Perchè dovrei correre la retrorunning Gambero al galoppo?
Innanzitutto vediamo di che cosa si tratta, questo è il video della 5ª edizione, molto partecipata e con livello agonistico molto alto
VIDEO 1° maggio 2010
Ma che cos'è il retrorunning?
Il retrorunning
o corsa all’indietro nasce negli Stati Uniti negli anni ’80, in Italia arriva
negli anni ’90 e si sviluppa attualmente tramite un circuito di gare sotto
l’egida dell’Associazione Italiana Retro Running (AIRR). All’inizio
l’approccio può essere in parte problematico ma con l’esperienza si impara a
percorrere tratti piuttosto lunghi senza voltarsi; ciò permette di correre più
velocemente e mantenere meglio l’equilibrio. Trattandosi di un movimento nuovo per
la muscolatura è necessario che questa si abitui, all’inizio sarà tutto molto
strano: il bisogno di controllare la direzione, capire come muovere gambe e braccia,
la posizione della schiena… senza forzare, gradualmente, il corpo si adatterà
ai nuovi movimenti raggiungendo equilibrio e consapevolezza del gesto atletico. Ai principianti
si consiglia di iniziare per gradi e di correre brevi tratti di corsa
all’indietro alternandoli con la normale corsa in avanti finchè non si arriva ad
una totale padronanza di tecnica e visuale. E’ molto
importante riuscire a mantenere in posizione ben eretta la schiena, appoggiare
la punta dei piedi e aiutarsi con i movimenti delle braccia, le quali svolgono
una funzione propulsiva oltre ad aiutare l’atleta nella tecnica per mantenere al
meglio l’equilibrio. Grazie al retrorunning
è possibile facilitare il recupero da infortuni muscolari, aiuta ad allenare
l’equilibrio, si riduce l’angolo di movimento del ginocchio e fa lavorare
altre fasce muscolari, aiuta articolazioni e tendini della caviglia e permette
di scaricare il peso del corpo sulla punta dei piedi e non sui talloni. Correre
all’indietro consente di bruciare fino al 30% in più di energie rispetto al normale
infatti lavorano fasce muscolari che non si attivano nella fase in avanti. Inoltre
migliora il sistema cardiovascolare ed aiuta ad accrescere le proprie performance
sportive; correre all'indietro non solo rafforza i muscoli, ma rende polpacci e
quadricipiti più equilibrati man mano che si raggiunge una maggiore forza
muscolare.
Ma devo guardare sempre indietro per non cadere?
Di norma no!
Chiaramente se si pratica su di un percorso che non si è mai fatto, su strada o sterrato con alcune asperità ovviamente anche i più esperti retrorunners si voltano di volta in volta per controllare lo stato del terreno... ma se si pratica in pista o su strada rettilinea senza ostacoli (dossi, buche, tombini, auto parcheggiate, cassonetti, ecc..) non è necessario guardare indietro più di tanto.
Basterà prendere come riferimento il ciglio della strada o la linea di mezzeria e mantenersi sempre più o meno equidistanti così che la traiettoria sarà sempre quella giusta. In pista basterà semplicemente prendere come riferimento il bordo interno della 1ª corsia o le linee delle corsie stesse.
Per quanto riguarda il Gambero al galoppo la gara si svolgerà su 2 giri dell'anello interno dell'ippodromo, su terra battuta. Ovviamente pur essendo abbastanza uniforme il terreno qualche piccola asperità la si potrebbe incontrare (piccoli avvallamenti ad esempio) quindi viene naturale dare una sbirciatina ogni tanto alle proprie spalle. Ma quando uno lo pratica regolarmente noterà che saranno sempre meno le volte che si preoccupa di guardarsi alle proprie spalle, se non magari per controllare il distacco dai propri avversari.
Ma se raggiungo uno che va più piano guardando avanti non lo vedo e gli vado addosso...
C'è solo una regola fondamentale nel retrorunning: ovvero che chi va più piano e vede sopraggiungere un avversario più veloce, proprio per il fatto che quest'ultimo non può vedere alle sue spalle, è chi va più piano e si vede in procinto di venire superato che deve "dare strada" all'atleta più veloce.
Pertanto, esattamente come nei doppiaggi in F1, l'atleta più lento vedendo un avversario che si avvicina a velocità superiore deve spostarsi da un lato per lasciare la traiettoria migliore al più veloce. Una volta che è stato superato può ritornare sulla sua vecchia traiettoria di corsa.
