lunedì 4 febbraio 2019

6 ORE PASTRENGO TRAIL: GARA EPICA, CORRIFERRARA C'E'!

Sembrerà strano che partiamo dai complimenti all'organizzazione, ma quelli del Verona Trail Running hanno realizzato un autentico miracolo organizzativo per far sì che si svolgesse la settima edizione della 6 Ore Pastrengo Trail, una gara epica e complicata già di per sé, resa ancora più dura dalle condizioni meteo. Che nessuno si sia poi fatto male in condizioni del genere, ha quasi del paranormale, ma certamente i responsabili di gara hanno minimizzato i rischi per gli atleti, facendo oltremodo il loro dovere.
Infatti sul veronese, come sulla maggior parte d'Italia è piovuto quasi ininterrottamente negli ultimi tre giorni, e soltanto la mattina della gara il cielo ha lasciato qualche spiraglio tra le nuvole; e qui sta il capolavoro perché la gara è un trail di quelli che non lasciano un metro all'asfalto, e ci sono tratti veramente impraticabili: solo il lavoro continuativo ed encomiabile di una cinquantina di volontari ha permesso che si potesse svolgere la manifestazione.
Gente con picconi e vanghe sul percorso, per creare quasi costantemente dei gradoni che permettessero la salita agli atleti nelle parti più ripide, e nelle discese più pericolose; volontari che rimangono per ore ed ore in mezzo al fango, ad incitare i runners ad ogni passaggio; le encomiabili volontarie al ristoro, che hanno dispensato enormi quantità di cibo, bevande e sorrisi per le oltre 6 ore di gara; spettacolari anche quelli dei ristori "abusivi", un bellissimo tocco di goliardia in una gara che ha messo a dura prova i runners accorsi: la musica, gli incitamenti, le loro birre, il vin brulé e persino la tequila, hanno concesso qualche momento di respiro e recupero di energie nei tratti più duri del percorso.

Poche regole, per una gara in cui serve più cuore che calcolo: il percorso misura 7,3 km per 350 mt di dislivello positivo ad ogni giro: 6 ore di gara, basta un giro per essere considerati finishers. Finché ne hai, vai: se passi sul traguardo entro le 5h30' hai diritto a provare di concludere un'altro giro, purché concluso entro le 6h30'. Essendo un tracciato di poco più di 7 km, succede più di una volta di venir doppiati dai più forti: ci si scansa un attimo e si fanno passare, incassando quasi sempre il loro "grazie".

