giovedì 6 novembre 2025

New York Marathon: Otto atleti Corriferrara presenti

 

                                                               Immagine generata con AI
                                                         Racconto di fantasia relativo ad una bella avventura

Oltre l'Oceano che ci separa, oltre la fatica: la 54ª TCS New York City Marathon del 2 novembre 2025

C’era un’alba frizzante il 2 novembre 2025 quando le strade di New York City si sono trasformate in un nastro senza confini: corsie, ponti, grattacieli, urla di incoraggiamento, cuori che battevano all’unisono in un unico passo lungo 42,195 km.
Per la squadra Corriferrara, erano otto i nomi che spiccavano, Valentina Danieli, Marco Trombin, Domenico Curci, Boldrini Tommaso, Borgatti Paolo, Pirazzi Lorenzo, Ranzolin Niccolò, Salmi Giorgio e Neri Margherita pronti a tracciare la loro avventura tra la folla, tra le voci, tra i battiti di una città che non dorme mai.


Un sogno lungo cinque quartieri

Si parte da Staten Island, si attraversa il Verrazzano-Narrows Bridge, si fanno le strade di Brooklyn, Queens, si tocca il Bronx, e poi Manhattan, fino al trionfo a Central Park: questo è il percorso iconico della maratona newyorkese. 
Per Valentina e Marco non era solo correre: era abitare ogni passo, assaporare ogni respiro, incontrare la diversità di mille volti lungo la strada, bambini con bandierine, gruppi musicali improvvisati, tanto tifo.


Corriferrara al via verso New York

Gli atleti pensavano a quella sensazione che nasce dal doppio incontro con la città e incontro con sé stessi. Ogni chilometro era un “ciao” alla città che la ospitava, e un “ciao” al corpo che metteva alla prova.
Gli atleti sapevano che non era soltanto una corsa, era un racconto da narrare, con le gambe, con il respiro, con il sorriso e magari con un battito in più quando le vie di Manhattan si aprivano alla sua corsa.

E correndo insieme o separati a ritmi personali, sapevano che a New York quella mattina stavano portando anche i colori di Corriferrara, la voglia di far parte di una comunità che crede nella forza gentile di chi si impegna.


I momenti che non si dimenticano

  • La partenza: l’aria era frizzante, il rumore dei passi e delle scarpe sulla strada già risuonava come un battito.

  • I ponti: quel momento sospeso tra cielo e acqua, dove la città sembra un sogno e la corsa una poesia.

  • I quartieri: Brooklyn, Queens, Bronx ,ognuno con un sapore diverso, un tifo diverso, una vibrazione diversa.

  • L’ultima parte a Manhattan: la stanchezza che bussava, ma il pubblico che sosteneva, i chilometri che diventavano ricordo e gloria.

  • Il traguardo: Central Park, il tappeto finale, l’abbraccio al momento in cui si scrive il “ce l’ho fatta”.


Perché correre oltre il confine?

Correre la maratona di New York non è solo attraversare cinque quartieri: è attraversare la propria soglia, oltre la fatica, oltre il passo lento o veloce che sia. È dire “ero lì”, e lasciare una traccia, non solo sull’asfalto, ma nella memoria.
Per gli atleti Corriferrara, non era più solo una trasferta: era una celebrazione, un «giorno di festa» personale e collettiva.


Un pensiero finale

E mentre le luci di New York nel pomeriggio accoglievano gli ultimi stanchi e felici corridori, i nostri atleti, con le gambe che a qualcuno avrebbero ricordato “domani sentirò”, sorridevano. Sorridevano perché avevano condiviso con la città, con il pubblico, con sé stessi, qualcosa che va oltre il confine: della distanza, del corpo, delle proprie paure.
E questa maratona, la maratona del 2 novembre, resterà per loro e per tutti noi che leggiamo  come un capitolo pieno di gioia, amicizia, coraggio, e quel meraviglioso battito del “arrivo” che è in fondo anche un “inizio”.







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