martedì 4 novembre 2025

Nel collettivo del 26 ottobre raccolti 325€ per la Fondazione Sergio Cova



Ferrara — La corsa non è solo performance, cronometro e allenamenti. È anche comunità, condivisione e supporto reciproco. Lo hanno dimostrato ancora una volta gli atleti della Corriferrara ASD, trasformando il Collettivo del 26 ottobre 2025 in un gesto concreto di solidarietà verso chi convive con patologie respiratorie croniche.

Questa mattina, 3 novembre 2025, alla Corriferrara Home, è stata ufficialmente aperta la cassetta posizionata durante l’evento e destinata alla Fondazione Sergio Cova: un momento semplice, ma denso di significato.

✅ Il risultato: 325 euro raccolti

Una cifra che rappresenta la somma di tanti piccoli contributi spontanei, espressione di un gruppo sportivo che ha dimostrato di avere gambe forti e un cuore ancora più forte.

I fondi raccolti saranno destinati a sostenere progetti per migliorare la cura e la qualità della vita delle persone affette da problemi respiratori cronici: un aiuto concreto, nato da un gesto profondamente umano.



💬 Il grazie dell’organizzazione

Durante l’apertura della cassetta, Federico Bellini, promotore dell’iniziativa insieme alla società, ha voluto ringraziare tutti i partecipanti:

“È un risultato che ci riempie di gioia. Ancora una volta, la Corriferrara ha dimostrato di saper guardare oltre l’allenamento: le vostre gambe e il vostro cuore hanno fatto la differenza.”

Bellini ha voluto rivolgere anche un pensiero particolare a Massimo, per aver creduto fin da subito nell’idea e per la sua costante attenzione verso il valore sociale dello sport.


🏃‍♂️ Una corsa che unisce e fa respirare speranza

Questa iniziativa conferma la volontà di Corriferrara di essere non solo una società che allena atleti, ma una realtà che abbraccia la città e le sue esigenze, facendosi promotrice di progetti al servizio delle persone.

Perché quando si corre insieme, si va più lontano.


La Vallazza

 

🏺 La Vallazza: canto degli eroi di Molinella 🏺

Canto I – Dell’asciutto sterrato, delle sportine e della gloria Corriferrara
Molinella fu quel giorno, il 2 di novembre dell’anno duemilaventicinque, teatro di nobili fatiche e sudate glorie.
Sotto un sole d’autunno che pareva d’estate, quando la campagna emiliana s’accende di giallo e di rame, gli eroi Corriferrara calzarono le scarpe e si schierarono alla partenza della “La Vallazza”, gara di 13,5 chilometri tra erba, ghiaia e stradine d’asfalto.
Né pioggia né fango fermarono i prodi, perché la terra era asciutta e gentile, come il sorriso d’una dea benevola.


⚔️ Canto II – Delle gesta di Rosanna, la veloce tra le donne

E si levò come brezza sul campo la figura di Rosanna Albertin
che pur dicendo:

Gara affatto veloce (per i miei gusti), praticamente una campestre... nonostante ciò è andata molto bene!

corse con animo fiero e passo leggero, conquistando il 4° posto assoluto e fu la 1ª di categoria
E con lei le girls Corrife, le compagne d’arme, tornarono vittoriose, sportine al braccio e sorrisi d’oro.

Bella e divertente mattinata” disse Rosanna,
e tutto il popolo podistico ne cantò le lodi.


🏺 Canto III – Paola, signora della mortadella e delle vittorie

Poi fu la volta di Paola Pantaleoni, colei che domina i percorsi misti e gli animi festosi.
Anche per lei 1° posto di categoria,   e un bottino degno d’un’eroina: una mortadella da un chilo, simbolo di gloria e di banchetto post-bellico. Ella disse, col cuore lieto e lo sguardo grato:

La Vallazza km 13,500 tra sterrato, ghiaia e (poco) asfalto: non proprio una gara veloce ma un’altra bella prova.
Complimenti agli organizzatori… E la mortadella da 1 kg me la sono portata a casa assieme alle sportine!!

