giovedì 18 settembre 2025

Riepilogo settimanale.

 

CORRIFERRARA WEEKLY – L’INCUBO DELLE DIECI CITTÀ

C’è un filo rosso che unisce dieci città lontane, dieci scenari diversi, dieci teatri di corsa e sudore. Questa settimana 33 atleti Corriferrara hanno varcato confini visibili e invisibili, consumando scarpe e sogni su strade, boschi e sentieri.

Il viaggio comincia a Porto Viro, con l’“Omaggio alla Serenissima”: 9,8 km sospesi tra acqua e malinconia. Poi Pinzolo, dove la Dolomitica Run (21,097 km) ha messo alla prova gambe e cuore contro il silenzio severo delle montagne.

A Chiuppano (VI), 12 km di Val Vaccara Trail hanno scavato nelle anime, mentre da Velo Veronese i corridori sono partiti verso l’abisso della Lessinia Legend Run: 28 km che sembrano eterni.

Le strade di Pincara (RO) hanno accolto gli 11 km della Camminata di Pincara, prima che la nebbia di Cesena inghiottisse la Maratona Alzheimer (21,097 km), corsa contro il tempo e contro l’oblio.

Oltre il mare, in Scozia, due prove a Braemar: la Half Marathon (21,097 km) e la Arhon Run (16 km), tra brughiere ventose e paesaggi da leggenda. Poi il ritorno in Italia, con i 5 km rapidi e nervosi del Circuito di Castel S. Pietro.

Infine, il confine si spezza: Lubiana (Slovenia) apre il sipario del suo Trail da 27 km, dove i corridori sono apparsi come spettri in movimento, divorando chilometri e dislivelli.

Il bilancio è un mosaico di fatica e gloria:

  • 565,455 km percorsi complessivamente

  • 7.651 metri di dislivello affrontati

  • 3 podi con secondi posti di categoria: Bigoni Patrizia, Grandi Denis, Callegari Paolo.

Così si chiude la settimana Corriferrara.
Non una semplice cronaca sportiva, ma un viaggio nell’incubo e nella gloria.
Perché correre, a volte, è come entrare in un fumetto di Dylan Dog:
paura, fatica… e un finale che aspetta sempre la prossima pagina.

mercoledì 17 settembre 2025

Lubiana Trail, in Slovenia per Corriferrara c'è Marco Gianantoni

 


Lubiana Trail 2025: la leggenda dei sentieri nella nebbia

Lubiana, 14 settembre 2025.
Nella capitale slovena, sospesa tra la quiete dei colli e l’eco delle mura antiche, si è corsa una gara che non è soltanto un trail, ma un rito iniziatico. Il Lubiana Trail, con la sua essenzialità spoglia e il suo fascino rude, ha accolto i corridori come fa la foresta: senza compromessi, senza concessioni, senza fronzoli.

Tra i protagonisti, anche Marco Gianantoni della Corriferrara, che al termine della sua avventura ha raccontato:

"Gara molto bella e dall'ottimo rapporto qualità prezzo. Lubiana è l'unica città d'Europa in cui puoi partire dal pieno centro e, dopo appena 500 m di asfalto, essere dentro un sentiero collinare. Certo l'organizzazione è molto "slava": nessun materiale obbligatorio, nessun controllo, pochissima gente sul percorso e pochi segnali/balise. Però forse è questo a renderla ancora più bella. Personalmente l'ho vissuta come un'avventura e mi sono divertito tantissimo."  

E così è stato: avventura pura. Solitudine e incertezza, nebbia e sentieri che sembravano dissolversi nel nulla. In quella “terra di nessuno” in cui Gianantoni si è ritrovato, troppo veloce per gli ultimi, troppo lento per i primi, la gara ha assunto i tratti di un viaggio interiore. 

"Un attimo sembravo primo, un attimo dopo ultimo, e a volte persino fuori strada. Mi sono trovato solo. Nella solita terra di nessuno di chi, come me, è troppo lento per stare con i primi ma è troppo veloce per gli ultimi. Un momento pensavo di essere ultimo, poi pensavo di essere primo, poi pensavo di essermi perso e di stare andando contromano. A condire il tutto ci ha poi pensato la nebbia presente sulle colline più alte. Comunque in un modo o nell'altro sono riuscito a tornare a casa, utilizzando tutti i metodi di orientamento che conoscendo ed arrivando perfino a pensare "finchè le macchine sono targate Lubiana...tutto bene". 

Il Lubiana Trail non regala certezze, ma regala incontri.

