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giovedì 25 settembre 2025

Corriferrara: quando la tradizione corre verso il futuro

 

Corriferrara: il coraggio di cambiare restando sé stessi

Ci sono segni che non sono solo immagini: sono ricordi, battiti, respiri. Il nostro vecchio logo è stato questo, una radice salda che ha accompagnato ogni passo, ogni sorriso, ogni traguardo. È stato compagno silenzioso di infinite corse, custode della passione che ci ha fatto incontrare e riconoscere come parte di una stessa famiglia.

Ma chi corre conosce la verità del vento: fermarsi significa non andare più avanti. Correre è scegliere l’evoluzione, è accettare il cambiamento come linfa che rinnova, come energia che spinge oltre il limite.

Ed è così che nasce il nuovo logo di Corriferrara.



Un simbolo moderno, essenziale, forte. Non rinnega ciò che siamo stati, ma lo porta con sé, trasformandolo in un segno che parla di futuro. È il nostro sguardo rivolto oltre l’orizzonte, la volontà di raccontare con un linguaggio nuovo la stessa storia di sempre: la passione che ci unisce.

Forse ci vorrà un po’ di tempo per farlo nostro, per sentirlo scorrere dentro come il battito che ci accompagna ad ogni passo. Ma quando accadrà, sarà naturale riconoscerci in esso, come ci riconosciamo l’un l’altro ogni volta che ci incontriamo su una pista, su un sentiero, lungo una strada.

Perché in Corriferrara, la tradizione non è un freno, ma la radice che ci sostiene. E il futuro non è un salto nel vuoto, ma il sentiero che illumina i nostri sogni.

E così, passo dopo passo, tradizione 

e futuro corrono insieme.

Con noi. Dentro di noi. Sempre. E noi, con loro, continuiamo a scrivere una storia che non si ferma mai.





Riepilogo settimanale


Settimana podistica: il nostro piccolo Big Bang da 207,6 km

Immaginate Sheldon con la lavagna alla mano: “Ecco i dati, signori!”

  • 18 atleti schierati (numero altamente divisibile per tre, il che porta una certa soddisfazione simmetrica).

  • 8 località visitate, dal Veneto alla Puglia: praticamente un esperimento di teletrasporto, ma a suon di scarpe da corsa.

  • 207,6 km percorsi: sì, esattamente la distanza che servirebbe a Sheldon per calcolare quante volte Flash potrebbe correre attorno all’appartamento prima che Leonard si accorga di aver finito il latte.

  • 1.600 metri di dislivello, ovvero l’equivalente di scalare un Monte Everest… in scala per bambini Lego.

📊 Le gare (alias “luoghi della nostra espansione universale”):

  • Sant'Angelo di Gatteo – Barroccia – 5 km

  • Lugo (RA) – Sulle ali di Baracca – 10 km

  • Abano Terme (PD) – Golden Race – 7,5 km

  • Rivalta sul Mincio (MN) – La 10 del Mincio – 10 km

  • Udine – 25ª Maratonina Internazionale – 21,097 km

  • Romano d’Ezzelino (VI) – Sky degli Eroi – 23 / 6,5 km

  • Francavilla Fontana (BR) – 7ª Imperial Run – 10 km

  • Malo (VI) – Mezza dei 6 comuni – 21,097 km

Praticamente una mappa dell’Italia… fatta di vesciche ai piedi.

🏆 I podi (o meglio, le nostre “stelle brillanti”):

  • Paolo Callegari: 3° di categoria alla Barroccia e 3° di categoria a Sulle ali di Baracca. Due podi in una settimana: se fosse un videogioco, avrebbe già sbloccato l’“achievement multitasking”.

  • Franca Panagin: 3^ di categoria alla 10 del Mincio. Sheldon direbbe: “Statisticamente, i terzi posti sono la costante cosmica della settimana.”


In conclusione, il gruppo ha trasformato la sua energia cinetica in pura entropia podistica, conquistando chilometri, altimetrie e podi come se fossero episodi di una sit-com.



