Il Savonarola è una delle poche statue presenti a
Ferrara, da sempre una delle opere artistiche più famose della
città, e da alcuni anni pure uno dei simboli principali della nostra
Ferrara Marathon, essendo il punto di arrivo della nostra gara.
Dalla cattedrale, bastano pochi passi per arrivare
ai piedi del monumento, ma sono passi pesanti, passi tra il palazzo
del municipio e quello arcivescovile, come a dire …. il potere
politico da un lato e quello religioso dall'altro.
Il Palazzo municipale, da sempre sede dei governanti
la città, nel rinascimento fu la magnifica residenza degli Estensi,
ed in particolar modo delle dame Estensi, fino ad arrivare ai giorni
nostri, quale sede degli uffici del Sindaco e della sua giunta,
quindi da secoli cuore decisionale della città.
Palazzo Municipale |
Quello arcivescovile ha invece una storia più
recente.
Costruito tra il 1718 ed il 1720, per volontà del
Cardinale Tommaso Ruffo, Legato pontificio e Arcivescovo di Ferrara,
su disegno dell'architetto romano Tommaso Mattei, è una costruzione
di notevoli dimensioni anche se esternamente piuttosto anonimo, se
non fosse per il bellissimo portale marmoreo centrale.
Palazzo Arcivescovile |
Ma torniamo alla nostra statua.
Girolamo Maria Francesco Matteo Savonarola, nasce a
Ferrara il 21 settembre 1452. Famiglia di origine padovane, giunta a
Ferrara nel 1440 quando il nonno, Michele, arrivò a Ferrara per
ricoprire il ruolo di medico del Marchese Niccolò III d'Este.
La sua casa natale, ubicata nell'omonima via (di cui
abbiamo già parlato in una precedente puntata) è ancora oggi
presente a Ferrara e ricordata da una lapide.
Dal padre venne avviato agli studi medici ma ben
presto abbandonati per abbracciare quelli religiosi, entrando nel
convento di San Domenico a Bologna.
Da Bologna il ritorno a Ferrara per terminare gli
studi religiosi, per iniziare poi, un lento girovagare tra la
Toscana, Brescia, Genova, ma è con il suo ritorno a Firenze che la
sua figura comincia ad assumere un ruolo importante; prima come
Priore del convento di San Marco, poi come predicatore contro la Roma
papale dei Borgia, ed in tutta Firenze riesce a far proseliti ed a
coinvolgere la gente contro tutto ciò che era espressione della
mondanità della chiesa dell'epoca.
Chiaramente tutto questo non poteva continuare a
lungo, senza scatenare le reazioni della chiesa, tant'è che Papa
Alessandro VI intimò al nostro concittadino, di recarsi a Roma per
dare spiegazione dei propri comportamenti ed essere sottoposto al
giudizio della chiesa, e di astenersi, nel frattempo, a continuare
le sue prediche.
Ma il nostro Girolamo continuò per la sua strada,
per arrivare addirittura a progettare un concilio che gli facesse
giustizia ed arrivasse a deporre il pontefice.
Alla fine però, il buon Girolamo venne preso e
sottoposto a tre processi, mediante i quali venne scomunicato (1497)
e condannato a morte. Impiccato assieme a due confratelli, venne poi
arso in Piazza della Signoria a Firenze (23 maggio 1498).
Ferrara, per tanti anni si dimenticò di questo
illustre concittadino, ma quando, alla metà dell'800, le truppe
pontificie lasciarono la nostra città, ecco riemergere dall'oblio il
nostro frate.
Ferrara non visse l'occupazione pontificia come un
periodo roseo, così a sancirne la sconfitta, la nuova giunta
insediatasi in città, decise di costruire, proprio la statua del
personaggio ferrarese che più di altri lottò contro la prepotenza
papale.
Venne inaugurata nel 1875, e rappresentante il frate
sulla catasta di legna (dove verrà arso). Il Savonarola venne
raffigurato con le braccia alzate e l'espressione concitata, a
ricordo di una delle tante invettive tipiche del suo predicare.
Il Savonarola |
Una volta salutato il Girolamo, alcune righe per
ricordare un altro pezzo di storia, anche se molto più recente.
Proprio dall'altro lato della strada, dove in certe
ore della giornata il Savonarola trova il tempo di “specchiarsi”,
vi è, da alcuni mesi, un negozio di ottica molto “glamour” (che
gli ha dato anche il nome), ma in quel civico (Corso Martiri della
Libertà 53), per decenni, erano le penne, i quaderni, libri ed ancor
prima, inchiostri, calamai e tanto altro, che la facevano da padrone,
sto parlando della “Cartoleria Sociale”.
Vecchia sede della Cartoleria Sociale |
La cartoleria storica di Ferrara, da sempre era lei,
ti serviva un biglietto particolare? Un cartuccia per la tua
stilografica? Venendo qui, eri certo di ritornare con il tuo bottino.
La “Cartoleria Sociale” apre i battenti nel
lontano 1881 sotto il palazzo arcivescovile, dove vi rimane fino al
1908, quando trasloca sotto i portici di Corso Martiri, ma è nel
1927 che inizia la sua grande epopea, quando la famiglia Stocchetti
l'acquista e la trasferisce, finalmente al civico 53.
Il prode Antonio Stocchetti a partire da quel
momento inizia a regnare dietro il bancone per rimanervi fino a circa
una decina di anni fa, diventando un vero e proprio mago nel riparare
ogni tipo di stilografica.
Nel tempo il negozio non cambia la sua natura di
attività prettamente familiare, ad Antonio si unisce la figlia Anita
col marito Giorgio, ed alle penne, fogli, biglietti, l'attività si
arricchisce di una vasta gamma di ogni tipo di pubblicazione su ogni
cosa abbia a che fare con Ferrara.
Entrando per quella porta, era un po' come
immergersi nel passato......... il bancone e gli scaffali ancora in
legno, sempre pieni zeppi di “roba”, che, guardandoli, la prima
cosa che pensavi era : “ma come fanno a trovare sempre tutto in
mezzo a questo caos!”; ma la “chicca” era la cassa, una
“National” del 1889, che, una volta entrati in funzione i moderni
registratori fiscali, era rimasta in bella mostra come la vera
padrona di tutto il bancone.
Nel 2010, la cartoleria entrò nel ristretto numero
(solo 9) delle “Botteghe Storiche di Ferrara”, riconoscimento
dato dal comune al alcune delle attività più longeve e
caratteristiche della città, come la “Pizzeria Orsucci” o
“Borsalino”; alcune di queste ora non esistono più, come gli
storici “Magazzini Pesaro”, mentre la nostra “Sociale”,
grazie all'impegno dei sempre vispi Anita e Giorgio, nel settembre
del 2014, ha riaperto nella nuova sede di Piazza della Repubblica.
Augurandomi che queste attività, che mantengono un
sapore antico in mezzo a tanta modernità, abbiano un futuro più
roseo, vi saluto e …............. alla prossima.
Alessandro Polesinanti