5ª Camminata Autunnale – Il respiro della nebbia
“La nebbia agli irti colli...”
Comincia così il racconto di Franca Panagin : "La nebbia agli irti colli, come citava una famosa poesia del Carducci. Cosi ha accolto i numerosi podisti/camminatori Pozzonovo (PD) che nella prima domenica di novembre hanno partecipato alla corsa non competitiva , giunta alla quinta edizione. Questa volta però la nebbia è salita molto lentamente, ci ha accompagnato per tutto il percorso,18km abbondanti. Percorso misto sterrato reso pesante dalle piogge abbondanti dei giorni precedenti e dalla nebbia notturna, però la nebbia rende la corsa particolarmente suggestiva ,con lacrime di rugiada che scendono nel volto. Corsa bene organizzata, volontari e ristori lungo il percorso, e un abbondante ristoro finale con panino, pizza sempre calda, e in omaggio un sacchetto di mele offerte dal consorzio agrario di Pozzonovo."
Così, con voce d’antica memoria, pareva sussurrare l’alba sopra Pozzonovo, quando i podisti e i camminatori, come anime pellegrine d’autunno, si sono raccolti nel primo chiarore del giorno.
Era la quinta edizione della Camminata Autunnale, e la pianura padovana s’avvolgeva d’un manto lieve, di bianco silenzio e di rugiada.
La nebbia, lenta e materna, saliva dai fossi, si posava sui campi, si intrecciava ai rami nudi dei pioppi come un velo di malinconia.
Eppure non era tristezza , era poesia che scendeva sulle strade, sui volti, sui respiri.
Per Corriferrara, c’erano Franca Panagin e Ottorino Malfatto: due figure che il passo univa alla terra, alla nebbia, al tempo.
Diciotto chilometri di cammino, tra l’odore dell’erba bagnata e il silenzio che solo l’autunno conosce.
Il sentiero, misto e pesante, portava l’impronta delle piogge recenti, ma ogni fatica trovava sollievo nel respiro della campagna, nella voce gentile dei volontari, nei ristori che punteggiavano il percorso come oasi di bontà e sorriso.
E quando il cammino giunse al termine, Pozzonovo si fece festa.
Un panino caldo, una fetta di pizza fumante, un sacchetto di mele donato dal consorzio agrario, cose semplici, ma dal sapore schietto, antico, come il pane dei nonni, come il vino versato dopo la vendemmia.
Così finì la corsa, non con clamori né con trofei, ma con un sentimento di pace.
Nel velo della nebbia che ancora indugiava, sembrava che la natura stessa volesse benedire i passi degli uomini.
E allora sì, “la nebbia agli irti colli” non era più solo un verso di scuola,
ma il respiro vivo d’un mattino d’autunno, la voce segreta d’un cammino condiviso, la poesia che, senza volerlo, ogni podista scrive col proprio passo.


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