 

mercoledì 24 settembre 2025

In sla rota ad Po

 



In sla rota ad Po: quando la corsa incontra la memoria e il respiro del fiume

Occhiobello, 21 settembre 2025 
C’è un legame speciale, fatto di rispetto e familiarità, che unisce la gente di fiume al Po. Lo si è sentito forte oggi ad “In sla rota ad Po”, la corsa non competitiva che ha animato Occhiobello con tre percorsi – 7, 12 e 18 chilometri – pensati per accogliere passo lento e falcata veloce, camminatori e podisti esperti, accomunati dallo stesso desiderio: percorrere i sentieri che accompagnano il grande fiume.

La partenza, sotto un cielo tipicamente nebbioso in questo periodo, ha condotto i partecipanti lungo il Viale dei Nati, un corridoio verde che profuma di memoria e radici. Da lì, i passi hanno incontrato il Parco della Rotta, luogo di silenzi e di storia. Il momento più intenso è stato il passaggio accanto al cippo commemorativo del 1951, segno inciso nella terra e nel cuore di chi non ha mai dimenticato la piena che squarciò gli argini, sommergendo campagne e case e cambiando per sempre il volto di queste comunità. Correre lì non è stato solo sport, ma gesto di omaggio.

Il protagonista, però, resta sempre lui: il Po. Ad ogni curva, nei tratti più ampi e nei sentieri più intimi, il fiume si è mostrato con scorci affascinanti, luccicando al sole o riflettendo i primi colori autunnali. Una presenza costante, che accompagnava il respiro dei partecipanti come un vecchio compagno di viaggio.

“In sla rota ad Po” non è stata una semplice corsa: è stata una camminata dentro la storia, nella natura e nell’anima di chi vive sulle rive del fiume. Un giorno in cui la comunità ha ritrovato se stessa, tra fatica lieve, sorrisi e il senso profondo di appartenere a una terra segnata dall’acqua, forte abbastanza da trasformare anche il ricordo del dolore in nuova vita.





martedì 23 settembre 2025

Sulle ali di Baracca

 

                                                             Foto di Edmondo Parmiani

“Sulle ali di Baracca” 2025: 10 km tra memoria, fatica e orgoglio

Domenica 21 settembre 2025 Lugo si è svegliata all’alba con un fermento particolare: alle 9.30 ha preso il via la 44ª Corsa Podistica “Sulle Ali di Baracca”, 4° Memorial Andrea Menegon Tasselli, gara competitiva di 10 km con partenza dallo Stadio Comunale Ermes Muccinelli.


Un’aquila in pista: Baracca come ispirazione

Chi era Francesco Baracca? Nato a Lugo, eroe dell’aviazione italiana nella Prima Guerra Mondiale, decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare, asso dei cieli. Intitolare la corsa alle sue “ali” non è solo metafora: ogni passo è un omaggio al suo coraggio, al suo desiderio di superare il limite, come ogni pilota che sa affrontare vento, nubi, tempeste, eppure vola.

Un aneddoto: Baracca, il cavallo e la memoria che anima

Una storia poco nota: prima che volasse vero con gli aeroplani, Francesco Baracca era un bravo cavaliere. Si dice che fin da giovanissimo vincesse concorsi ippici. Quando passò all’aviazione, portò con sé quella disciplina: nel cielo, come nel maneggio, contava il controllo, il coraggio, la fiducia nei propri mezzi. E così, come Baracca domava il volo, oggi i podisti domano la distanza, la fatica, il respiro.

Corriferrara alla prova

Tra le società presenti, Corriferrara ha schierato tre atleti al via. In evidenza Paolo Callegari, che ha conquistato il 3° posto di categoria, portando la canotta bianco-azzurra sul podio in una gara combattuta e ricca di significato.

Momenti salienti e atmosfera

Il via è stato dato con la città ancora fresca, l’aria umida del mattino e i cuori carichi dell’aspettativa. Fra le strade cittadine, passando davanti al monumento a Francesco Baracca, attraversando piazze storiche e quartieri intrisi di memoria, i podisti hanno corso con uno sguardo verso l’orizzonte ma anche verso le proprie radici.