E gli dèi del ristoro sorrisero compiaciuti.


🌿 Canto IV – Dei valorosi Grandi e Medri, e delle curve del destino

Vennero poi Denis Grandi  e Alessandro Medri, guerrieri del passo costante, che combatterono tra curve e sterrati, giungendo entrambi 4° di categoria, a un soffio dal podio.

E Denis, uomo di natura e poesia, parlò così:

Percorso non molto veloce perché presenta diversi settori sterrati e in erba con tanti cambi di direzione, ma a me piace comunque tanto perché amo questi paesaggi e il contatto con la natura!

E la campagna di Molinella, udendo quelle parole, rispose frusciando le sue foglie dorate.


🌸 Canto V – Delle donne serene, Sara e Caterina

E non furono da meno Sara Melloni   e Caterina Maietti
che onorarono la corsa con grazia e tenacia: 

Sara 5ª di categoria  

Caterina 3ª di categoria

Sara, che un tempo aveva lottato col fango, finalmente trovò la pace dei sensi e dei piedi:

Per la prima volta sono riuscita ad apprezzare questo percorso, senza lottare per rimanere in piedi o per uscire dal fango.
Una gara ben organizzata e ben premiata, in una giornata che sembrava estiva
.”

E tutti annuirono, perché davvero il sole pareva benedire i Corriferrara.


🏆 Canto VI – Della gloria e delle sportine eterne 

Così si concluse la giornata eroica:
nessun cavallo, ma molte scarpe veloci;
nessuna spada, ma gambe e sorrisi affilati.
I Corriferrara tornarono al campo base, carichi di premi, sportine e storie da raccontare.
E mentre il sole calava dietro le campagne di Molinella, una voce si levò tra gli atleti, dicendo:

Che bella è la fatica, quando sa di natura, di amicizia… e di mortadella.”

E gli dèi del podismo, commossi, brindarono con sali minerali e applausi.


Così cantò la Vallazza, e così sia tramandato: che in ogni corsa ci sia un po’ di epopea, un po’ di ironia, e sempre una sportina felice alla fine.













lunedì 3 novembre 2025

Trail del cinghiale, Ion Coban, al suo rientro nelle gare 3° assoluto nella 100 km

 

🌿 Il Canto del Cinghiale

Palazzuolo sul Senio, 31 ottobre – 1 novembre 2025

C’è un silenzio particolare, prima che tutto cominci.
Un silenzio che non è assenza di suono, ma attesa: quella che precede i passi degli uomini e delle donne che scelgono di misurarsi con la montagna, non per sfidarla, ma per ascoltarla.
Così è stato a Palazzuolo sul Senio, dove il Trail del Cinghiale ha accolto i suoi protagonisti come un antico rito di fatica e di verità.

Il bosco, intriso d’autunno, si è fatto testimone delle imprese degli atleti Corriferrara, ciascuno immerso nel proprio cammino, cento, sessanta, quarantacinque, trentacinque, venti chilometri di terra, fango e cielo.
Non una corsa, ma una lenta conversazione con la natura e con sé stessi.


🏔 Ion Coban – il ritorno dell’eroe silenzioso 

Sulla 100 km ,un regno di 5720 metri di dislivello, è tornato Ion Coban, dopo mesi di lontananza e di ferite non ancora rimarginate.
Ha corso come si torna in un luogo amato: con cautela, con rispetto, con la consapevolezza che ogni passo è un dono.
Ed è così che, in questa lunga danza di salite e discese, Ion ha trovato la forza non solo di resistere, ma di rinascere: 3° posto assoluto, segno che il corpo si piega ma lo spirito no.

