Krojer Trail 2025: dove la montagna racconta, e l’uomo ascolta
L’8 dicembre 2025, mentre il sole invernale scivolava tra le creste innevate della Val d’Astico, Casotto di Pedamonte si è svegliata con un fremito antico. Pareva che le sue case di pietra, addossate come pecore al riparo dal vento, sapessero già che qualcosa si sarebbe mosso lungo i pendii: uomini e donne pronti a danzare sui sentieri del Krojer Trail, 11 chilometri e 800 metri di dislivello che hanno il sapore delle sfide semplici e autentiche, quelle che nascono dalla terra. Il nome stesso, “Krojer”, dalle vecchie storie del posto, si dice fosse il soprannome di un boscaiolo che conosceva ogni radice del bosco e ogni vena della montagna porta con sé un’eco di leggenda. Gli anziani della contrada dicono ancora che, quando il vento gira da nord, si può sentire il colpo del suo attrezzo risuonare fra gli abeti, come un invito a non smettere mai di salire. E di salite, questo trail ne aveva da regalare. I primi 5 o 6 chilometri erano un’unica tirata verso il cielo, una rampa che sembrava scolpita dagli spiriti alpini per mettere alla prova la volontà. Poi il bosco, fitto come un pensiero ostinato, dove i raggi di luce filtravano a fatica e ogni passo diventava un dialogo segreto tra atleta e terreno. Tra i tanti partecipanti che hanno assaporato questo viaggio, le parole di Michele Tuffanelli restano come una testimonianza viva, intrisa di sudore e poesia:
"Le prime mi incuriosiscono sempre, sono come le prime alla Scala: non sai mai cosa ti aspetta. Un po' me l'ero immaginato, una via di mezzo tra un trail e un vertical. Intanto il posto era super invitante: una bellissima borgata in mezzo ai monti, in una giornata di sole. Poi la partenza, con 5/6 km di sola salita. Dopo l’unico ristoro, 1 km in mezzo al bosco dove lo sguardo era solo in avanti, guardando solo i tuoi piedi. Quindi, visto che la matematica non è un’opinione, mi aspettavano 4 km di discesa folle dove i quadricipiti chiedevano pietà… ma per me è stato molto divertente. Organizzazione e pasta party perfetti, e accoglienza della contrada fantastica."
E così, tra respiri corti e panorami lunghi, tra scarpe che graffiavano pietre e mani che battevano il cinque agli amici sul traguardo, il Krojer Trail ha scritto un altro capitolo della sua giovane storia. Non una gara in senso stretto, ma una piccola festa della montagna, un modo per ritrovarsi tra chi la ama e la rispetta. A Casotto di Pedamonte, quel giorno, non si è corsa soltanto una non competitiva con classifica. Si è celebrato un patto antico: quello tra l’uomo e i suoi monti, dove ogni fatica è una preghiera, ogni sentiero una promessa, e ogni traguardo un ritorno.








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