lunedì 30 aprile 2018

DUE ROCCHE: trail imprevisto ma spettacolare per Alessio

Chi mi conosce, sa la mia avversione alle salite.
Chi ha corso con me, sa che anche di fronte ad un semplice cavalcavia bestemmio come Buffon dopo un rigore contro al 93°.
Chi ha già letto alcune delle mie gesta, sa che affronto i trail con lo stesso sorriso genuino con cui Ryan Gosling interpreta ogni suo film...
E quindi, secondo voi, quando mi sono iscritto alla "2 Rocche" a Cornuda (Treviso) avevo controllato prima l'altimetria?? Ebbene no...
Mi trovo a percorrere una 21 km, ormai distanza usuale per me, ma con un dislivello di 1000 metri, ben ripartito su tutto il percorso... ovviamente per buona parte in trail!
Mi presento a Cornuda, ai piedi dei colli Asolani, in provincia di Treviso, in una mattinata meravigliosa di sole e cielo terso: percepisco le colline attorno a me, giustamente le temo, ma c'è un'energia sensazionale nel village, fra gli organizzatori ed i concorrenti.
Gli eroi dell'ultra-trail (48 km con D+2200) sono già partiti da circa un'ora quando mi preparo alla partenza, in un clima sempre più coinvolgente ed emozionante per i circa 1000 runners che prendono il via alla 21 km; a seguire la partenza della 14 km e dei percorsi più corti.
Inno di Mameli, perché comunque è sempre il 25 aprile e grazie all'impegno di tanti patrioti oggi possiamo correre in un paese libero: conto alla rovescia e via.. primi passi di corsa, fra due ali di gente che applaude. Sono teso ed emozionato, lo ammetto sinceramente: guardo spesso l'altimetria sul pettorale e so che dopo un paio di chilometri pianeggianti c'è subito la prima salita, la più dura di tutta la giornata; mi preoccupa anche il cancello orario (55 minuti) posto al km 6, alla fine della prima discesa.. la collina è dura da subito, la maggior parte dei concorrenti cammina da subito, ma la fortuna vuole che la strada della prima salita è piuttosto larga, anche quando si va sullo sterrato, e riesco a continuare a correre a basso ritmo, ma superando gli altri.
Finalmente in cima siamo al km 4 e c'è il primo ristoro: bevo come Fantozzi al Casinò col Duca Conte (in due ore Fantozzi ingurgitò quattro casse di acqua Bertier...) ma non mi fermo troppo per non rischiare col cancello orario; faccio la discesa senza rischiare troppo, e a dire il vero la prima discesa è bella pulita, senza fogliame, non si rischia di scivolare, non ci sono pietre nascoste sotto le foglie, ma solo qualche radice ben visibile: taglio i 6 km e il cancello orario in 48 minuti e neanche il tempo di rifiatare che si parte con la seconda salita, non intensa come la prima, ma ovviamente con già delle fatiche sulle gambe.
E' in questa fase che mi diverto maggiormente, supero diversi concorrenti e scopro di averne di più di tanti altri in salita, alternando fasi di corsa a camminata veloce.
Altro ristoro ai 14 km e da qui la corsa si complica: prima per l'ultima importante salita, molto complicata di per sé (in alcune parti la pendenza è tale che occorre aiutarsi aggrappandosi anche alle piante a bordo sentiero, o ai massi) ed anche perché la maggior parte dei partecipanti è ormai stremata. Si cammina, qualcuno fa anche qualche sosta aggiuntiva per riprendere fiato, ma in qualche modo si arriva in cima che siamo al km 16: in questa fase vengo superato dal primo e dal secondo della maratona (48 km!) che incito come se fossi semplicemente fra il pubblico! Dalla discesa in poi incrociamo le nostre strade con i camminatori ed i marciatori, che rende solamente un po' più complicato il procedere verso il traguardo: ultima leggera salitella (ma dopo 19 km si fa sentire anche questa!) e poi ultimi due km verso il traguardo tagliato in 3:07:16", dove gli speaker ed il pubblico mi applaudono e festeggiano come se fossi arrivato primo, e non a metà classifica abbondante!
Arrivo felice, nemmeno sfinito, ma con la stanchezza dei giusti, di chi sa di avere dato tutto quel che aveva: ma soprattutto divertito da una disciplina di corsa che prima non mi aveva mai attirato tanto, e che invece oggi mi ha dato belle emozioni.
Per la cronaca, 6500 iscritti determina un nuovo record di partecipazione per la Due Rocche, corsa organizzata in modo davvero impeccabile: bel percorso ben tracciato e, personale cortese e ben presente, organizzazione funzionante, energia incredibile. 
Vincono al maschile e al femminile due big del trail azzurro: Stefano Fantuz e Silvia Rampazzo sono i primi sul traguardo della 47^ edizione di uno dei più popolari eventi della stagione del podismo triveneto: Fantuz chiude i 21 chilometri trail, con 1.000 metri di dislivello in 1h42’43”; Lucio Fregona staccato di 3’13” ed infine terzo sul podio Nicola Giovanelli, a 3’57” dal vincitore.
In campo femminile Silvia Rampazzo centra la vittoria a soli tre giorni dall'ottima prova nella mezza maratona di Padova (quarto posto): giunta al traguardo in 1h50’24”, stacca di quasi venti minuti la seconda,Tiziana Scorzato 2h08’55”, e terza Vania Rizzà in 2h09’30”. 

Sulla distanza dei 48 chilometri (D+2300 mt) La Duerocche edizione 2018, ha visto la vittoria di Roberto Cassol, arrivato al traguardo in 4:10:05" e precedendo di 8'27" il gemello Italo, giunto secondo. Terzo posto per Francesco Rigordanza a 13’45” da Roberto Cassol.
Isabella Lucchini ha vinto invece la gara femminile con un crono di 5:06:33”, precedendo Kristel Mottin, seconda in 5:30:25” ed Elisabetta Luchese, in 5:37:24”.
Prova maschile dei 6 km vinta da Sofyan Goudadi, mentre al femminile ha vinto Isabel Zandonà. 
Eros Botter e Marjana Bedini hanno invece trionfato nelle rispettive categorie della gara sui 12 chilometri.
Alessio Montanari punti 21+10+0

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