Porta Romana ieri |
Per questo quattordicesimo viaggio, voglio ritornare
in via Cisterna del Follo, manca ancora un edificio che merita di
essere menzionato, e da qui, proseguendo per via Savonarola, risalire
la città.
Dopo un caldissimo caffè che, vista la brina sul
prato, è benzina indispensabile per uscire da casa, inforco la mia
Bianchi e, munito dei necessari guanti e della mia Nikon, riprendo la
retta via per la mia meta.
Oltrepassato il Volano, per entrare in città, mi
dirigo per via Porta Romana, ma non prima d'aver riletto la storia,
l'origine, di questo importante (una volta) accesso di Ferrara.
Se mio nonno fosse ancora vicino a me, guardando
quel che resta oggi di questo passaggio, mi darebbe un'altra delle
sue perle di saggezza popolare: “ Guarda Alessandro, da luntàn na
piègura la par un can” (per i non ferraresi: “da lontano una
pecora sembra un cane”, cioè “a volte quello che sembra non è
quello che è).
Porta Romana oggi |
La storia di Porta Romana va letta di pari passo con
l'ormai dimentica Porta di San Giorgio, i cui resti, si trovano in un
passaggio del sottomura cittadino molto familiare ai podisti
ferraresi, e quest'ultima ha un passato importante, che di certo,
visto l’attuale stato in cui versa, nessuno direbbe.
Porta San Giorgio oggi |
Un tempo la strada di Porta Romana, corrispondeva al
tratto compreso tra Porta San Pietro e via XX Settembre, per
terminare nella Porta di San Giorgio, così chiamata perché si
apriva sull'omonimo borgo, col quale, dal 1682, era unita con uno
splendido ponte in mattoni.
Passati alcuni secoli, negli anni compresi tra il
1891 e 1894, a seguito della bonifica del Burana, viene abbattuto e
ricostruito in ferro, per poi ridursi in macerie con i bombardamenti
dell’ultimo conflitto mondiale.
Il ponte ancora oggi utilizzato, verrà costruito
nel 1946 ed abbellito con le quattro statue dei Santi Giorgio,
Maurelio, Filippo Neri e Rocco.
Vi sono alcuni eventi che meritano di essere
raccontati per testimoniare quello che fu il glorioso passato di
questo importante accesso alla città.
Le cronache dell'epoca ci dicono che il 3 luglio del
1473, entrò in Ferrara, Eleonora d'Aragona, figlia di Ferdinando I
re di Napoli, che giunse per sposare il Duca Ercole I d'Este; o
ancora, il 22 aprile 1543, quando Papa Paolo III Farnese,
accompagnato da venti cardinali, quaranta vescovi e ambasciatori, con
un seguito di sessanta carrozze e 1400 cavalli, entrò in Ferrara per
celebrare la festa di San Giorgio. Papa Clemente VIII, l’8 maggio
1598, accompagnato da 27 cardinali, quaranta tra patriarchi,
arcivescovi e vescovi a cavallo e tutta la corte pontificia, arrivò
a Ferrara, per visitare la cattedrale e prese alloggio nel castello
rimanendovi sei mesi e mezzo.
Porta San Giorgio ieri |
Dai gloriosi fasti del periodo estense, si arriva al
1914, quando la Porta di San Giorgio, viene chiusa ed interrata, per
realizzare una Barriera daziaria nell'attuale Porta Romana, in
seguito a sua volta demolita per far posto ad un distributore di
carburante.
Oggi di tutto questo rimane un mesto muro, coperto
in parte da un albero.
La Porta venne denominata “Romana”, perché
uscendo da Ferrara, questa era la strada per raggiungere l'antica via
Emilia, detta in passato “Strada Romana”, per arrivare in Romagna
e da qui Roma.
Lasciando le porte al loro attuale, triste, destino, riprendo la
mia strada.
Pedalata dopo pedalata, attraverso via Formignana e
nuovamente riprendo via Cisterna del Follo e come ogni buon ciclista
ferrarese, essendo in contromano, scendo dal mio mezzo e continuo
passeggiando.
Superato il Palazzo Diotisalvi Neroni, al civico n.
1, eccomi davanti ad una casa storica, importante, che ha dato i
natali ad uno dei personaggi più illustri della nostra Ferrara,
stiamo parlando di
Giorgio Bassani.
