martedì 22 ottobre 2024

Maratona di Parma: una prima da sogno per Sabina “Dream”aco

La Maratona è la distanza regina; è vero che oggi esistono tante altre distanze e l’offerta per i runner prevede anche distanze più lunghe: ultra-maratone e trail monumentali in montagna.

Tuttavia la maratona resta “la maratona” la gara che più di tutte mantiene connotati di mito e leggenda, con il suo fascino, mistero, e timore reverenziale che suscita.

Mentre una mezza maratona (o qualsiasi altra distanza fino ai 30 km) un podista amatoriale può pensare di affrontarla anche senza essere totalmente preparato ed allenato, la maratona incute un rispetto diverso, e non può essere improvvisata o presa alla leggera e sottogamba; tanti podisti ed atleti impiegano anni prima di cimentarsi in questa prova; tanti altri (ne conosciamo tuti almeno uno così) nemmeno hanno mai preso in considerazione la possibilità di intraprendere questo cammino ed affrontare questa distanza.

Ed ecco quindi spiegato in parte il titolo di questo articolo, perché ciò che ha fatto la nostra atleta Sabina Drimaco ha qualcosa di inspiegabile, al limite del sovrannaturale. 


Partiamo dalla premessa che Sabina corre da circa otto mesi, e come tutte deve lottare per ritagliarsi spazio per gli allenamenti, fra lavoro, figli e i tanti impegni della vita frenetica moderna. Tuttavia Sabina scopre presto di amare la sensazione che le regala la corsa, specie le lunghe distanze, ed in particolare i trail di lungo chilometraggio ed abbondante altimetria, che le permettono di pensare per ore ed ore mentre leggera corre su e giù per le montagne, ammirando di tanto in tanto paesaggi da cartolina.

Si rende anche conto fin da subito che le gambe reggono, resiste e riesce ad affrontare distanze proibitive senza avere mai quei piccoli crolli psicologici derivanti dallo sforzo estremo e dalla fatica, che a volte compromettono il risultato o persino la capacità di terminare la corsa; no… la testa tiene, il corpo é sano; é spinta dall’entusiasmo dell’inizio e la voglia di affrontare sempre esperienze nuove, che le permettono di completare distanze pazzesche, restando sui sentieri e mulattiere per infinite ore. La primavera e l’estate trascorrono così, con un trail ed una sky race praticamente a cadenza settimanale ed ogni weekend: la passione le regala regolarità, soddisfazione di qualche piazzamento a premio e nuove amicizie con le quali condividere lo sport all’aria aperta ed i viaggi verso le località di gara.

Poi arriva l’autunno e le gare in montagna si riducono drasticamente, le giornate si accorciano ed in alcune giornate il freddo comincia a farsi sentire intensamente; i pendii collinari sono sempre più impraticabili a causa della pioggia e del fango generato da queste condizioni climatiche… così Sabina decide che si può anche pensare di tornare a fare qualche gara su asfalto: in fondo sono passati poi solo pochi mesi dalle primissime gare alla 8 Comuni: ha solo allenato un po’ più la resistenza e la passione per la distanza.

Nasce da queste considerazioni l’idea di iscriversi a Parma ed inizialmente, con la giusta modestia e saggezza di chi affronta anche lo sport un gradino alla volta, decide di cimentarsi sulla distanza dei 32km, senza voli pindarici di buttarsi troppo frettolosamente su una distanza come la maratona che conosce poco, così come la corsa su strada in fondo.

Tuttavia nell’ultima settimana prima della gara qualcosa le frulla per la testa, una pazza idea; non si sa se una crescente consapevolezza dei propri mezzi o una condizione fisica e mentale crescente, ma comincia a considerare fattibile ciò che fino a poche settimane prima pensava irrealizzabile: correre la maratona.

Decide così di cambiare l’iscrizione, e dirottare le sue energie sulla gara regina, ma soltanto all’ultimo minuto, in modo da essere a ridosso della competizione e non poter più avere ripensamenti. Perche certo… un conto é sentirsi pronta a dar retta al proprio istinto; un’altro é ragionare razionalmente sull’impresa che hai deciso di intraprendere ed i rischi che comporta, pensando anche a quanti amici e conoscenti hanno provato questa distanza una o due sole volte, per poi abbandonarla per sempre a causa del suo impatto potenzialmente traumatico sul fisico e sulla psiche.