Significato e senso dell’evento

La corsa più che una semplice competizione è un rito civico per Lugo: un modo per unire sport, storia, identità. Baracca non è simbolo astratto ma presenza concreta nella vita della città. E Corriferrara  con la sua partecipazione, rinnova quel patto fra cammino/passo/presenza e memoria, fra affermazione personale e legame con le proprie radici.



lunedì 22 settembre 2025

Sky degli eroi

 

Sky degli Eroi 2025: emozioni di corsa tra memoria e montagna

Romano d’Ezzelino (VI), 21 settembre 2025 – Non è una gara qualsiasi la Sky degli Eroi. È una corsa che unisce sport e memoria, fatica e rispetto, sudore e storia. Quest’anno la partenza è stata da Romano d’Ezzelino, ai piedi del Monte Grappa, teatro della Grande Guerra e oggi luogo di silenzio e riflessione, meta di chi ama la montagna ma anche di chi non dimentica.

La prova competitiva si è snodata lungo 23 km con 1600 metri di dislivello positivo. Un tracciato che mette alla prova le gambe ma soprattutto il cuore, perché conduce i runner in alto, tra boschi e creste, fino al Sacrario di Cima Grappa, dove riposano migliaia di soldati caduti. Qui la corsa rallenta, il respiro cambia, non per la quota ma per il rispetto: non si corre, si osserva, si ascolta. Un silenzio che racconta più di mille parole, mentre lo sguardo si perde tra valli e orizzonti.

Tra i protagonisti di questa edizione anche Michele Tuffanelli, che al traguardo racconta così la sua esperienza:

«Bella è sempre bella ed emozionante. Quest’anno si parte da Romano d’Ezzelino, poi si sale per 12 km fino al Sacrario di Cima Grappa e lì, dove non si può correre giustamente per il rispetto di chi ha fatto l’Italia, ti devi solo guardare attorno per goderti il panorama. Poi una volta attraversato il sacrario giù per gli altri 12 km, in parte boschivo e in parte tecnico su ghiaioni. Ma il bello arriva a 2 km dall’arrivo, alla fine di un single track dove pensi di aver sbagliato: ti ritrovi ai piedi di un burrone e in realtà la traccia ti fa scendere da un canalone pieno di sassi, wild, estremo, ma che spettacolo! Terzo tempo e festa perfetti. Il mio risultato? Super contento, visto i 20 minuti in meno rispetto al 2024 👍⛰️🏃 Con me anche Letizia che si gode la giornata nella non scontata non competitiva di 6,5 km»

Ma la Sky degli Eroi non è solo fatica agonistica: accanto alla gara regina si è svolta anche la Family degli Eroi, la versione non competitiva di 6,5 km, pensata per chi desidera vivere la giornata in un clima più disteso, godendo dei paesaggi senza l’assillo del cronometro. A percorrerla con entusiasmo c’era anche Maria Letizia Milani, che ha scelto la via della condivisione e della festa.

Così, tra chi ha corso con il cuore e chi con il sorriso, la giornata si è trasformata in un abbraccio collettivo al Monte Grappa, unendo sportivi, famiglie e appassionati. Perché la Sky degli Eroi non è soltanto una competizione: è un rito che ogni anno ricorda quanto sia speciale correre su un terreno che è storia, memoria e natura allo stesso tempo.








Rivalta sul Mincio, Panagin Franca, 3^ di categoria

 


La “10 del Mincio” colora Rivalta di sport e tradizione

Domenica 21 settembre 2025 Rivalta sul Mincio, pittoresca frazione di Rodigo incastonata nel cuore del Parco del Mincio, ha accolto centinaia di podisti per la nuova edizione della “10 del Mincio”, gara podistica di 10 km ormai divenuta appuntamento fisso di fine estate.

Il percorso, veloce e suggestivo, si è snodato tra gli argini e le vie del borgo, regalando ai partecipanti scorci unici sulle acque del fiume e sulle Valli del Mincio, area naturalistica celebre per la ricca fauna e per i tramonti che tingono di rosso i canneti.

Rivalta sul Mincio: storia e suggestioni

Il borgo di Rivalta non è solo natura: qui le tradizioni popolari si intrecciano con leggende locali. Si racconta che nei meandri del fiume trovasse rifugio il drago Tarantasio, creatura mitologica che secondo i cronisti medievali infestava le paludi mantovane, alimentando timori e fantasie di intere generazioni. Oggi, al posto delle paure, il fiume regala solo silenzi e bellezza, rendendo la gara un’occasione anche per immergersi nella storia e nella cultura del territorio.