Ai bivi e ai trivi, dove le frecce mancavano e i dubbi si moltiplicavano, i concorrenti si fermavano, guardavano il bosco e cercavano insieme la via. Non importava la lingua, la bandiera, il passato: croati, serbi, sloveni, italiani, austriaci. In quei momenti, una balisa trovata era celebrata come una vittoria comune, un piccolo miracolo di fratellanza.

"Chiudo con una considerazione che ho fatto durante la corsa e che mi piacerebbe condividere. In questa gara i concorrenti si sono trovati in difficoltà per la scarsa tracciatura del percorso. Ogni tanto ci si trovava ad un bivio o addirittura ad un trivio fermi a cercare di capire dove andare. E quando si era in due o in tre, ci si aiutava indistintamente che la persona parlasse o meno la tua lingua e fosse croato, serbo, sloveno, italiano, austriaco...Queste nazioni nel passato per un motivo o per l'altro si sono fatte la guerra tra di loro. Durante la gara invece quando trovavamo una balisa festeggiavamo come se fossimo amici di vecchia data. Ultimamente si tende a dire: "non facciamo partecipare quella nazione agli eventi sportivi....è in guerra con quell'altra...". Secondo me invece niente unisce di più le persone di una passione comune da condividere assieme... State benone "

Così il Lubiana Trail rimane nella memoria come leggenda e parabola.
Non solo una corsa nei boschi, ma un richiamo antico: il passo dell’uomo che cerca la strada, il respiro che si confonde con la nebbia, il sorriso di chi, anche se venuto da popoli un tempo nemici, oggi corre accanto a te.

Perché nei sentieri che salgono dai vicoli di Lubiana alle sue colline misteriose, il trail non è soltanto sport. È vita, è avventura, è un ponte che unisce.

E come ogni leggenda slava, rimane sospesa tra il mito e la realtà, pronta a essere raccontata ancora. 








Collettivo Corriferrara

 

Domenica in Arcadia

Domenica 14 settembre, mentre altrove le strade si riempivano di gare e di podi da conquistare, circa ottanta atleti della Corriferrara hanno scelto di rimanere nella loro città, trasformandola in un palcoscenico di armonia. Non un gesto di rinuncia, ma di libertà: il desiderio di correre insieme, con leggerezza, per sentire la bellezza del gruppo e l’abbraccio dei luoghi familiari.

Le distanze erano diverse come le note di una melodia: c’era chi ha intrecciato 18 chilometri al ritmo del vento e chi ne ha raccolti appena 5, come fiori lungo il cammino. Ognuno ha offerto ciò che poteva, trasformando la fatica in canto, il passo in danza leggera.

Massimo, come un pastore antico, ha custodito i numeri, chilometro dopo chilometro, perché restino memoria nella classifica contachilometri. Ma il vero valore non era nei numeri: era negli sguardi, nelle parole scambiate durante la corsa, nel respiro che si accordava al respiro del compagno accanto.

Così, al termine, non c’era stanchezza ma gratitudine. Nessuno ha vinto, nessuno ha perso: tutti hanno trovato qualcosa. Perché questa domenica non è stata solo corsa, ma un piccolo ritorno ad Arcadia, dove l’andare insieme diventa poesia e la città stessa si fa paesaggio dell’anima. Un’altra domenica in cui la Corriferrara ha dimostrato che lo sport, quando è vissuto con leggerezza e passione, sa regalare più di una medaglia: sa costruire legami.



martedì 16 settembre 2025

Maratona Alzheimer

 

Cesena, 14 settembre 2025 – Quando la corsa diventa cuore

Il sole caldo di settembre, le strade di Cesena che si riempiono di passi, sorrisi, fatica e speranza. La Maratona Alzheimer anche quest’anno ha scritto una pagina speciale, trasformando una semplice competizione in una festa di comunità, un abbraccio collettivo per una causa che riguarda tutti.

La mezza maratona di 21,097 km è partita con energia e passione: circa mille atleti hanno affrontato il percorso non solo con lo spirito agonistico, ma soprattutto con la consapevolezza che ogni chilometro corso era un gesto di solidarietà. Le gambe hanno spinto, il cuore ha battuto forte, e il calore del pubblico ha reso più lieve anche la giornata, resa ancora più intensa dal sole cocente.

Tra i tanti, anche Stefano Ricci ha voluto condividere il suo entusiasmo:
“Bella Mezza in una bella giornata di sole… calda (molto calda)… allenamento in vista della Maratona di Ravenna… circa mille competitivi, organizzata molto bene, prima volta che andavo e mi è piaciuta, oltretutto con scopo benefico molto importante! Bravi 💪”

Ma non c’è stata solo la corsa degli adulti. Il pomeriggio del sabato, infatti, ha visto protagonisti i più piccoli, in gare pensate per far respirare anche ai bambini l’emozione dello sport e il valore della solidarietà. Piccoli atleti con occhi luminosi e passi veloci hanno colorato le strade, regalando sorrisi che resteranno impressi nel cuore di tutti. Anche la bimba di 8 anni di Ricci era lì, a vivere con orgoglio e gioia la sua  piccola grande corsa:
“Al sabato pomeriggio anche gare per i piccolini, alla quale ha partecipato anche la mia bimba di 8 anni! Tutto bello.”

