Piuttosto
che descrivere lo svolgimento della Lavaredo, sarebbe utile
analizzare un fattore fondamentale che detta legge in tutti gli ultra
trail caratterizzati da un chilometraggio consistente ed una buona
tempistica.
Si
tratta del fattore climatico che, al di fuori dell’allenamento
fisico/mentale, può essere affrontato soltanto con l’esperienza
maturata in anni di frequentazione dell’ambiente di svolgimento
della gara.
Il
primo passo è dare un’occhiata al meteo locale senza tuttavia
darci troppo peso perché si tratta pur sempre di previsioni e non di
certezze.
Infatti
è possibile la formazione di cumulonembi nell’arco della giornata
e quindi la possibilita ti rovesci temporaleschi da non
sottovalutare.
Durante
questa manifestazione di corsa in natura in uno dei contesti più
belli del mondo, si è passati da temperature roventi a temperature
decisamente più fresche.
In
questo caso, i punti più caldi si trovano nel tratto sterrato che
conduce al ristoro di cimabanche, l’unico tratto noioso della gara,
ed in val travenanzes.
L’unico
rimedio soprattutto in val travenanzes che è anche il tratto chiave
della gara, è oltre a bagnarsi la testa nel torrente, partire da
malga Ra Stua con almeno 1L ( io ne avevo 1,5L ) di acqua.
Dunque
bere costantemente ad intervalli regolari e se possibile reintegrare
anche energeticamente, perché si sale pure, con barrette o chi
preferisce gel che però non utilizzo mai.
In
questa valle si trova solo un ristoro idrico, acqua e Sali a malga
travenanzes, quindi è meglio portare con se qualcosa da mangiare,
già testato in allenamento, per eventuali emergenze essendoci una
distanza di 20km di trail tra i due ristori solidi presenti ( Ra
Stua/Col Gallina).
Nel
tardo pomeriggio è poi arrivato un forte temporale a rinfrescare
l’atmosfera in gara.
In
questo caso diventa fondamentale il materiale obbligatorio dettato
dall’organizzazione, giacca e guanti, ma ancor di più il buon
senso maturato in anni di esperienza.
Io
ed altri siamo infatti rimasti al rifugio Giau per ben 30/40min ad
aspettare non che finisse la pioggia ed il freddo, ma che non
scendessero più fulmini dal cielo!
Coi
fulmini in montagna non si scherza e se c’è la possibilità di
proteggersi fermandosi in un rifugio, bisogna farlo perché un conto
è trovarsi nel mezzo di un temporale senza possibilità di scampo ed
un’ altro è andarsele a cercare.
Chiaramente
poi cambierà il fondo in cui si corre ed anche l’attenzione
impiegata.
Comunque
la Lavaredo è una gara perfettamente organizzata ed anche molto
bella quindi la consiglio a tutti coloro che vogliono provare una
grande esperienza in dolomiti su sentieri mai troppo tecnici.
Le
cifre di questa edizione:
65%
atleti stranieri;
56
nazioni;
1300
iscritti;
1200
partenti;
746
arrivati ( 67% );
io
ho concluso col tempo di 21:51:11 in 318 esima posizione assoluta e
287 esima posizione maschile.
LAVAREDO ULTRA TRAIL 119 KM 5850 MT D+
HERMANSEN DIDRIK 12.34'29" (6'20")
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318°
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PREGNOLATO DANIELE
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21.51'11"
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11'01" (+4'41")
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119+58
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