Valencia, città che corre: dove il calore diventa respiro e la strada si fa cuore
Maratona di Valencia – 7 dicembre 2025
Ci sono città che si attraversano, e città che invece ti attraversano loro.
Valencia appartiene alla seconda categoria: ti entra dentro, ti vibra addosso, ti prende per mano e ti chiede solo una cosa in cambio,di continuare a correre.
La Valencia Ciudad del Running, così chiamata non per moda ma per vocazione, il 7 dicembre 2025 ha accolto ancora una volta migliaia di podisti con la sua luce dorata, i suoi ponti moderni che sembrano slanciarsi verso il cielo, gli odori di mare e di agrumi che si mischiano all’asfalto ancora fresco del mattino.
E soprattutto con quel tifo.
Quel calore densissimo che qui non è semplice contorno: è carburante, è sostegno, è anima. Le strade vibrano come corde di chitarra echi di paella, fanfare improvvisate, mani che battono all’unisono. A Valencia la gente non applaude: abbraccia. E lo fa per 42 chilometri consecutivi.
In questa cornice di energia pura, Corriferrara ha colorato la sua presenza con due storie diverse, ma ugualmente luminose: quelle di Pierre Casole e Federico Oliani, ognuno impegnato nella propria danza con l’asfalto.
Federico Oliani – 03:17:37, Personal Best 
Una storia che sembra scritta da un narratore ironico e affettuoso, il tipo di racconto che parte tutto storto e poi si raddrizza all’ultimo, come una freccia tirata con troppa forza da un arco difettoso, e che invece trova miracolosamente il bersaglio.
Il suo commento, autentico e irresistibile, è già leggenda:
"The last dance. Se dovessero fare un manuale su cosa non fare prima della maratona questo sarebbe un caso perfetto! 3 mesi fa tramite un email dell organizzatore mi sono ricordato che mi ero iscritto a questa maratona un anno fa...e me ne ero completamente dimenticato...zero allenamento di corsa, zero preparazione, sovrappeso...piccolo dettaglio eravamo già a settembre! In tutta fretta: dieta, allenamenti e tutto incastrato alla perfezione per arrivare a pelo con gli ultimi lunghi! Incredibilmente è filato tutto liscio...quasi liscio... fino a 2 settimane prima della gara dove ovviamente dovevo pigliarmi un bel infortunio al polpaccio di destra! Per continuare al top la ragazza che mi ha ospitato in Spagna (perché ovviamente costava tutto troppo e gli alloggi erano fuori budget) ha deciso che farmi visitare il castello della sua città il giorno prima della gara con 16 Mila passi in salita fosse una grande idea! Così come farmi dormire un ora la notte prima! In tutto questo metteteci un 23 gradi di temperatura media e il fatto che abbia usato delle scarpe che non avevo mai usato prima neanche in allenamento... il risultato miracoloso è stato un arrivo con le gambe ancora perfette e il mio miglior tempo personale!
Valencia è magica...strade ricolme di gente per tutti i 42 km, rumore assordante ovunque, animazioni, applausi senza sosta ed un clima che ti spinge a correre anche nei momenti più difficili
Con un arrivo che ti toglie il fiato.
Qui dove ho corso per la prima volta la distanza regina ho deciso che fosse anche il posto migliore per correrla un ultima volta: Questa è la mia ultima maratona, non potevo sperare che in un finale migliore di questo."
Un personal best che sa di riscatto, di stupore, di quella magia che solo le città innamorate dei corridori sanno regalare.
Pierre Casole – 02:59:26, sotto le tre ore
E poi c’è lui, Pierre, che della corsa ha fatto un dialogo profondo, una sinfonia personale. Valencia l’ha ascoltata, e gli ha risposto a tono.
Anche il suo racconto è un mosaico di emozioni, sospiri trattenuti e brividi:
"BRIVIDO. Ieri ho corso la gara più bella della mia vita. Tre settimane fa non pensavo nemmeno di partire, tra vari acciacchi e una preparazione complicata: ho preso i biglietti solo il 21 novembre! E invece è andato tutto alla grande. Ho avuto i brividi dall’inizio alla fine: pubblico incredibile, organizzazione impeccabile, percorso velocissimo e meteo ideale , anche se un po’ caldo per i miei gusti.
Sapevo di essere leggermente in ritardo per scendere sotto le 3 ore, così negli ultimi 4 km ho dato tutto. Risultato: 2:59:26. Un sogno diventato realtà.
Questo risultato non è solo mio, lo devo a tutte le persone che sono entrate nella mia vita nell’ultimo anno : Massimo Corà, i miei allievi, il gruppo WorBas e ai ragazzi del rifugio Segantini! Non vedo l’ora di accompagnarvi nei vostri obiettivi per vivere la stessa cosa. Grazie a tutti!"
Quella barriera simbolica delle tre ore non è solo un numero: è un rito di passaggio. E Pierre l’ha attraversata con il cuore pieno.
Valencia: la linea d’arrivo che diventa promessa
Ogni maratona si conclude su un traguardo, ma solo alcune continuano a camminarti dentro anche dopo aver tolto il pettorale. Valencia è così: un’eco, una carezza, un ricordo che rimane acceso come le sue luci del porto al tramonto.
Là dove il blu dell’acqua incontra la modernità della Città delle Arti e delle Scienze, i podisti trovano una seconda pelle. E lì Pierre e Federico hanno scritto il loro capitolo, diverso, unico, irripetibile.
Valencia non è soltanto una gara.
È un arrivederci che sa già di ritorno, anche quando si dice che sarà l’ultima.
È una città che ti lascia andare solo per poterti riabbracciare meglio.
E, per chi era presente il 7 dicembre, una cosa è certa:





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