolci e compagnia?! Abbiamo dato il meglio di noi, non c'è dubbio.
P.s. Ovviamente come da tradizione anche l'aspetto culinario vuole la sua parte: non ci siamo risparmiati con le gambe, anche perché non ne avevamo più! E allora perché risparmiarsi su paella, dolci e compagnia?! Abbiamo dato il meglio di noi, non c'è dubbio.
Laura Genuardi
La mia Maratona è una di quelle avventure che dura mesi, fatta di sacrifici, di allenamenti, di birre, di gare in posti sperduti, di risate, di nuove amicizie e che termina appena passato il traguardo con uno scoppio di vere lacrime di gioia per un'emozione che penso non proverò mai più in vita mia. Sì, perchè alla fine la corsa è proprio questo, un percorso fatto di emozioni e non di freddo asfalto, in cui il calore del pubblico e la simpatia e l'affetto di chi ti sta vicino riesce a farti volare fino all'arrivo. Ed è proprio questo che ricorderò su tutto: migliaia di persone che incitano leggendo il tuo nome sul pettorale come fossi un campione, che ti aiutano, che ti allungano una bottiglia di acqua, che ti fanno continuare con un "animo, Federigo, vamos!!!" anche quando pensi di non farcela più, che gratificano tutto quello che hai fatto per mesi, per essere li, per dare il meglio, per passare i tuoi limiti.
La cosa più bella di tutte? Aver condiviso questo viaggio con una persona
speciale, grazie Laura.
Federico Oliani
VALENCIA km 42,195 | ||||
OLIANI FEDERICO
|
3h44'18" | 5'18"/km | 42+14 | |
GENUARDI LAURA
|
4h10'17" | 5'55"/km | 42+12 |
ARTICOLO 2014 - Maratón de VALENCIA: emozioni a non finire