La partenza e l'arrivo sono al Forte Degenfeld di Piovezzano di Pastrengo, situata tra Verona ed il Lago di Garda.
Il tracciato è sviluppato su promontori e colline tra i 100 e i 250 metri di quota. Il terreno di gara è vario: percorre stradelli, single trail nel bosco o sottobosco, radure prative, uliveti e vigneti oltre a brevissimi tratti su asfalto o pavè in prossimità della zona di arrivo/partenza.  Salite e discese sono distribuite lungo tutto lo sviluppo del percorso, ma le maggiori difficoltà altimetriche e tecniche si concentrano tra il 3° e il 5° km.
Il tracciato richiede adattamento al trail-running, propensione per terreni tecnici, fangosi da affrontare con piede sicuro e piglio deciso. La stagione invernale, e le incerte condizioni meteo delle giornate precedenti fanno sì che tutti i runners corrano debitamente protetti, in alcuni casi anche con keeway e altri indumenti idrorepellenti. 
Il percorso è meravigliosamente balisato con fettucce, bandierine arancioni, frecce ed altra segnaletica inequivocabile.
Il primo chilometro vede il passaggio all'interno del Forte Degenfeld, ed una breve discesa lineare a bordo strada su terreno sterrato fino a inserirsi nel bosco in single trail e scendere per ampi tornanti dal fondo sassoso: è la parte più godereccia di tutto il percorso, un piacevole saliscendi nella natura. L'idillio è spezzato da una ripida virata a destra per affrontare l’inedita salita detta “Tagliabosco”  (120 mt 60d+, pendenza max >30%).
Si supera questo primo "muro" di salita sterrata e si sale ancora fino a innestarsi nella cd “Pungitopaia” (capita di piantarci le mani e.. punge!), un saliscendi tortuoso nel sottobosco in pista mono-traccia piuttosto stretta e dal fondo irregolare: si scende con piccolo balzo su tratto corribile lungo stradello sterrato che lambisce campi e prati.
Si apre un po' l'orizzonte uscendo dal bosco, in un'alternanza tra vigneti e sentiero boscoso in lieve salita e si raggiunge il campetto da calcio alle spalle del Forte Nugent e poco dopo si scende tra gli ulivi appena potati fino a una repentina inversione a “U”: per la seconda volta si ha la sensazione di passare da un momento estremamente bucolico, ad un momento infernale; infatti, in ripida “direttissima” tra gli ulivi si percorre la salita conosciuta come “Getsemani”, molto impegnativa (200 mt 70d+ pendenza max > 30%): si sente musica in vetta ma non ci si arriva mai, man mano che passano i giri si fa un passo avanti e si scivola 20 cm indietro; per l'intera durata della gara sono un sollievo le grida di incitamento e i sorrisi dei volontari una volta in vetta... acqua.. birra... va giù tutto che è una meraviglia, prima di riprendere la corsa.
Si scollina e si respira un attimo: cominci a sperare che le salite più dure siano quelle appena affrontate quando arriva un altro muro detto "la Ripidissima": qui una delle trovate più belle degli organizzatori, che creano la "Devil Line" per chi vuole affrontare il muro dritto e in verticale, risparmiando qualche metro (20 metri ma con pendenze al 40%!!!) oppure aggirare questa difficoltà percorrendo la "Chicken line", più lunga ma più "leggera" (saremo attorno al 25% di pendenza!).
Si arriva in cima con le pulsazioni circa a 300 e la respirazione affannosa come mai avete avuto; non è un caso che vi sia un presidio medico arrivati in cima. Siamo solo al quinto chilometro, e si affronta una leggera salita su una radura (stupendo panorama con le nuvole basse tutto attorno!) e si entra nel bosco con sentiero downhill tecnico detto del “Vajo”. I primi 50 metri vanno affrontati con attenzione: fondo ripido e sassoso, che con l'aumentare della pioggia diventa sempre più scivoloso.
Si prosegue poi agevolmente tra discesa e brevi risalite fino a raggiungere il ponte del Canale Biffis: anche qui due volontari sempre pronti ad incitare il passaggio di ogni atleta.
Non si recupera il respiro che di nuovo si risale su un esile sentiero a mezza costa fino a incrociare il ciottolato della Via del sale che si percorre in discesa, ma i ciottoli sono grossi e nemmeno qui si può rilassare la mente: serve fare attenzione a dove si mette ogni singolo passo per non prendere storte, prima di un più gradevole tratto "mangia e bevi" nel bosco.
Siamo circa al 6° km quando in discesa si affronta un rapido cambio di direzione destra-sinistra (col passare dei giri il fango è talmente viscido che si fanno anche 3-4 metri scivolando con le scarpe, come sciatori, fortunatamente senza mai "sculare"); qui c'è la più energica e simpatica delle volontarie che fa un baccano infernale ma sostiene tutti con la sua allegria! Si passa in un tratto "lungovigneto" che dovrebbe essere veloce ma che in realtà fa attaccare chili di terra alle scarpe: un leggero tratto nel bosco e poi si sale per circa cinquanta metri su asfalto: è la cosiddetta “Betumen” cui segue una scalinata in pavè fino alla chiesa di Piovezzano (pendenza max 15%)  
Gradini in cemento, sentierino “lungomuro”, scalino e pertugio che conduce al promontorio della fortezza. Si circumnavigano le mura del Forte Degenfeld, si affronta un ultimo terrapieno prima di scendere ed entrare nel Forte, dove si passa per il punto cronometraggio; subito dietro a questo c'è la postazione dove si riconsegna il chip e si riceve la spilla ricordo, e va detto che l'abbandono è una forte tentazione ad ogni giro!), ma poi si prosegue per qualche metro fino a raggiungere l'abbondante ristoro: qui si "perde" con piacere qualche minuto per ristorarsi ad ogni giro, fra qualche chiacchiera con i volontari e gli altri atleti in gara. 

