Tabernulae Trail: quando le colline chiamano… e il fiasco risponde
Tavernelle Val di Pesa (FI), 14 dicembre 2025.
C’era aria frizzantina, di quella che ti pizzica il naso ma ti fa venir voglia di partire a razzo. E non solo per il clima: il Tabernulae Trail ha ufficialmente dato il via alla stagione più attesa dai trailer toscani, quella che Marco Benati ha battezzato senza troppi giri di parole:
“Inizia la campagna delle bevut… gare trail in Toscana, le migliori.”
E come dargli torto.
Venti chilometri e spiccioli… ma fatti col sorriso
La gara, 20,61 km per 679 metri di dislivello, è stata un bel riassunto di Toscana DOC: colline dolci ma non troppo, sentieri che scorrono veloci, strappi che ti ricordano che sei vivo e panorami che, se non fossi col cuore in gola, ti fermeresti a fotografare come un turista giapponese in gita premio.
Qui non c’è la montagna cattiva che ti guarda dall’alto in basso, ma un continuo saliscendi
che ti prende per le gambe e non le molla più. Un trail veloce, come ha detto Benati, di quelli dove se parti allegro rischi di pagare il conto più avanti… ma tanto, in Toscana, il conto prima o poi arriva sempre.
Tabernulae, tra storia, vino e qualche leggenda
Il nome Tabernulae non è buttato lì a caso: pare derivi da antiche stazioni di sosta romane lungo le vie che attraversavano la Val di Pesa. Insomma, già duemila anni fa qui ci si fermava a rifocillarsi. Cambiano i secoli, ma la tradizione regge: oggi al posto dei legionari ci sono i trailer infangati, e al posto del vino annacquato… be’, quello vero. 
E qualcuno giura che, nei boschi intorno a Tavernelle, si senta ancora lo spirito burlone di qualche oste medievale, pronto a farti inciampare su una radice se hai osato saltare il ristoro. Leggenda, eh… però guarda caso chi corre troppo e non si ferma mai, poi rallenta di colpo.
Trail sì, ma con filosofia
Il Tabernulae Trail non è solo una gara, è un manifesto: si corre forte, si suda, si stringono i denti… ma senza prendersi troppo sul serio. Qui il cronometro conta, certo, ma contano anche le risate prima e dopo, le pacche sulle spalle e quel senso di “oh, s’è fatto una bella cosa”.
In fondo, come dicono da queste parti, “un si corre mica solo per arrivare, ma per poté raccontare com’era”. E questa gara, di storie da raccontare, ne ha lasciate parecchie.
Appuntamento alla prossima collina. E ricordate: la stagione delle “bevut… gare” è appena iniziata. 🍷🏃♂️



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