La gara

L’edizione 2025 ha visto un’ottima partecipazione di atleti provenienti da tutta la regione. Presenti anche i colori di Corriferrara, che hanno schierato quattro portacolori. Ottima prova per Franca Panagin


che si è distinta conquistando il 3° posto di categoria, confermando ancora una volta costanza e solidità nelle gare su strada.

A sottolineare la riuscita dell’evento sono le parole di Ottorino Malfattoche ha commentato:

«Come si dice, buona la prima. Domenica si è svolta a Rivalta sul Mincio la prima edizione de La 10 del Mincio, corsa competitiva su strada di 10 km. Partenza e arrivo lungo le Rive del Mincio. Il percorso si snoda interamente su ciclabile e strade chiuse al traffico con il giro di boa al paese di Grazie, nel piazzale antistante la famosa e bellissima cattedrale delle Grazie. Borghi della provincia di Mantova molto particolari, solo la location valeva la partecipazione. Buona partecipazione di runner, circa 400, provenienti soprattutto dalla Lombardia. Quale modo migliore per salutare l’arrivo dell’autunno con una bella corsa in compagnia di amici».

Conclusioni

La “10 del Mincio” si conferma una manifestazione che va oltre lo sport: una corsa che unisce atleti e appassionati, avvolti dalla cornice suggestiva del Parco del Mincio e dalle storie che da secoli abitano queste terre.












domenica 21 settembre 2025

25^ Maratonina Internazionale Città di Udine

 

Udine, tra storia e sport: la 25ª Maratonina Internazionale incanta la città

Il 21 settembre 2025 le strade di Udine si sono trasformate in un vivace nastro di entusiasmo e colori per la 25ª Maratonina Internazionale Città di Udine, sulla distanza classica dei 21,097 km. Un traguardo importante per una manifestazione che negli anni ha saputo unire lo sport all’anima più autentica del capoluogo friulano.

Udine, con le sue piazze eleganti e i palazzi che richiamano secoli di dominazioni e incontri culturali, ha accolto atleti e appassionati in una cornice che profuma di storia. Non è solo una gara: è un viaggio che parte dal cuore della città, toccando vie ricche di tradizioni e leggende. Si dice, ad esempio, che il colle del Castello sia stato innalzato dagli Unni, su ordine di Attila, affinché potesse ammirare l’incendio di Aquileia. Leggenda o mito, resta il fatto che correre sotto quello sguardo di pietra e memoria rende speciale ogni passo.

Per la squadra Corriferrara era presente Michela Guarise, che ha affrontato con determinazione la prova. Al termine ha raccontato:

“Gara ben organizzata, percorso non noioso che passa. Il sole e il caldo mi hanno messo un po’ in difficoltà ma quel che conta è portarla a casa!”

Il caldo settembrino, infatti, ha messo alla prova molti dei partecipanti, ma l’energia della città, il tifo del pubblico e la bellezza del tracciato hanno reso unica l’esperienza.

Questa 25ª edizione non è stata soltanto un evento sportivo, ma anche un’occasione per celebrare la forza di una comunità che vive la corsa come festa, tradizione e racconto. A Udine, ogni passo diventa incontro tra presente e passato: tra i racconti delle leggende antiche e la gioia di chi, come Michela, porta a casa la sua personale vittoria.






giovedì 18 settembre 2025

Riepilogo settimanale.

 

CORRIFERRARA WEEKLY – L’INCUBO DELLE DIECI CITTÀ

C’è un filo rosso che unisce dieci città lontane, dieci scenari diversi, dieci teatri di corsa e sudore. Questa settimana 33 atleti Corriferrara hanno varcato confini visibili e invisibili, consumando scarpe e sogni su strade, boschi e sentieri.

Il viaggio comincia a Porto Viro, con l’“Omaggio alla Serenissima”: 9,8 km sospesi tra acqua e malinconia. Poi Pinzolo, dove la Dolomitica Run (21,097 km) ha messo alla prova gambe e cuore contro il silenzio severo delle montagne.

A Chiuppano (VI), 12 km di Val Vaccara Trail hanno scavato nelle anime, mentre da Velo Veronese i corridori sono partiti verso l’abisso della Lessinia Legend Run: 28 km che sembrano eterni.

