Boa Vista Ultratrail 2025 — Dove il vento del deserto parla al cuore
Sull’isola di Boa Vista, la più sabbiosa dell’arcipelago di Capo Verde, il deserto non è soltanto un luogo: è una voce antica. Il 6 dicembre 2025 questa voce ha chiamato ancora una volta i corridori dell’Ultratrail, una delle gare più dure e affascinanti dell’Atlantico. Tre le distanze: 42, 75 e 150 chilometri. Tre modi diversi di attraversare il respiro caldo dell’Africa.
Tra quei passi che solcano dune e pietra vulcanica, c’era anche Laura Varolo, portacolori di Corriferrara, al suo terzo anno su queste terre di vento e miraggi.
La scelta dei 75 km: una distanza che ascolta
Quest’anno Laura ha scelto la 75 km. Una decisione maturata con la sincerità dell’anima di chi sa che nel deserto non si comanda, si tratta.
“Partivo da sola e di affrontare la notte avevo paura, quindi ho optato per la distanza intermedia.”
Non c’è vergogna nella prudenza, nelle corse d’Africa: c’è rispetto. Le dune, mute e infinite, non offrono appigli; la solitudine, qui, è più profonda che altrove. Eppure, lungo il percorso, la magia del Boa Vista Ultratrail si manifesta nei suoi incontri: corridori che diventano compagni, volontari che appaiono come miraggi benevoli.
“Tanti amici in gara trovati durante il percorso e ai ristori che ti davano tutta l’assistenza possibile, considerando il disagio della sabbia e del vento del deserto.”
Acqua: l’oro invisibile del Sahara atlantico
Chi corre qui impara subito la regola più importante: non dare nulla per scontato.
Il vento asciuga la pelle, la sabbia entra ovunque, il sole non concede tregua. La sete non avvisa: arriva di colpo, e può diventare giudice severo.
“Bisogna sempre bere… anche se non ne senti la necessità. Se tra un ristoro e l’altro non hai più acqua è davvero un grosso problema. C’è chi si ritira perché lo stomaco si chiude e non riesce più ad idratarsi.”
In quelle parole c’è tutta la precarietà del deserto, che richiede umiltà e ascolto.
Un passo dopo l’altro, Laura ha avanzato come si avanza nelle storie di sabbia: leggera quando il vento lo permette, tenace quando gli ostacoli si impongono.
Il traguardo alla luce del tramonto
Quest’anno l’arrivo è stato un regalo.
“Sono arrivata mezz’ora dopo il tramonto… quindi è tutto facile con la luce.”
Raramente l’oscurità concede tempo ai corridori: questa volta, Boa Vista ha tenuto la notte un passo indietro, lasciandole entrare al traguardo con il mondo ancora visibile. E non solo: i piedi integri, un dettaglio enorme per chi affronta chilometri tra sabbia e roccia.
“Quest’anno sono arrivata con i piedi integri… tanta roba.”
C’è orgoglio, ma anche gratitudine. Perché il deserto non regala nulla, ma sa, talvolta, restituire ciò che si è seminato negli anni.
Africa chiama, sempre
C’è un detto tra i viaggiatori: “Se vai in Africa, ci ritorni.”
Laura lo sa bene, e quest’anno ha scritto il terzo capitolo della sua storia capoverdiana.
“Si dice che se vai in Africa ci ritorni… questo è il terzo anno.”
E forse, mentre la sabbia conservava le sue ultime impronte della giornata, il vento già sussurrava il richiamo per la prossima volta. 



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