Le sue parole restano come una confessione onesta, quasi un piccolo poema di determinazione:

Dopo oltre tre mesi di lontananza da gare causa pubalgia (non ancora superata del tutto) e allenamenti mirati a mantenere un minimo la forma fisica finalmente si ritorna a gareggiare al Trail del Cinghiale. Gara fatta in passato ma sempre su distanze minori. Quest’anno ho deciso di provare la massima distanza anche se quando mi sono iscritto non immaginavo i problemi fisici (o per lo meno speravo che tutto andasse bene ma per chi fa Trail le sorprese sono sempre dietro l’angolo). Fino a due settimane dalla gara (ultima data utile per chiedere il trasferimento) ero ancora in dubbio se partire o chiedere il trasferimento alla prossima edizione dato che i problemi fisici non sono superati del tutto ma le sensazioni sono positive e l’infiammazione lentamente sta diminuendo di intensità. Alla fine ho deciso di partire e di valutare eventualmente durante la gara come avrebbe risposto il fisico sia per quanto riguarda l’infiammazione sia per la resistenza data la carenza di allenamenti lunghi. La partenza della gara è stata abbastanza tranquilla. Ho 10-15 concorrenti che mi precedono subito dopo la partenza e io che sto cercando di ascoltare i segnali che il corpo mi trasmette e di monitorare la situazione. In salita riesco ad andare abbastanza bene mentre in piano e in discesa spesso vengo superato da altri concorrenti in quanto non riesco ad allungare il passo. Attorno al 20 km l’infiammazione nella zona dell’inguine inizia a aumentare tanto che decido di rallentare ancora il passo. Per mia fortuna vedo che l’intensità del dolore risulta sopportabile e non aumenta di intensità tanto che decido di provare a spingere di più. Vero il 60° km raggiungo e supero in salita Samuele (che si trova in terza posizione e in questa fase di gara si trova in crisi ma per fortuna decide di ritornare sui suoi passi e starmi dietro) e insieme corriamo per il resto della gara e tagliamo il traguardo insieme. Per quanto riguarda la gara molto bella e ottima organizzazione come sempre. L’altra caratteristica che non manca quasi mai al Cinghiale è il fango a non finire. In certi tratti in discesa non si riusciva a stare in piedi, sia causa fango sia causa rocce lisce che sono come della lastre di ghiaccio.

Ion non parla come un vincitore, ma come chi è tornato da un viaggio dentro sé stesso, e ne porta indietro il dono della resilienza.


🌫 Elfrida Candelaresi – la costanza dei monti

Sulla 60 km (3560 metri di dislivello) ha corso Elfrida Candelaresi, discreta e forte come i silenzi del bosco che l’ha accolta.
Non servono molte parole per raccontarla: basta immaginare le ore che ha trascorso tra le nuvole basse e le foglie umide, con la montagna che sussurra al passo di chi non si arrende.


🌲 Michele Tuffanelli – la lacrima e la vetta  

Sulla 45 km (2610 metri di dislivello) si è mosso Michele Tuffanelli, uomo che corre con il cuore prima che con le gambe.
La sua voce è quella di chi ha attraversato la stanchezza e vi ha trovato la commozione, la gratitudine, la sorpresa:

Chissà se sarà veramente l'ultimo cinghiale, ma dopo la gara che ne è venuta fuori, non mi dispiacerebbe, quando arrivi emozionato e non riesci neanche a condividere la gioia con chi a casa (Letizia) ti segue con ansia e condivisione perché scappa la lacrimuccia, ma veniamo alla gara tutto perfetto, il meteo perfetto per correre, gestita alla perfezione perché così devo fare in una 45, divertito un sacco e poi quando ti accorgi di correre fianco a fianco con la prima donna, e che donna, una che ha vinto il Tor e seconda quest'anno, e ti fa' pure i complimenti all'arrivo, beh la soddisfazione è tanta... quindi dicevo sarà l'ultimo, credo proprio di no.

