Ancora miracoli in terra spagnola.
Questa volta lo scenario è nella capitale, Madrid. Nella città che ha visto l'Italia Campione del Mondo nel 1982 e l'Inter Campione d'Europa 2010, si ripete il rituale di qualcosa di non spiegabile con la logica.
E' un racconto molto personale, impregnato di iella e riscatto, scaramanzia del podista, misticismo, pioggia e sudore, paella ed antidolorifici. Se vi aspettate una narrazione fatta solo di andatura, tempi al chilometro e tecnicismi da runner, skippate pure all'articolo successivo.
Partiamo da lontano, circa una settimana prima, per spiegare come quel che è successo sia ancora oggi oggetto di indagini dall'Accademia delle Scienze featuring Mulder & Scully: parto per lavoro in Spagna, il giorno di Pasquetta (che felicità); durante la notte precedente, mi salta un'otturazione fatta da poco ad un molare... non c'è rimedio: parto per una settimana fuori dal mio paese con un dente martoriato, unico salvagente una scorta di antidolorifici che conservo preziosamente come la coperta di Linus.
La settimana (in Fiera a Madrid) procede molto velocemente, fra pioggia incessante e qualche allenamento lento e divertente con amici e colleghi; ora capisco il detto popolare "Madrid: 9 mesi di inverno, e 3 mesi di inferno", qui veramente si passa da un tempo estremamente variabile, alla canicola più atroce dell'estate.
Arriva il venerdì e convivo con il mio dolore al dente: ok che son pazzo, ma in queste condizioni non posso correre... pazienza che l'iscrizione è costata cara, ma la percentuale di possibilità che io corra si riduce ogni giorno di più. Arriva a Madrid anche la Zaipol, che mi messaggia e chiede di farle da pacemaker personale per farle fare il PB: sinceramente sono messo così da schifo che le rispondo che probabilmente in questo momento lei va di gran lunga più veloce di me. In quel momento lo credo veramente, e vedo complicato anche far fare 1h55 alla Zaipol!
Trascorre un'altra giornata ed arriva il sabato, vado a ritirare il pettorale ed il pacco gara, il dolore è leggermente calato ma non scomparso, e ogni tanto mi arrivano delle fitte che mi vengono i lacrimoni a palla come in Pollon.
All'Expo Marathon ritiro tutto: pettorale, maglietta, bracciali, gadgets, e proprio mentre sto per prendere i gel per la gara (che poi non userò) vengo colto da visioni mistiche: mi appare a mezz'aria l'ologramma di Eliud Kipchoge che mi annuncia l'imminente miracolo in gara e la prestazione. Do la colpa alla paella della sera prima ed al pesce probabilmente avariato e non ci faccio troppo caso: se la chiudo sotto le due ore ho già fatto un miracolo.