Le strade di Pincara (RO) hanno accolto gli 11 km della Camminata di Pincara, prima che la nebbia di Cesena inghiottisse la Maratona Alzheimer (21,097 km), corsa contro il tempo e contro l’oblio.

Oltre il mare, in Scozia, due prove a Braemar: la Half Marathon (21,097 km) e la Arhon Run (16 km), tra brughiere ventose e paesaggi da leggenda. Poi il ritorno in Italia, con i 5 km rapidi e nervosi del Circuito di Castel S. Pietro.

Infine, il confine si spezza: Lubiana (Slovenia) apre il sipario del suo Trail da 27 km, dove i corridori sono apparsi come spettri in movimento, divorando chilometri e dislivelli.

Il bilancio è un mosaico di fatica e gloria:

  • 565,455 km percorsi complessivamente

  • 7.651 metri di dislivello affrontati

  • 3 podi con secondi posti di categoria: Bigoni Patrizia, Grandi Denis, Callegari Paolo.

Così si chiude la settimana Corriferrara.
Non una semplice cronaca sportiva, ma un viaggio nell’incubo e nella gloria.
Perché correre, a volte, è come entrare in un fumetto di Dylan Dog:
paura, fatica… e un finale che aspetta sempre la prossima pagina.

mercoledì 17 settembre 2025

Lubiana Trail, in Slovenia per Corriferrara c'è Marco Gianantoni

 


Lubiana Trail 2025: la leggenda dei sentieri nella nebbia

Lubiana, 14 settembre 2025.
Nella capitale slovena, sospesa tra la quiete dei colli e l’eco delle mura antiche, si è corsa una gara che non è soltanto un trail, ma un rito iniziatico. Il Lubiana Trail, con la sua essenzialità spoglia e il suo fascino rude, ha accolto i corridori come fa la foresta: senza compromessi, senza concessioni, senza fronzoli.

Tra i protagonisti, anche Marco Gianantoni della Corriferrara, che al termine della sua avventura ha raccontato:

"Gara molto bella e dall'ottimo rapporto qualità prezzo. Lubiana è l'unica città d'Europa in cui puoi partire dal pieno centro e, dopo appena 500 m di asfalto, essere dentro un sentiero collinare. Certo l'organizzazione è molto "slava": nessun materiale obbligatorio, nessun controllo, pochissima gente sul percorso e pochi segnali/balise. Però forse è questo a renderla ancora più bella. Personalmente l'ho vissuta come un'avventura e mi sono divertito tantissimo."  

E così è stato: avventura pura. Solitudine e incertezza, nebbia e sentieri che sembravano dissolversi nel nulla. In quella “terra di nessuno” in cui Gianantoni si è ritrovato, troppo veloce per gli ultimi, troppo lento per i primi, la gara ha assunto i tratti di un viaggio interiore. 

"Un attimo sembravo primo, un attimo dopo ultimo, e a volte persino fuori strada. Mi sono trovato solo. Nella solita terra di nessuno di chi, come me, è troppo lento per stare con i primi ma è troppo veloce per gli ultimi. Un momento pensavo di essere ultimo, poi pensavo di essere primo, poi pensavo di essermi perso e di stare andando contromano. A condire il tutto ci ha poi pensato la nebbia presente sulle colline più alte. Comunque in un modo o nell'altro sono riuscito a tornare a casa, utilizzando tutti i metodi di orientamento che conoscendo ed arrivando perfino a pensare "finchè le macchine sono targate Lubiana...tutto bene". 

Il Lubiana Trail non regala certezze, ma regala incontri.

Ai bivi e ai trivi, dove le frecce mancavano e i dubbi si moltiplicavano, i concorrenti si fermavano, guardavano il bosco e cercavano insieme la via. Non importava la lingua, la bandiera, il passato: croati, serbi, sloveni, italiani, austriaci. In quei momenti, una balisa trovata era celebrata come una vittoria comune, un piccolo miracolo di fratellanza.