C’è in queste parole la verità del Trail: la fatica come rivelazione, la commozione come vittoria.


🍂 Marcello Gardin – l’uomo del fango e della luce   

35 km, 2020 metri di dislivello, e l’anima piena di stupore.
Marcello Gardin racconta con semplicità quello che tutti sentono ma pochi sanno dire:

Panorami spettacolari per una corsa all’insegna del fango e della fatica. Torno a casa con un’esperienza fantastica.”

È nella brevità di questo pensiero che si nasconde la profondità del viaggio: il corpo stanco, il cuore vasto.


🌤 Manuel Di Barbora – il respiro breve e felice

Sulla 20 km (1040 metri di dislivello) ha corso Manuel Di Barbora, leggero come un vento giovane tra i castagni.
Ogni passo breve è stato un piccolo atto di libertà, ogni salita un sorriso condiviso con la terra.


🌕 Epilogo – del Cinghiale e degli uomini

Alla fine, quando il cielo si è chiuso sulle creste e la luce ha cominciato a svanire tra le foglie, il Trail del Cinghiale è rimasto sospeso nell’aria come un respiro collettivo.
Non c’erano vincitori e vinti, ma solo uomini e donne che avevano camminato dentro la propria forza e dentro la propria fragilità.
E da qualche parte, tra il fango e le stelle, la montagna ha sorriso, come una madre antica che riconosce i suoi figli.














domenica 2 novembre 2025

Pozzonovo: 5^ camminata autunnale

 


5ª Camminata Autunnale – Il respiro della nebbia

“La nebbia agli irti colli...”

Comincia così il racconto di Franca Panagin : "La nebbia agli irti colli, come citava una famosa poesia del Carducci. Cosi ha accolto i numerosi podisti/camminatori Pozzonovo (PD) che nella prima domenica di novembre hanno partecipato alla corsa non competitiva , giunta alla quinta edizione. Questa volta però la nebbia è salita molto lentamente, ci ha accompagnato per tutto il percorso,18km abbondanti. Percorso misto sterrato reso pesante dalle piogge abbondanti dei giorni precedenti e dalla nebbia notturna, però la nebbia rende la corsa particolarmente suggestiva ,con lacrime di rugiada che scendono nel volto. Corsa bene organizzata, volontari e ristori lungo il percorso, e un abbondante ristoro finale con panino, pizza sempre calda, e in omaggio un sacchetto di mele offerte dal consorzio agrario di Pozzonovo."

Così, con voce d’antica memoria, pareva sussurrare l’alba sopra Pozzonovo, quando i podisti e i camminatori, come anime pellegrine d’autunno, si sono raccolti nel primo chiarore del giorno.

Era la quinta edizione della Camminata Autunnale, e la pianura padovana s’avvolgeva d’un manto lieve, di bianco silenzio e di rugiada.
La nebbia, lenta e materna, saliva dai fossi, si posava sui campi, si intrecciava ai rami nudi dei pioppi come un velo di malinconia.
Eppure non era tristezza , era poesia che scendeva sulle strade, sui volti, sui respiri.

Per Corriferrara, c’erano Franca Panagin e Ottorino Malfatto: due figure che il passo univa alla terra, alla nebbia, al tempo.
Diciotto chilometri di cammino, tra l’odore dell’erba bagnata e il silenzio che solo l’autunno conosce.
Il sentiero, misto e pesante, portava l’impronta delle piogge recenti, ma ogni fatica trovava sollievo nel respiro della campagna, nella voce gentile dei volontari, nei ristori che punteggiavano il percorso come oasi di bontà e sorriso.

E quando il cammino giunse al termine, Pozzonovo si fece festa.
Un panino caldo, una fetta di pizza fumante, un sacchetto di mele donato dal consorzio agrario, cose semplici, ma dal sapore schietto, antico, come il pane dei nonni, come il vino versato dopo la vendemmia.