Parliamo un po' ed assieme ci diamo man forte per trovare il mezzo di superficie che ci porta a Colombia, poi decidiamo che in Metro è sufficiente arrivare a Gregorio Marañon per essere vicini al via.
Non ci presentiamo mai (e tutt'ora non so il suo nome), però sulla carrozza della metro mi racconta che è rimasto folgorato dal calore della mezza maratona di Napoli, e che ha fatto varie gare internazionali; mi spiega che è tedesco e lavora a Valencia: è arrivato con un volo la mattina stessa e deve ritirare il pettorale al banco degli atleti Elite; dentro di me penso che quindi non la correrà piano, ma allo stesso tempo mi chiedo se effettivamente gli verrà dato il pettorale, vista la chiusura mentale di certi eventi internazionali in materia di consegna del kit gara.
Mi dice che non ha preparato meticolosamente la gara, e quindi oggi la correrà "con calma" in 1h20' / 1h25': dentro di me riecheggia un "me cojoni" che fa rigirare nella tomba il signor Miguel de Cervantes Saavedra. Mi chiede come intendo correrla io. Sono certo che mi vede tracagnotto e sovrappeso, probabilmente ancora col volto gonfio da una settimana di tribolazioni odontoiatriche, però non posso fare a meno di bluffare: "mah... pensavo di farla in 1h45', con calma" (sì, tanto quando mi vedi arrivare paonazzo al traguardo in 1h58'???). Il miglior tempo in mezza degli ultimi 6 mesi è 1h51' e giunsi al traguardo con un gibbone adagiato sulle spalle! Ricordatevi questo particolare e tenetelo a mente: anche nel bluff, avere equilibrio e non esagerare può salvarvi da figure indecorose.
Arriviamo in zona partenza: immaginatevi 45.000 persone assiepate in una sola strada! Per fortuna la 10 km (competitiva) è già partita alle ore 8, e quindi almeno 10mila persone sono già sulle strade della capitale a zampettare allegramente. Tanta gente assieme non l'avevo mai vista, nemmeno in un video di Malena La Pugliese.
Fa freddo, per essere fine aprile. Indosso solamente canottiera e bracciali e spero vivamente che la gara sia in gran parte al sole, perché all'ombra si gela.
Accompagno il nostro amico teutonico al ritiro dei pettorali e... colpo di scena! Il suo pettorale NON C'E'! Lo aiuto un po' ad interagire in spagnolo con gli organizzatori, ma niente da fare: non salta fuori! "Provate ad andare a chiedere là", e poi "no, andate a sentire a quel gazebo", e ancora "provate a rivolgervi allo Sportello di attenzione del runner", ma nulla: il suo pettorale non si palesa! Mostra in tutte le occasioni la mail dell'organizzazione in cui gli dicono che potrà recuperare il pettorale al banco dei runner elite, ma ugualmente non se ne cava niente di buono. In quell'occasione mi sembra di capire che si chiami Philipp.
Il tempo stringe, mancano 10 minuti all'inizio della gara, io devo ancora consegnare la sacca con gli indumenti e raggiungere la gabbia 3 (ho bluffato anche all'atto dell'iscrizione); a Philipp (chiamiamolo così, ormai...) dicono che se vuole la può correre lo stesso senza pettorale, ma ovviamente non avrà medaglia, ne il tempo ufficiale. Mi metto nei suoi panni e so che io andrei in escandescenza, mentre lui gestisce l'informazione con grande self control.
Non faccio in tempo ad arrivare al gate 3 che la gara è già iniziata: in pratica parto dalla gabbia 6, dove ci sono i runner che completano la distanza in 2h30/3 ore. Philipp decide che, dato che gli è andata in vacca la gara e forse tutto il weekend, la correrà con me. Bene, ma non benissimo: ricordo in quel momento di avergli detto che la farò in 1h45' comodo, e sono con le spalle al muro davanti ad un plotone d'esecuzione che spara pallottole misura "figura di merda".
Partiamo. Abbiamo davanti all'incirca 35.000 atleti: camminatori, nordic walkers, gente che si è comprata le Nike Vaporfly per finire una mezza maratona in 2h50': Philipp ed io andiamo piano (i primi km a 5'45"/km ma sembra di essere salmoni che risalgono i fiumi, in un continuo spostamento a destra e sinistra della carreggiata. Spero che il ritmo blandissimo faccia desistere Philipp dal correrla assieme a me tutto il tempo, ma ogni volta che accelero per intrufolarmi in qualche spazio lasciato libero, lo trovo sempre sorridente dietro me. Tocca andare.
In certi momenti vorrei essere l'astronave dei videogame anni '80, tipo Space Invaders, ed abbattere gli ostacoli anziché aggirarli.
Madrid è a 700 metri di altitudine, su di un altipiano: le sue strade sono contraddistinte da un continuo saliscendi: la conosco bene e so di non aspettarmi una Berlino, perfettamente piatta. Infatti i primi km fino al 5 sono in leggera salita.

Da un cavalcavia al km 9 superiamo la zona della partenza, e ormai siamo al 10° km (51' netti), inizia la seconda metà di gara e ancora tanti parziali sotto ai 5'00": dentro di me mi dico che non li faccio nemmeno in allenamento, e aspetto solo il momento dello schianto.
Al 15° km colpo di scena: svolta a destra, e ristoro (in una delle peggiori salite); io prendo acqua a sinistra, Philipp va a destra. Mi attardo a prendere un bicchiere di sali minerali, ed il gap fra noi due diventa di circa 100 metri, troppo per me (in salita poi...); lo vedo che si volta un paio di volte a cercarmi fra la folla, alzo il braccio, ma siamo in troppi e non mi vede; pensa che io sia finito davanti a lui e riprende la sua marcia con passo leggero.

Dal 17° al 20° continuo a fare dei parziali abbondantemente sotto i 5'00"/km (e mi chiedo se gli antidolorifici possono essere annoverati come doping) ma non raggiungo più Philipp. Peccato, lo avrei salutato volentieri dopo
La strada si restringe, sempre più pubblico si accalca ai lati della carreggiata e grida "vamos campeones", "Sì que puedes" e altri slogan del genere; qualche runner indossa magliette da calcio, e volano dei "viva Betis" e "vamos Atleti" che è un piacere... uno spettatore resta impresso nella mia mente, con un cucchiaio di legno a battere su una casseruola da forno. E' una bolgia, è l'ultimo chilometro e mezzo ed è tutto in salita, ormai ho i pistoni fuori dal motore, il volto disteso come l'Estasi di Santa Teresa del Bernini. Sono sotto al traguardo, o forse è il cancello del paradiso perché mi sembra di sentire gli angeli suonare le trombe dell'apocalisse.

