Domenica alle 9.30 è andata in scena la seconda prova del trittico di
Trail organizzato dal “Tè bota team”. Prima di descrivere la solita gara,
salita, discesa, fango, neve, ecc... volevo iniziare l'articolo con un pensiero
che mi è balenato nella testa il 20 dicembre quando mi sono iscritto alla prima
gara del trittico: "Ma chi è quel fesso che paga venti eurini a botta,
quando se ti iscrivi subito a tutti e tre i trail paghi solo 50 €???"
Ecco, caro Marco, la risposta l'hai avuta sabato sera: "Magari una persona
coscienziosa che per paura di non poter partecipare ad uno dei tre preferisce
spendere 10 € in più". Dico questo perchè a 15 ore dalla partenza il mio
polpaccio aveva un'autonomia di circa 3 km (niente male per uno che il giorno
dopo deve farne 21 con 1000 m D+......); questo, nonostante avere saltato
Granarolo, avere fatto pochissime uscite con pochissimi km di allenamento,
avere fatto quattro sedute da Tocchio a massaggiare, tirare e premere quel
cavolo di polpaccio, o meglio, Soa, per usare un nome più scientifico...
Fatto stà, carico come una molla (per la prima volta mi sono
addormentato a letto, giusto per far capire la "fotta" che avevo...),
mi presento al via assieme all'ormai fulmine Mattia Zamagni e all'espertissimo
trail runner Davide Fabbri. "Oggi si prende paga!", penso, anche se
il primo obbiettivo è non perdersi nel bosco in preda ai crampi.
Via! Percorso purtroppo dimezzato, a causa della neve che ha fatto
cadere molti alberi bloccando i sentieri, pertanto da percorrere due volte per
ottenere i 21 km programmati. "Di male in peggio" penso, "se al
primo giro ci sarà fango, al secondo sarà un acquitrino". Mai una mia
previsione si rileva più azzeccata, il primo giro lo passo per metà
incoraggiato da Zamagni, che poi si “rompe” e mi dà via, e per metà canticchiando
il ritornello della canzone dei Negrita "TRA FANGO E NEVE, FANGO E NEVE
IMPAZZIRO'.." intramezzato da un "busso da panico" in discesa
anche se anche qui il mio genio ingegneristico mi fa pensare, "col cavolo
che al secondo giro ci ricasco!" peccato che nel frattempo vi fossero
passate sopra altre 200 persone pertanto il risultato è stato uguale se non più
spettacolare.....
Di riffa e di raffa, arrivo agli ultimi 2 km da fare su asfalto che
tanto duole ai miei muscoli malconci, tant’è che li percorro sulla banchina in
preda ai crampi alla coscia (ma non avevo male al polpaccio?), girandomi in
continuazione perchè vado più piano di un "umarel" in bici... E'
fatta! Nonostante tutti i pronostici giocassero a mio sfavore ho fatto 21 km! Grande
Tocchio! Non so come hai fatto ma mi hai permesso di fare almeno una figura
dignitosa a questo trail a cui nessuna persona sana di mente avrebbe
partecipato con un polpaccio nelle mie condizioni.
Arriviamo ai risultati Corriferrara: 1° Zamagni: discorso già fatto altre
volte, non lo prenderò mai più ma almeno ci facciamo sempre delle grasse risate
e poi prende sempre la macchina...; 2° Gianantoni: senza una gamba e senza cervello porta a
termine la gara a ridosso della 3° donna (Dio benedica chi ha inventato i
bacchetti!); 3° Fabbri: il buon Davide, a quanto pare alla prima e forse ultima
gara con i bacchetti (c'è chi li ama e c'è chi li odia), è rallentato da una
leggera contrattura nei primi km pertanto preferisce non strafare pensando agli
impegni futuri.
Comumque bella gara da ripetere senza dubbio, e appuntamento, almeno
per i tre "alfieri" che hanno partecipato domenica, a domenica 8
marzo con l'ultima prova!
Marco Gianantoni
CLASSIFICA
CASOLA VALSENIO km 21 D+1000 1° classificato 1h59'03" - 5'40/km |
||||
57° |
ZAMAGNI MATTIA
|
2h43'49" | 7'48"/km | 21+10+9 |
77° |
GIANANTONI MARCO
|
2h53'14" | 8'14"/km | 21+10+6 |
109° |
FABBRI DAVIDE
|
3h29'46" | 9'59"/km | 21+10+0 |
P.C.