Così finì la corsa, non con clamori né con trofei, ma con un sentimento di pace.
Nel velo della nebbia che ancora indugiava, sembrava che la natura stessa volesse benedire i passi degli uomini.

E allora sì, “la nebbia agli irti colli” non era più solo un verso di scuola,
ma il respiro vivo d’un mattino d’autunno, la voce segreta d’un cammino condiviso, la poesia che, senza volerlo, ogni podista scrive col proprio passo.






giovedì 30 ottobre 2025

Riepilogo settimanale e mensile dell'attività e punti che saranno assegnati.

 

Ottobre – Ballata del passo e del respiro

(Cronache poetiche dei Corriferrara)

C’è un odore d’acqua e di terra, in questo ottobre che scivola via come una marea.
Le scarpe battono il ritmo di un popolo in corsa, e ogni goccia di sudore racconta una storia.
Gli atleti e le atlete Corriferrara hanno attraversato le pianure, i colli, i ponti e le città; hanno parlato con il vento e con la pioggia, cercando nel passo la misura del proprio cuore.


Le strade della settimana – dieci voci, un solo respiro

Dalla nebbia bolognese di Calderara di Reno, dove si è corsa la XVI Maratonina di Calderara,
ai sorrisi di Cotignola, dieci chilometri tra l’odore dei campi e la promessa del traguardo.

A Sossano, nella Marcia del Gusto, il passo sa di colline e sapori,
mentre Venezia ha accolto i maratoneti nel suo abbraccio d’acqua: 42 chilometri tra ponti, canali e silenzi che parlano di eternità.

A Lodi, la Laus Half Marathon si è dissolta tra la nebbia del mattino;
a Giacciano con Baruchella, la Caminada par el Sguazo ha fatto danzare 18 chilometri di tradizione.
Poi Varese, dove il lago rifletteva il passo dei corridori nella City Run.
E ancora Borsea, dolce come le noci della sua passeggiata,
e Tisoi, nel cuore del Bellunese, dove il Goser Trail ha sfidato la montagna.

Infine Ferrara, la casa, il cerchio che si chiude: il Collettivo Corriferrara tra 8, 11, 15 e 18 chilometri di sorrisi e appartenenza.
E da Spilamberto, profumo di aceto e di fatica nella 10Mila Aceto Balsamico.

Su tutte queste strade, una luce ha brillato sul podio:
Laura Marcone, seconda di categoria nella Du Pas Par Calderara,
come una vela che resiste al vento, con eleganza e costanza.


Numeri che diventano onde

Sono 119 gli atleti che hanno portato il nome Corriferrara in viaggio.
10 le località visitate, 1.664,045 i chilometri percorsi,
e 4.000 metri di dislivello, come un lento respiro che sale e scende sulle colline del mese.


Ottobre intero – il respiro del popolo in corsa

E poi, guardando indietro, ottobre si apre come un atlante di passi:
35 località visitate, 4.805 chilometri percorsi,
340 atleti che hanno condiviso il viaggio,
e 35.644 metri di dislivello scalati, come un mare di onde solide.

Tre bandiere hanno attraversato i confini, portando il biancoblu di Ferrara oltre l’orizzonte:
Cardiff, Amsterdam, Lubiana, tre città, tre sogni d’asfalto e pioggia straniera.


Gli eroi del mese

Sui podi, i nomi diventano canto:

  • Albertin Rosanna, 2ª assoluta – il passo deciso, il cuore in avanti.

  • Panagin Franca, 1ª di categoria – luce che non vacilla.

  • Grandi Denis, 3° di categoria – tenacia che ride alla fatica.

  • Callegari Paolo, 2° di categoria – l’armonia del gesto.

  • Pantaleoni Paola, 3ª di categoria – il passo gentile che sa di costanza.

  • Rosignoli Chiara, 1ª di categoria – la corsa come libertà.