Mi mettono la medaglia al collo, mi rifilano banane ed altra frutta, prodotti vari per il recupero post gara. Un paio di selfie prima di raccogliere la mia sacca e tornare verso l'hotel. In metropolitana, diversi anziani mi chiedono come sia andata la mia corsa, forse per l'abbigliamento da runner, forse per il volto sfigurato, forse per la puzza da sudore che emano; fatico a rispondere, ho dentro un turbinio di emozioni come dopo ogni gara, e penso a come poteva andare, e la seconda vita che invece mi è stata regalata. Rispondo che è andata benissimo, molto meglio di quanto potessi aspettarmi, e che Madrid è magica come sempre, ha un'energia perpetua che non si ferma mai, 24 ore su 24.
Splende un caldo sole ora su Madrid, c'è appena un filo di vento.
Doccia, check out, chiavi in mano e cinture allacciate: si riprende a lavorare, anche se è domenica ed anche se sono veramente esausto. Il viaggio sull'autostrada A2 da Madrid a Barcellona è ancora contraddistinto dall'adrenalina post gara, tanto che non ho nemmeno appetito, e passo il tempo a rispondere alle telefonate degli amici che mi chiamano per complimentarsi, anche loro sorpresi da una performance tale. Arrivo a Barcellona dopo quasi 6 ore di viaggio con il mio furgone e solo allora mi rendo conto di non aver fatto nemmeno una pausa per fare pipì.
Ora manca solo da prendere un volo, un'oretta di auto, e domattina mi sveglierò nell'abbraccio di mia moglie e le feste della mia bambina, che mi chiederà subito dopo di vedere "la medaglia della corsetta in Spagna".
Alessio Montanari
Oggi 24 aprile a Madrid ho corso la mia seconda mezza maratona dell’anno (dopo Napoli il 27 febbraio e la maratona di Siviglia il 20 dello stesso mese).
Che dire ho iniziato il 2022 con il botto!!
Non ho fatto il PB perché Madrid è una gara tecnica e poi perché mi sono preparata poco anzi per niente, ma è stata un’emozione unica dal primo all’ ultimo km .
Sveglia all’ alba; con gli altri amici Travel marathon, saliti sul bus ci dirigiamo verso la zona di partenza presso Paseo de la Castellana in prossimità della Plaza de Cibeles .
Consegna sacca con effetti personali; preparazione di rito riscaldamento e passa il tempo in un nano secondo..quasi non me ne accorgo
La carica è tanta accentuata da note musicali sempre più intense e forti!!
31 Mila partecipanti tanta roba che dire non avevo mai visto una fiumana di gente per una competizione podistica: podisti provenienti da ben 86 paesi ..d’altronde Madrid e una grande metropoli..e dopo l’era covid credo fosse tanto contesa e ambita .Si avvicina ad intervistarci “Telecinco” canale Televisivo spagnolo, probabilmente attratti dalla nostra maglia Italia..un augurio da parte loro a divertirvi durante la performance.
Un attimo di silenzio e lo sparo dà inizio ufficialmente alla 42 km; sono esattamente le ore 9:00!!
Prima che partiamo noi della mezza ce ne vuole a far smaltire 13 Mila maratoneti.

Al via si inizia a correre ..neanche duecento metri e sento già tirare i polpacci.
Ferny l‘amico spagnolo mi consola spiegandomi che è normale, considerato che Madrid si presenta con molti falsi piani ..il dislivello per tutta la gara è notevole. Un saliscendi continuo e tenere il passo a volte è stato faticoso per la miriade di gente che ti intralciava il cammino!
Km dopo km avanzo con leggerezza e serenità ..il polpaccio dx come sempre inizia un po’ a farsi sentire ..ma stavolta so come affrontare il tutto :”Keep Calm Zaipol” tieni il passo, non esagerare l’importante è finirla ..

Arrivo al traguardo con un finale mozzafiato nel verdissimo Parque del Retiro !!che dire ancora una volta 2:05:02 secondi..chiedimi se sono felice?
Quando la corsa è vita.. Si lo è, perché se il destino è stato crudele con me io non mi arrendo, ma lotto e continuerò a farlo per te ❤️
Grazie di cuore a Atletica Corriferrara e@Travelmarathon.it per non fare torto a nessuno oggi vi ho portato in gara con me
Graziella Stefania “Zaipol” Zappalà
MADRID 24/04 | PUNTI | KM | D+ | TEMPO | MEDIA | PARZ. | Bonus D+ |
MONTANARI ALESSIO | 907 | 21,097 | 300 | 01:47:36 | 05:06,0 | 892 | 15 |
ZAPPALA' GRAZIELLA | 858 | 21,097 | 300 | 02:05:02 | 05:55,6 | 843 | 15 |
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