"Chiudo con una considerazione che ho fatto durante la corsa e che mi piacerebbe condividere. In questa gara i concorrenti si sono trovati in difficoltà per la scarsa tracciatura del percorso. Ogni tanto ci si trovava ad un bivio o addirittura ad un trivio fermi a cercare di capire dove andare. E quando si era in due o in tre, ci si aiutava indistintamente che la persona parlasse o meno la tua lingua e fosse croato, serbo, sloveno, italiano, austriaco...Queste nazioni nel passato per un motivo o per l'altro si sono fatte la guerra tra di loro. Durante la gara invece quando trovavamo una balisa festeggiavamo come se fossimo amici di vecchia data. Ultimamente si tende a dire: "non facciamo partecipare quella nazione agli eventi sportivi....è in guerra con quell'altra...". Secondo me invece niente unisce di più le persone di una passione comune da condividere assieme... State benone "

Così il Lubiana Trail rimane nella memoria come leggenda e parabola.
Non solo una corsa nei boschi, ma un richiamo antico: il passo dell’uomo che cerca la strada, il respiro che si confonde con la nebbia, il sorriso di chi, anche se venuto da popoli un tempo nemici, oggi corre accanto a te.

Perché nei sentieri che salgono dai vicoli di Lubiana alle sue colline misteriose, il trail non è soltanto sport. È vita, è avventura, è un ponte che unisce.

E come ogni leggenda slava, rimane sospesa tra il mito e la realtà, pronta a essere raccontata ancora. 








Collettivo Corriferrara

 

Domenica in Arcadia

Domenica 14 settembre, mentre altrove le strade si riempivano di gare e di podi da conquistare, circa ottanta atleti della Corriferrara hanno scelto di rimanere nella loro città, trasformandola in un palcoscenico di armonia. Non un gesto di rinuncia, ma di libertà: il desiderio di correre insieme, con leggerezza, per sentire la bellezza del gruppo e l’abbraccio dei luoghi familiari.

Le distanze erano diverse come le note di una melodia: c’era chi ha intrecciato 18 chilometri al ritmo del vento e chi ne ha raccolti appena 5, come fiori lungo il cammino. Ognuno ha offerto ciò che poteva, trasformando la fatica in canto, il passo in danza leggera.

Massimo, come un pastore antico, ha custodito i numeri, chilometro dopo chilometro, perché restino memoria nella classifica contachilometri. Ma il vero valore non era nei numeri: era negli sguardi, nelle parole scambiate durante la corsa, nel respiro che si accordava al respiro del compagno accanto.

Così, al termine, non c’era stanchezza ma gratitudine. Nessuno ha vinto, nessuno ha perso: tutti hanno trovato qualcosa. Perché questa domenica non è stata solo corsa, ma un piccolo ritorno ad Arcadia, dove l’andare insieme diventa poesia e la città stessa si fa paesaggio dell’anima. Un’altra domenica in cui la Corriferrara ha dimostrato che lo sport, quando è vissuto con leggerezza e passione, sa regalare più di una medaglia: sa costruire legami.



martedì 16 settembre 2025

Maratona Alzheimer

 

Cesena, 14 settembre 2025 – Quando la corsa diventa cuore

Il sole caldo di settembre, le strade di Cesena che si riempiono di passi, sorrisi, fatica e speranza. La Maratona Alzheimer anche quest’anno ha scritto una pagina speciale, trasformando una semplice competizione in una festa di comunità, un abbraccio collettivo per una causa che riguarda tutti.

La mezza maratona di 21,097 km è partita con energia e passione: circa mille atleti hanno affrontato il percorso non solo con lo spirito agonistico, ma soprattutto con la consapevolezza che ogni chilometro corso era un gesto di solidarietà. Le gambe hanno spinto, il cuore ha battuto forte, e il calore del pubblico ha reso più lieve anche la giornata, resa ancora più intensa dal sole cocente.