E così via per più volte, ripetutamente, fino alla sesta ora di gara!

Per Corriferrara, un esordiente totale: Alessio Montanari, alla sua prima esperienza in gare di questo genere.

"Devo dire che l'idea di correre per 6 ore continuative mi preoccupava un po' e ovviamente non si arriva nemmeno vicini ad allenarsi per una manifestazione del genere. Poi c'è la componente "trail": è un genere di gara che mi ha sempre preoccupato in qualche modo, perché ho sempre avuto paura di un infortunio in mezzo al bosco, molto distante dai soccorsi. 
Per questo motivo per la mia prima corsa di questo genere la mia scelta è caduta sul Pastrengo Trail: la tipologia di gara a giri, permette di ritirarsi in ogni momento; il circuito corto consente di essere sempre abbastanza vicino ai punti di soccorso, in caso di problemi. 
Come da tradizione il giorno prima della gara qualcosa non va per il verso giusto, non mi sento bene e metto in dubbio la partecipazione alla gara.
Mi presento al "Forte" circa novanta minuti prima della partenza (un po' difficile trovare la location esatta, anche col navigatore) e c'è un bellissimo clima, una splendida energia. Essendo un pivello del trail, seguo con estrema attenzione il briefing pre-gara: imparo che il tracciato è un po' più lungo del previsto, l'altimetria confermata di 350 metri. Viste le non ottimali condizioni fisiche, opto per una strategia coscienziosa: l'obiettivo principale è non farsi male e poi sogno di NON ARRIVARE ULTIMO, sperando inoltre che non si metta a piovere durante la gara; infatti il terreno è già sufficientemente scivoloso, e la pioggia aggraverebbe la situazione, dato che corro con un  normalissimo paio di scarpe da strada.
Sempre durante il briefing, gli organizzatori stimano che i top runners compiano ogni passaggio in circa 40 minuti, ma dicono anche che un buon atleta riuscirà a compiere un giro sotto l'ora: annoto questa informazione mentre ci dirigiamo sotto al gonfiabile della partenza. 300 atleti (sold out) partecipano alla gara singola, e circa una quindicina di coppie affrontano la gara in staffetta.
Il primo giro va via abbastanza piacevolmente, anche se ovviamente non è quasi mai possibile superare nei single-trail e si può solo seguire l'atleta davanti.. in altri tratti, specie in salita, la strada si allarga e si sale ognuno al suo passo. Concludo il primo giro in 59' e mi ricordo delle parole durante il briefing, ma vedo anche che molti atleti sfruttano a pieno il tempo per ristorarsi dopo il rilievo cronometrico: saggiamente decido di fermarmi anche io un paio di minuti e prendere fiato. 
Il secondo giro è infatti un po' più lento, ma come già detto ho dedicato qualche minuto al ristoro. 
Il terzo giro è forse il più lento di tutta la mia corsa, ma sono in attività da circa 3 ore, ed anche le funzioni fisiologiche richiedono il loro tempo. Vengo superato qualche volta dai runners più veloci, ma sono sempre cortesi e quando mi lascio sopravanzare non mancano mai di ringraziarmi.
Faccio il mio terzo passaggio al rilievo cronometrico con una notizia positiva ed una negativa: la positiva è che vedo già diversi atleti cambiati d'abito, che quindi hanno abbandonato la gara; non arriverò ultimo. La notizia negativa, è che comincia a piovere, sempre più intensamente; fortuna vuole che ho con me un invisibile quanto utilissimo poncho in plastica regalato dall'amico Sergio; lo indosso e quantomeno rimango asciutto. Il terreno di gara si fa infernale.
Alla fine del mio quarto giro sono passate circa 4 ore e 45', e sono abbastanza stanco: decido però di onorare la mia corsa fino in fondo e dopo un abbondante ristoro riparto. E' certamente il giro più faticoso, ed in un paio di salite mi fermo qualche secondo per riprendere fiato. Alla salita "Getsemani" ormai piove a dirotto, la musica ad alto volume è rimpiazzata dalle frequenze di Radio Maria, e l'ascesa scandita dal ritmo cantilenante degli "Ave Maria" rende tutto terribilmente mistico ed eroico. Si arriva in cima coscienti che sarà l'ultimo giro, si ringraziano i ragazzi che sono rimasti lì per oltre 6 ore a versare bevande per tutti, e si riparte. Mi meraviglio di me stesso che le gambe e soprattutto la testa mi dicono ancora di correre, in discesa e nei saliscendi del bosco che rimangono comunque le parti più gradevoli del percorso. Diluvia e si alza un forte vento che mi toglie sempre il cappuccio di plastica del poncho. Ultima "chicken line" per me, mentre un runner affronta la "Devil" con il terreno che ormai ha la consistenza della maionese: lo vedo scivolare per metri con la faccia sul fango come in una scena di Cliffanger. Siamo ormai in fondo e rientro a Pastrengo che scoccano le 6 ore; corro ancora, fiero di quello che ho appena fatto; il mio passo medio per molti è forse ridicolo ma sono arrivato al termine di una gara memorabile, con difficoltà sempre crescenti, e mi sono divertito e non mi sono fatto male!
Arrivo in 6 ore e 8 minuti, e c'è ancora gente che è lì sotto la pioggia in attesa per applaudirmi. Ci metto circa 5 minuti per slacciarmi il chip dalla gamba, e mi viene consegnata la spilla-ricordo: dispiace ma diventerà presto una medaglia... la fatica fatta lo richiede!

