Corriferrara Heroes: l’assemblea dei valorosi al Ristorante Ottocento
C’era un’aria da Corte di Versailles, ma con più carboidrati e decisamente più endorfine, quando i 250 atleti di Corriferrara hanno varcato le porte del Ristorante Ottocento di Ostellato. Una folla degna di una parata regale, ma armata non di sciabole, bensì di forchette ben appuntite e sogni sportivi già pronti per il nuovo anno.
La cena di fine anno podistico ha riunito corridori e ciclisti come un’unica, gloriosa brigata: un esercito che in gara indossa l'uniforme biancoblu, oggi si è unito nel celebrarsi e nel prendersi bonariamente in giro… come ogni vera famiglia dovrebbe fare.
Premi, giovani promesse e cavalieri su due ruote
Le premiazioni sono state il vero torneo della serata.
Tra gli applausi che rimbombavano come tamburi di battaglia, sono stati proclamati i giovani eroi:
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Miglior atleta Under 10: Valarini Leonardo, la cui energia farebbe invidia persino ai destrieri reali.
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Miglior atleta Under 15: Delli Gatti Marco, elegante come un giovane cadetto pronto all’accademia.
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Miglior atleta Under 18: Corà Alberto, che corre con la disciplina di un cavaliere e la spensieratezza di chi ha ancora il mondo ai piedi.
Per la legione dei ciclisti:
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Miglior ciclista da corsa: Fazzi Denis, che sul suo bolide sembra quasi volare.
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Miglior ciclista MTB: Fabbri Gino, che affronta i sentieri come un duellante affronta la polvere del campo.
E poi i podisti, tantissimi i premiati, per chilometri, prestazioni e fasce d’età: una lunga teoria di eroi in tenuta leggera, ciascuno con la propria storia da raccontare… e i propri acciacchi da condividere con orgoglio.
La maglia degli eroi: un’armatura moderna
Il presidente Massimo Corà, con la solennità di un generale e la grazia di chi sa quanto sudore c’è dietro ogni traguardo, consegnava la maglia speciale:
“Corriferrara Heroes”.
Un gesto che aveva il sapore antico dell’investitura: non un’armatura scintillante, ma un simbolo di responsabilità semplice e nobilissima, rispetto, fair play, impegno, gioia.
Il codice cavalleresco dei corridori, insomma.
Lo speaker e l’arte delle emozioni
A dominare la scena con ironia teatrale è stato Nicola Bianchi, speaker e abile “duellante di parole”.
Tra una portata e l’altra , inseguiva emozioni a caldo, strappava sorrisi, scioglieva timidezze e trasformava i racconti degli atleti in piccole avventure epiche.
E intorno, vino e birra scorrevano generosi, come nei banchetti degli eroi dopo una battaglia gloriosa.
Il sigillo finale
La torta, sfarzosa come solo una celebrazione sportiva sa essere, con candele scintillanti e il simbolo Corriferrara svettante come uno stendardo, ha sancito la fine della cerimonia.
Una dolce conclusione, un promemoria che sì, i vincitori cambiano ogni anno… ma ciò che rimane costante è il legame tra gli atleti.
Perché la vera forza di Corriferrara non è nelle gambe né nei polmoni, ma nel correre insieme.
Lady Oscar avrebbe detto:
Si può correre per vincere, si può correre per migliorarsi… ma la verità, rivelata in questa serata come in un colpo di scena di palazzo, è che i veri eroi non sono quelli che arrivano primi.
Sono quelli che arrivano insieme.

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