  • Marcone Laura, 2ª di categoria – ancora lei, il mare nel cuore.


Epifania d’autunno

Ottobre finisce, ma non la sua eco.
Ogni corsa è stata una ballata ,non di mare salato, ma di strade, fiato e sogni condivisi.
E se il vento adesso porta via le foglie, resta il suono del passo,
quello che non si ferma, quello che sa dove andare.

Corriferrara, popolo in corsa. Nelle gambe il viaggio, nel cuore la città.












mercoledì 29 ottobre 2025

15^ caminada par el sguazo

 

Allegria e passione alla 15ª “Caminada par el Sguazo” di Giacciano con Baruchella

Giacciano con Baruchella – Domenica 26 ottobre 2025 si è svolta la tanto attesa 15ª “Caminada par el Sguazo”, una manifestazione ormai storica che ha portato sorrisi, amicizia e un pizzico di sana fatica tra le strade e i sentieri del paese.

Nonostante l’aria frizzante d’autunno, l’atmosfera era calda e accogliente: famiglie, gruppi di amici, podisti esperti e camminatori occasionali si sono ritrovati con un unico obiettivo :godersi una mattinata all’insegna dello sport e della compagnia.

Il percorso di 18 chilometri ha regalato scorci suggestivi tra campi, argini e stradine immerse nella natura. Tra una chiacchierata e una risata, i partecipanti hanno affrontato la camminata con spirito leggero, senza l’assillo del cronometro ma con la voglia di stare insieme e di vivere un’esperienza genuina.

Come da tradizione, l’organizzazione impeccabile ha garantito ristori gustosi lungo il tragitto: tè caldo, dolci fatti in casa e l’immancabile sorriso dei volontari, veri protagonisti dietro le quinte dell’evento.

Al termine della camminata, il piazzale si è trasformato in una grande festa: applausi, foto ricordo e un meritato momento di ristoro per tutti. La “Caminada par el Sguazo” si conferma così un appuntamento che unisce sport, amicizia e tradizione, capace di coinvolgere tutta la comunità di Giacciano con Baruchella.

Appuntamento al prossimo anno, per un’altra camminata piena di energia, natura e buonumore!



La Maratona di Venezia 2025 – Quando l’anima corre sull’acqua.

 

Venezia, 26 ottobre 2025 : La corsa incontra la poesia

C’è una magia che solo Venezia sa donare. Le calli strette, i ponti che si specchiano sull’acqua, l’eco dei passi che rimbalzano tra le pietre antiche come un battito d’anima. In questa città sospesa tra mare e cielo, dove il tempo sembra fluire lento come la marea, si è corsa la Maratona di Venezia 2025: un inno alla fatica, alla bellezza e alla forza interiore.

Tra i protagonisti, sei portacolori della Corriferrara, che hanno intrecciato le proprie storie con il respiro della città lagunare.
Sulle acque che hanno visto passare secoli di mercanti e sognatori, Francesco Dellamorte, Massimiliano De Palma, Giulia Monesi e Giulia Migliori hanno danzato leggeri nella mezza maratona, lasciando che i loro passi diventassero parte del ritmo di Venezia: un ritmo antico e solenne, come un madrigale rinascimentale.

Ma il cuore della leggenda batte nella “gara regina”, la maratona, sogno e desiderio di ogni podista, tempio della volontà umana.
Su quel percorso che attraversa ponti, sfiora la laguna e infine si tuffa nel cuore di Piazza San Marco, Lorenzo Bocchi ed Elisa Benini hanno disegnato la loro impresa come pittori su tela viva.

Lorenzo ha chiuso la sua impresa con un tempo splendido: 3 ore, 29 minuti e 33 secondi. Un risultato che parla di dedizione, equilibrio e di un sogno coltivato con silenziosa costanza.