Mentre mi sto cambiando arriva il vincitore: in 6 ore e 22 minuti è riuscito a compiere 9 giri (contro i miei 5 giri..); la cosa più sconvolgente è che ringrazia e fa (lui..) i complimenti a tutti, sembra fresco e brillante come me dopo il secondo Long Island: mi chiedo come ci si debba allenare per arrivare a una condizione fisica del genere. Le mie domande però durano lo spazio di pochi minuti, prima dell'inizio del pasta-party, dove non mi risparmio sul primo (Amatriciana di alto livello), sul secondo (salumi e formaggi misti) e birra.
Per la cronaca, vince Christian Modena che conclude 9 giri in 06h22'56"; secondo posto per Stefano Maran che completa 8 giri in 06h08'51" e terzo posto per Andrea Offer: per lui 8 giri in 06h13'59"
Tra le donne la vincitrice è Ingrid Lanthaler che termina la sua gara con 6 giri in 05h45'33"; seconda piazza per Rossana More, anche lei con 6 giri completati, in 06h05'39"; terza classificata Stefania Fenner, che compie 6 giri in 06h12'41".
La coppia Lorenzi / Bonati vince la prova a staffetta completando i 9 giri in 6h05'48"; seconda la coppia Bongio / Bongio con 9 giri e terzo gradino del podio per il duo Vinco / Bonfante con 8 giri.

PS: alle mie spalle 95 atleti... non sono neanche arrivato ultimo! Ma l'esperienza vale più del risultato!

CLASSIFICHE COMPLETE: 

REGOLAMENTO E DETTAGLI:

PASTRENGO
D+1750
1° CLASSIFICATO
Km 63,9 - 6h22'56" - Media 5'59"
MONTANARI ALESSIO
5 giri Km 35,500 - 6h08'07" - Media 10'22"
Diff. 4'23"/km
Punti 35+17+1

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