La Maratona Alzheimer non è solo una gara: è un filo invisibile che lega generazioni diverse, è un invito a correre non solo per sé stessi, ma per chi lotta, per chi non può più correre, per chi ha bisogno che la memoria non venga mai dimenticata.

E così, tra sudore, sorrisi e applausi, Cesena ha vissuto una giornata che profuma di sport ma soprattutto di umanità. Una giornata che ci ricorda che ogni passo, piccolo o grande, ha un valore immenso quando è fatto insieme. Stefano Ricci











Lessinia legend run

 



Lessinia Legend Run 2025 – L’epopea di Corriferrara tra i giganti della montagna

Il 14 settembre 2025, i sentieri della Lessinia hanno accolto guerrieri della corsa provenienti da ogni dove. Velo Veronese, avvolto da nuvole basse e dal profumo di pioggia della notte, è diventato teatro di battaglie silenziose, fatte di fiato corto, passi affondati nel fango e sguardi fieri rivolti alle cime.

Tra questi atleti, il vessillo di Corriferrara è stato portato da Michele Tuffanelli e Marcello Gardin sulla distanza regina di 30 km e 1970 metri di dislivello, e da Lilia Agachi sui 20 km con 1030 metri di dislivello.

Le montagne hanno messo alla prova gambe e cuore, con salite che non perdonano e discese che infiammavano i quadricipiti, rese insidiose da quel velo di fango che la pioggia aveva lasciato come sigillo.

🔹 Il battesimo di Marcello Gardin
“Per me ieri è stato il battesimo nel mondo trail, un uomo di pianura in mezzo a gente di montagna – racconta Gardin –. Gara molto bella con salite super impegnative, rese ancora più divertenti dalla pioggia. Nonostante la Fatica con la F maiuscola, ne esco contento: ho portato a casa la medaglia e, soprattutto, ho vissuto un’esperienza fantastica.”
Un debutto epico, che profuma di conquista, di quel primo passo dentro un mondo fatto di roccia, silenzi e coraggio.

🔹 L’esperienza e la forza di Michele Tuffanelli
Con l’ironia che non manca mai ai guerrieri più navigati, Tuffanelli scherza: “Vero, il 14 ottobre c’era ben altra gara da fare, tipo il Tor 😂… ma andiamo per gradi e mi accontento del mio Monte Purga, messo lì alla fine dei 30 km. Dopo la terza/quarta volta sembra perfino una salita normale. La Lessinia è stupenda e la mia gara è andata meglio del previsto, nonostante un problema alla coscia. Ho chiuso con 45 minuti in meno rispetto al 2023: tanta roba. Ho tirato forte nelle tre vere salite e in discesa un po’ meglio del solito.”
Parole che testimoniano la forza di chi conosce la sofferenza ma sa trasformarla in vittoria personale.

🔹 L’eleganza di Lilia Agachi



Sui 20 km, con oltre mille metri di dislivello, Lilia Agachi ha affrontato la gara con determinazione e cuore, domando il percorso e conquistando la sua sfida tra i sentieri leggendari.


La leggenda scolpita nei monti

La Lessinia Legend Run non è stata solo una gara: è stata una prova di spirito e di resistenza, un incontro con la natura più aspra e maestosa. Ogni goccia di sudore è diventata storia, ogni passo un colpo di martello sul ferro incandescente della memoria.

Corriferrara ha inciso il proprio nome tra i sentieri della Lessinia, portando i suoi atleti a trasformare la fatica in leggenda.

Là, dove il vento sussurra tra gli alberi e le cime osservano silenziose, il 14 settembre resterà per sempre scritto: il giorno in cui tre atleti di pianura hanno conquistato le montagne.






lunedì 15 settembre 2025

13° Omaggio alla Serenissima

 

Omaggio alla Serenissima: Porto Viro tra acque, storia e corsa

Porto Viro, terra nata dall’abbraccio tra fiume e mare, ha visto il 14 settembre 2025 il compiersi di un rito che profuma di antiche epopee: la gara podistica “Omaggio alla Serenissima”, 9,8 chilometri sospesi tra mito e realtà, ultima tappa del circuito Il Gabbiano 2025.