E perchè dovrei correre il Gambero al galoppo?
Nel 2006 nacque da un'idea di Massimo Gozzo e Rita Loberti, precursori ferraresi del retrorunning, l'idea di organizzare in occasione del Giro podistico delle mura organizzato dalla loro società di allora Ferrara Ponteggi la 1ª edizione del Gambero al galoppo. La gara, sulla distanza di 1 miglio (1609m) prevedeva di percorrere in modalità retrorunning 2 giri di pista dell'ippodromo, dopo l'arrivo della gara tradizionale in avanti.
Così, anno dopo anno, il Gambero al galoppo divenne un appuntamento fisso e vennero organizzate ben 8 edizioni. Il livello agonistico a quei tempi era molto alto e la gara molto partecipata nonostante non vi fossero mezzi di comunicazione veloci come ai nostri tempi e si viaggiava ancora tramite passaparola e volantini a mano (i primi anni).
In tutto il panorama di gare del circuito dell'Airr (associazione italiana retrorunning) la tappa ferrarese risultava essere quella più partecipata, anche favorita dalla gara tradizionale del Giro delle mura che ha sempre richiamato oltre mille podisti ai nastri di partenza.
Fu così che diversi atleti che erano li per la normale gara in avanti colsero l'occasione per mettersi alla prova in questa particolare disciplina e divenendo un appuntamento fisso anno dopo anno chi l'aveva già corsa l'anno precedente voleva riprovare a migliorare il proprio risultato ottenuto.
Si arrivò ad avere anche oltre 60 partecipanti con anche decine di bimbi impegnati nella mini retrorunning di 100m.
Nel 2013 l'ultima edizione... il gruppo Ferrara Ponteggi chiuse i battenti e la gara principale venne presa in carico dalla Pol.Doro che organizza tutt'ora.
Sono passati 9 anni dall'ultima volta, nel frattempo è cambiato radicalmente il mondo podistico locale come è cambiato radicalmente il mondo del retrorunning italiano.
Nuove figure sono emerse negli ultimi anni ma di contro tutti i big degli anni d'oro hanno lasciato perchè come per tutte le cose i tempi passano...
Perchè allora non provare a riprendere da dove avevamo lasciato 9 anni fa?
Veniamo da un periodo difficile per tutti, le gare stanno tornando solo ora alla normalità ed il prossimo 1° maggio ci sarà sicuramente molta partecipazione al tradizionale Giro delle mura... perchè allora non cogliere l'occasione per mettersi alla prova, magari coinvolgendo i propri amici di corsa, in questa gara che per tantissimi sarà una novità visto che in 9 anni anche i protagonisti del podismo ferrarese si sono profondamente rinnovati, soprattutto negli ultimi anni.
Si può fare di corsa ma si può anche camminare... c'è già un gruppo che ha preannunciato la partecipazione in modalità "walking".
Più il gruppo di partecipanti sarà numeroso più ci sarà possibilità di prendere parte ad un evento unico in questo genere di questi tempi sia in Italia che nel mondo... perchè attualmente gare che superino le 50 unità non sono presenti in nessuna parte del pianeta, se si escludono i campionati mondiali che si svolgono ogni 2 anni che vedono la partecipazione di oltre 100 atleti provenienti da ogni parte del mondo.
Ferrara negli ultimi anni grazie ai titoli vinti da Massimo Gozzo, Rita Loberti e Paolo Callegari è già risultata essere la capitale mondiale del retrorunning per numero di medaglie vinte.
11 medaglie a Kapfenberg 2010, 14 medaglie a Lleida 2012, 13 a Saint-Vincent 2014, 16 a Bologna 2018... nessuna città al mondo ha mai portato a casa più medaglie ad un mondiale come Ferrara.
Perchè non portare Ferrara in cima al mondo anche per la gara di retrorunning più partecipata?
Per farlo serve il contributo di tutti, da chi è già campione e verrà ad esempio appositamente dalla Toscana o dal Veneto per fare gara di testa a chi si metterà alla prova per la 1ª volta... nulla è impossibile, basta provare.
A dimostrazione di questo vi porto l'esempio di Walter Miniati di Firenze, classe 1936, non vedente. Partecipa alle gare di retrorunning (in queste foto proprio a Ferrara) da una vita accompagnato dalla propria guida, suo genero Pierantonio.
E dell'australiano Dwyne Fernandes che ha subito l'amputazione di entrambe le gambe e che ha partecipato ai mondiali di Essen 2016.
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