Ma la menzione più sentita va a Elisa Benini che ha fatto del coraggio la propria vela. Dopo soli trentacinque giorni dal suo ritorno alla corsa, ha affrontato i quarantadue chilometri e centonovantacinque metri della maratona come una moderna eroina. E con un tempo di 3 ore, 55 minuti e 31 secondi, ha oltrepassato il traguardo tra stupore e commozione, commentando con semplicità:

Dopo soli 35 giorni che ho ricominciato a correre, non so come ho fatto a finirla sotto le 4 ore... mah!

Dietro quelle parole, un mondo di forza, di cuore e di sogni che resistono. Perché a volte non serve capire come: basta lasciarsi trasportare dal vento, come le vele delle gondole che accarezzano il Canal Grande al tramonto.

Alla fine, l’importante è arrivare al gonfiabile, sentire il cuore traboccare di gioia e sapere che, in quella linea d’arrivo, non c’è solo una prestazione, ma un viaggio dell’anima, c'è il fondersi con l’applauso del pubblico e respirare l’aria salmastra che profuma di storia e vittoria.
E se poi, come accade a volte nei giorni speciali, arriva anche una prestazione inaspettata, allora la gioia si fa pura, cristallina, colma come la laguna al mattino.

Così, tra riflessi d’acqua e note di campane lontane, la Maratona di Venezia 2025 si chiude come un quadro del Rinascimento: un intreccio di fatica e bellezza, sudore e poesia.
E la Corriferrara, con i suoi sei atleti, ha lasciato il proprio segno dorato tra le ombre d’oro di una città che, da sempre, ama chi osa sognare.








“Diecimila dell’Aceto Balsamico”: l’esordio di Simone Casadio tra emozione e determinazione

 


Spilamberto (MO), 26 ottobre 2025 – C’è sempre una prima volta, e quella di Simone Casadio, portacolori della Corriferrara, resterà senza dubbio impressa nei suoi ricordi. La “Diecimila dell’Aceto Balsamico” è stata per lui molto più di una semplice gara: un battesimo sportivo, un’emozione intensa fatta di attesa, concentrazione e scoperta.

Dieci chilometri di impegno e passione su un tracciato tecnico, un circuito di due chilometri da percorrere cinque volte, ricco di curve e cambi di direzione. Una prova tutt’altro che semplice, soprattutto per chi si affacciava per la prima volta al mondo delle competizioni podistiche.

Mia prima gara podistica in assoluto – racconta Simone – a sensazione ho provato ad azzeccare alimentazione e riscaldamento. Il livello mi è sembrato altino, con molti runner molto concentrati e carichi prima della partenza.

Nonostante l’emozione e la naturale incertezza dell’esordio, Simone ha saputo gestire al meglio la gara, mantenendo un ritmo costante e crescendo giro dopo giro.
Sono partito tentando di essere costante. Ho finito in crescendo, migliorando di quaranta secondi il personale. Mi sa che ho ancora tanto da lavorare,” aggiunge , consapevole che ogni gara è un passo in più verso nuovi traguardi.

E in quelle parole, semplici e genuine, si percepisce tutto: la soddisfazione, la voglia di migliorare, la passione nascente per questo sport che insegna pazienza, sacrificio e gratitudine, l’entusiasmo autentico di chi ha appena scoperto la magia della corsa competitiva: la tensione della partenza, il rumore dei passi sullo stesso ritmo, il respiro che si fa corto, ma anche la gioia dell’arrivo, quel traguardo che segna molto più di una linea sull’asfalto.

La “Diecimila dell’Aceto Balsamico” ha così regalato a Simone il suo primo traguardo, ma anche una consapevolezza nuova: la corsa non è solo cronometro e classifica, è emozione pura, è mettersi in gioco, è trovare sé stessi passo dopo passo.

Benvenuto, Simone, nel mondo delle gare. Che questo sia solo il primo capitolo di una lunga, entusiasmante avventura. E se il buongiorno si vede dal mattino… il cammino del nostro esordiente promette davvero bene!