Le strade, lambite dal respiro del Po, sembravano narrare da sole le storie dei barcari e dei mercanti che secoli fa solcavano le vie d’acqua, sotto lo sguardo vigile della Serenissima Repubblica. Si dice che, nelle notti più quiete, ancora oggi si possa udire un eco di remi e canti lontani, come se Venezia non avesse mai smesso di vegliare su queste rive. Correre qui diventa allora un viaggio, un omaggio al passato che vibra sotto i passi.

In questo scenario sospeso, la Corriferrara ha scolpito il proprio nome nella cronaca della giornata:

  • Denis Grandi

  • con passo sicuro e cuore ardente, ha conquistato il secondo posto di categoria, come un cavaliere che porta in dono la sua forza.

  • Rosanna Albertin,

  •  seconda  di categoria, ha mostrato la costanza luminosa di chi corre con l’anima, non solo con le gambe.

E come in ogni leggenda, anche l’intreccio umano ha avuto la sua parte magica. Angelo Visentin ha donato ritmo e sostegno alla moglie, sussurrando poi con orgoglio: «Pacer di mia moglie Ferrari Elisa, molto bene». E lei, Elisa Ferrari, ha risposto con semplicità e luce: «Con mio marito Angelo Visentin, bella gara».

Così Porto Viro ha chiuso il suo cerchio, mescolando sudore e maree, applausi e ricordi. Un ultimo volo del Gabbiano, a salutare una stagione di corse e leggende, sotto l’ombra immortale della Serenissima.











Dolomitica Run, una bellissima corsa in Val Rendena.

 

Dolomitica Run 2025: il canto delle Dolomiti e il respiro degli uomini

Ci sono luoghi che sembrano scritti dalla mano di un poeta antico, e corse che non sono semplici competizioni, ma riti di passaggio. La Dolomitica Run 2025, andata in scena domenica 14 settembre tra Pinzolo e Tione, è stata questo: un intreccio di natura, amicizia e leggenda.

La partenza da Pinzolo aveva il sapore dell’alba sulle cime: i monti, maestosi e immobili come custodi millenari, osservavano in silenzio l’onda di corridori che si preparava al viaggio. L’aria frizzante della Val Rendena, limpida e pura, portava con sé profumo di prati umidi e il canto dei torrenti. Mucche al pascolo, cavalli liberi e ciclisti di passaggio sembravano presenze mitiche, comparse benevole in un cammino che, più che una gara, era un inno alla vita.

Tra i protagonisti, i colori della Corriferrara, con ben sette atleti al via, affiancati da amici e compagni di altre società: Quadrilatero, Salcus e Putinati. Due macchine, due equipaggi misti, un solo spirito: quello dello sport che unisce, annulla distanze e crea ponti. In questo mosaico di voci e passi, il ritrovarsi con Elisa e Lorenzo ha avuto il calore di un abbraccio atteso: Elisa, in splendida forma, ha onorato il percorso con una gara determinata e di grande spessore.

Il viaggio verso Tione è stato una processione laica di fatica e meraviglia: chilometri che scivolavano come pagine di leggenda, sorrisi scambiati tra sconosciuti, applausi improvvisati, il paesaggio che accarezzava l’anima a ogni curva.

Poi l’arrivo: la pista di atletica di Tione trasformata in un piccolo stadio epico. Urla, applausi, musica, energia pura. Ma la scena che resterà scolpita nella memoria collettiva non è stata quella del vincitore, bensì quella dell’ultima atleta, Chiara, accolta come un’eroina: tifo scrosciante, note musicali e persino lo spumante, stappato in suo onore. In quel momento la Dolomitica Run ha mostrato il suo cuore più vero: lo sport che non celebra solo i primi, ma chiunque trovi il coraggio di tagliare un traguardo.

Come in ogni epopea montana, anche il ritorno ha avuto i suoi custodi gentili: l’autista della navetta che ha riportato gli atleti a Pinzolo con un sorriso, cercando di avvicinarli il più possibile alle loro auto, gesto semplice eppure prezioso.

E poi, il banchetto. In un ristorante locale, attorno a un tavolo colmo di cibo genuino, tra bicchieri che tintinnavano


e risate che si intrecciavano, si è chiusa la giornata. Non un epilogo, ma l’inizio di nuovi racconti da tramandare.

La Dolomitica Run 2025 non è stata solo una mezza maratona. È stata un canto intonato dalle Dolomiti stesse, una corsa che ha fatto vibrare le corde dell’anima. Un viaggio che rimane, vivo e incancellabile, nei cuori di chi c’era.

O come l’ha detto Gigi Medas:
«Ci sono corse che si fanno con le gambe, e altre che si vivono con l’anima. La Dolomitica Run appartiene a entrambe.»