Tra i tanti, anche Stefano Ricci ha voluto condividere il suo entusiasmo:
“Bella Mezza in una bella giornata di sole… calda (molto calda)… allenamento in vista della Maratona di Ravenna… circa mille competitivi, organizzata molto bene, prima volta che andavo e mi è piaciuta, oltretutto con scopo benefico molto importante! Bravi 💪”

Ma non c’è stata solo la corsa degli adulti. Il pomeriggio del sabato, infatti, ha visto protagonisti i più piccoli, in gare pensate per far respirare anche ai bambini l’emozione dello sport e il valore della solidarietà. Piccoli atleti con occhi luminosi e passi veloci hanno colorato le strade, regalando sorrisi che resteranno impressi nel cuore di tutti. Anche la bimba di 8 anni di Ricci era lì, a vivere con orgoglio e gioia la sua  piccola grande corsa:
“Al sabato pomeriggio anche gare per i piccolini, alla quale ha partecipato anche la mia bimba di 8 anni! Tutto bello.”

La Maratona Alzheimer non è solo una gara: è un filo invisibile che lega generazioni diverse, è un invito a correre non solo per sé stessi, ma per chi lotta, per chi non può più correre, per chi ha bisogno che la memoria non venga mai dimenticata.

E così, tra sudore, sorrisi e applausi, Cesena ha vissuto una giornata che profuma di sport ma soprattutto di umanità. Una giornata che ci ricorda che ogni passo, piccolo o grande, ha un valore immenso quando è fatto insieme. Stefano Ricci











Lessinia legend run

 



Lessinia Legend Run 2025 – L’epopea di Corriferrara tra i giganti della montagna

Il 14 settembre 2025, i sentieri della Lessinia hanno accolto guerrieri della corsa provenienti da ogni dove. Velo Veronese, avvolto da nuvole basse e dal profumo di pioggia della notte, è diventato teatro di battaglie silenziose, fatte di fiato corto, passi affondati nel fango e sguardi fieri rivolti alle cime.

Tra questi atleti, il vessillo di Corriferrara è stato portato da Michele Tuffanelli e Marcello Gardin sulla distanza regina di 30 km e 1970 metri di dislivello, e da Lilia Agachi sui 20 km con 1030 metri di dislivello.

Le montagne hanno messo alla prova gambe e cuore, con salite che non perdonano e discese che infiammavano i quadricipiti, rese insidiose da quel velo di fango che la pioggia aveva lasciato come sigillo.

🔹 Il battesimo di Marcello Gardin
“Per me ieri è stato il battesimo nel mondo trail, un uomo di pianura in mezzo a gente di montagna – racconta Gardin –. Gara molto bella con salite super impegnative, rese ancora più divertenti dalla pioggia. Nonostante la Fatica con la F maiuscola, ne esco contento: ho portato a casa la medaglia e, soprattutto, ho vissuto un’esperienza fantastica.”
Un debutto epico, che profuma di conquista, di quel primo passo dentro un mondo fatto di roccia, silenzi e coraggio.

🔹 L’esperienza e la forza di Michele Tuffanelli
Con l’ironia che non manca mai ai guerrieri più navigati, Tuffanelli scherza: “Vero, il 14 ottobre c’era ben altra gara da fare, tipo il Tor 😂… ma andiamo per gradi e mi accontento del mio Monte Purga, messo lì alla fine dei 30 km. Dopo la terza/quarta volta sembra perfino una salita normale. La Lessinia è stupenda e la mia gara è andata meglio del previsto, nonostante un problema alla coscia. Ho chiuso con 45 minuti in meno rispetto al 2023: tanta roba. Ho tirato forte nelle tre vere salite e in discesa un po’ meglio del solito.”
Parole che testimoniano la forza di chi conosce la sofferenza ma sa trasformarla in vittoria personale.

🔹 L’eleganza di Lilia Agachi



Sui 20 km, con oltre mille metri di dislivello, Lilia Agachi ha affrontato la gara con determinazione e cuore, domando il percorso e conquistando la sua sfida tra i sentieri leggendari.


La leggenda scolpita nei monti

La Lessinia Legend Run non è stata solo una gara: è stata una prova di spirito e di resistenza, un incontro con la natura più aspra e maestosa. Ogni goccia di sudore è diventata storia, ogni passo un colpo di martello sul ferro incandescente della memoria.

Corriferrara ha inciso il proprio nome tra i sentieri della Lessinia, portando i suoi atleti a trasformare la fatica in leggenda.

Là, dove il vento sussurra tra gli alberi e le cime osservano silenziose, il 14 settembre resterà per sempre scritto: il giorno in cui tre atleti di pianura hanno conquistato le montagne.