In ogni caso, la mattina della Parma Marathon é già qui, in un batter di ciglia si arriva al 20 ottobre, non c’è nemmeno più spazio per i ripensamenti o supplemento d’analisi; “ho fatto bene? / ho fatto male?” non servono più a nulla ora: fra i tanti e piccoli timori del pre-corsa si aggiunge quello di capire se la manifestazione si svolgerà, perché purtroppo le copiose piogge hanno mandato sotto’acqua metà Emilia Romagna.

Prepara minuziosamente e con l’entusiasmo della prima volta il vestiario ideale, antipioggia, i gel per integrare in gara, le scarpe migliori belle bianche candide… il carico di carboidrati della sera prima! Tutto procede per il meglio: la mente la lascia serena e tranquilla.. si convince che ce la può fare.

Si parte alle 6 da Ferrara nel buio del profondo autunno padano: con un autista di fiducia (e qualche maratona di esperienza alle spalle) si ripassano i dettagli della gara, senza lasciar nulla al caso ma mantenendo comunque quello stato di leggerezza mentale che aiuta ad avvicinarsi ad un grande evento senza stress o pressioni inutili. Si parla di gestione e di ritmo: confabulando, ottimisticamente pensa che un tempo fra le 4h15’ e le 4h30’ sarebbe già un risultato enorme, ma che ha le capacità per gestire il ritmo che serve per raggiungere quell’obiettivo. Perché l’ambizione é importante, certo… ma la prima maratona ti chiedi soprattutto “ce la farò a terminarla?”

Una volta a Parma si entra in un veloce turbine di emozioni: il cielo è plumbeo ma fortunatamente non piove, contrariamente alle previsioni meteo.

Rapido é il passaggio per ritirare il pettorale ed il pacco gara: la preparazione degli ultimi dettagli della vestizione, il volume della musica aumenta e lo speaker carica i runner prossimi alla partenza con frasi ad effetto e motivazionali; giusto il tempo di scaldarsi qualche centinaio di metri, mentre Sabina comincia lentamente ad entrare in uno stato di concentrazione superiore; il volto cambia espressione, gli occhi guardano la linea di partenza ma la mente visualizza già l’obiettivo e la finish line.

Le 9:15 arrivano in un baleno, e lo sparo dello starter libera i cavalli nel motore dei quasi cinquecento partecipanti alla gara; la gara da 32 e la 24 km partiranno in un secondo momento (ed accorciare per ragioni di ordine pubblico, dovuto al maltempo).

Sabina si trova lì sulla strada, in mezzo a tanti runner ma sola: “ognuno col suo viaggio, ognuno diverso” cantava quello nato a pochi chilometri da qui. Deve combattere fra l’entusiasmo del momento e l’intelligenza di gestire con parsimonia le proprie forze; fra lasciarsi trascinare dalla forza trascinante del gruppo ed amministrare le energie.. la voglia di raggiungere quelli poco più avanti e la consapevolezza della propria strategia di gara. Ma qui sta la mente forte e razionale, perché nonostante la carica dei primi chilometri e della prima esperienza, mantiene il proprio passo, ampiamente sotto ritmo, e conserva le forze per la parte inesplorata della gara; passaggio alla mezza maratona in 2 ore esatte: buono! Praticamente rispettata la tabella mentale che si era prefissata; ora manca “solo” metà gara e può essere di tutto: magari hai speso troppo e tocca rallentare, ma anche in quel caso, visto l’intertempo, sai che finirai più o meno verso le 4h15’/ 4h30” come avevi sognato. 

Oppure ne hai e a quel punto lasci andare tutto quel che hai conservato e progressivamente crescere la tua performance verso il gran finale.

E così sarà.. nella seconda parte di gara comincia a scendere attorno a ritmi di 5’20” al km, e poco a poco si trova a ridosso del gruppetto dei pacers delle 4h, superandolo in una inesorabile quanto costante progressione. Il clima però resta ideale, con un fresco che aiuta l’ossigenazione e non fa sudare troppo: tutti segnali che influiscono positivamente sulla mente del runner.

Bande, gruppi musicali e dj allietano qua e là il passaggio del serpentone di corridori 

Nella sua mente, a 30 km sente già di aver portato a casa la gara ma questo, anziché farla adagiare sugli allori, la carica sempre più ed aumenta persino il ritmo; qualche fase di fatica attorno ai 33 km per un lungo tratto in leggera salita e controvento, mentre qualche goccia di pioggia comincia a bagnarti il volto ma nasconde gli occhi che cominciano ad inumidirsi dall’emozione. Al 37.º km un po’ di stanchezza comincia ad affiorare sulle gambe, ma Sabina non si dà per vinta e anzi, implacabile sfrutta il lunghissimo rettilineo in leggera discesa per aumentare ancora il passo: quando realizza che potrebbe concludere sotto le 4 ore la sua prima maratona, le si accende una fiamma dentro e si butta a correre gli ultimi 5 km attorno ai 5’00” al km. Assolutamente incredibile! Si rientra nel centro storico di Parma, esce anche un pallido sole che scalda l’anima ed alimenta i pensieri positivi, combustibile per le ultime centinaia di metri! Aumenta il pubblico che la sospinge e la guida fino alla svolta per rientrare al Parco della Cittadella; a pochi chilometri dal traguardo i clienti ai tavoli di un bar ballano e trascinano Sabina in qualche passo di danza che le infondono ancora più energia positiva e le disegnano un sorriso sul volto.

É andata.

42 km. Mancano meno di 200 metri quando si immette nell’ultimo tratto all’interno del parco della Cittadella col tappeto rosso che la porta al traguardo!


Qui le emozioni diventano sovrastanti, il rumore della musica ovattato, i flash dei fotografi, i sorrisi delle persone e gli applausi delle due ali di pubblico sembrano al rallenty.. la strategia di gara non conta più niente, é il momento di pensare solo a se stessi, a quanto si é allenata per arrivare fin qui, all’orgoglio del proprio percorso, ai propri figli, a chi ti vuol bene; il battito del cuore diventa impetuoso e dominante: in precedenza Sabina sa di aver già terminato gare in montagna da oltre 60 km, ma qui é un’emozione diversa ed irripetibile, che merita anche di lasciarsi andare a qualche lacrima.

É la maratona. Ed è la sua prima maratona.

Traguardo.

Può spingere il tasto stop sul Garmin.

3 ore. 45 minuti. 28 secondi.

13.ª donna assoluta.

4.º di categoria SF40

Pazzesco. Si rende conto dell’assurdità del cronometro realizzato, sia dell‘impresa appena portata a termine, sia del potenziale che può avere preparando la stessa gara in condizioni perfette di allenamento, sonno, alimentazione e cura dei dettagli.

Ma ora é solo il momento della gioia, di godersi quella medaglia bellissima e grande, che ha un sapore diverso da tutte le altre. É il momento di lasciarsi andare all’emozione, agli abbracci ed alle foto ricordo di una giornata che resterà scolpita forse per sempre nella sua mente.

Mentre sorseggia una meritata birretta a fine gara, ripensa a questa mattinata come un sogno in cui è stata la protagonista; si dá un pizzicotto per esser sicura di non svegliarsi. Ma é tutto vero, non ha sognato nulla: le scappa un accenno di sorriso e si concede un “brava” rivolto a se stessa, pensando a tutto questo non come la fine di qualcosa, ma ad un nuovo e grande inizio.

Alessio Montanari

PARMA 20/10

PUNTI

KM

TEMPO

MEDIA

PARZ.

MONTANARI ALESSIO

935

30,000

02:16:05

04:32,2

935

SALERNO TEODOSIO

862

30,000

02:52:33

05:45,1

862

DRIMACO SABINA

899

42,195

03:45:28

05:20,6

899

 

La 32








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