Casa natale di Giorgio Bassani |
n poche righe non è
possibile raccontare la vita di questo personaggio, perché non fu
solo un grande scrittore, ma fu anche giornalista, insegnante,
sceneggiatore, consigliere comunale a Ferrara, vicepresidente Rai,
presidente di “Italia Nostra”, insomma un personaggio poliedrico
che, non solo in vita, ma ancora oggi, a quasi quindici anni dalla
morte, avvenuta a Roma il 13 aprile 2000, continua a dare prestigio
alla nostra città, quindi, preferisco riportare in questa puntata
(anche perché entrerà ancora più volte nelle prossime) solo poche
parole della sua vita finché visse a Ferrara.
Giorgio Bassani nasce a Bologna il 4 marzo 1916, in
una famiglia dell'alta borghesia ebraica ferrarese, che solo
temporaneamente si era trasferita nella città felsinea.
La madre, Dora Minerbi, che insegna canto, ma solo
fino al matrimonio, è figlia di un primario dell'ospedale Sant'Anna
di Ferrara, Cesare Minerbi, e sarà proprio la professione del padre
che le permetterà di conoscere Enrico Bassani (il padre di Giorgio)
che sposerà nel 1915; Cesare Minerbi era infatti il medico della
famiglia Bassani.
Enrico, medico a sua volta, ma senza aver mai
esercitato la professione, proveniva da una famiglia di commercianti
di tessuti, oltre ad avere delle proprietà terriere in provincia, e
sarà proprio la gestione di queste terre la sua attività
principale.
Dopo le scuole obbligatorie, Giorgio Bassani
frequentò il Liceo Ariosto per poi iscriversi, una volta raggiunta
la maturità classica, alla facoltà di Lettere all'Università di
Bologna.
Nel 1935 pubblica sul quotidiano “Corriere
Padano”, il suo primo racconto e continuerà fino al 1937 quando, a
causa delle leggi razziali, sarà costretto a lasciare il giornale.
Si laurea nel 1939, ma, sempre a causa delle leggi
razziali, anziché insegnare nelle scuole statali, dovrà ripiegare
sulla scuola del ghetto ebraico di Ferrara.
Nel maggio del 1943, per la sua attività
antifascista, viene arrestato e condotto in carcere, per essere
liberato il 26 luglio.
Il successivo 4 agosto si sposa a Bologna, da qui si recherà a
Firenze e poi a Roma, che diventerà la sua città di residenza
definitiva.
Ma ritorniamo al periodo ferrarese, dei primi anni
'20.
Il Giorgio è un piccolo bambino che ha la fortuna
di essere nato in una famiglia agiata, che gli ha certamente permesso
di vivere un'infanzia serena, per poi diventare famoso decenni dopo,
anche al di fuori dei confini nazionali, ma se questa stessa famiglia
la potessimo trasportare ai giorni nostri, oltre al figlio anche il
padre Enrico sarebbe un personaggio molto noto (mentre oggi di Enrico
Bassani nessuno parla) almeno nella nostra città.
Siamo a cavallo degli anni 1921/22, quando ancora
l'Italia si lecca le ferite del primo conflitto mondiale, quando il
fascismo è ancora agli albori, quando a Ferrara il Palio è ancora
ai più sconosciuto, ma c'è una cosa che sta destando sempre più
interesse in città, che sta calamitando l'attenzione dei più
giovani e non solo, è la squadra di calcio, è la S.P.A.L.
Come riportato nella foto, gruppo
di tifosi spallini in trasferta verso Carpi, 18/04/20
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Dopo le prime presidenze del dott. Aminta Gulinati e
del rag. Antonio Santini, il nuovo Presidente del club è proprio
Enrico Bassani, padre di Giorgio, che rimase in carica fino al 1924.
Erano i tempi in cui la squadra giocava nel campo
sportivo di Piazza d'Armi (ora scomparso), dove i calciatori erano
prevalentemente italiani ed i pochi stranieri provenivano
principalmente dall'est Europa.
Come la Spal dei giorni nostri, anche quella di
Bassani non vinse nulla, ma di certo il calcio all'epoca era un'altra
cosa, però durante la sua presidenza, ci fu l'esplosione di un
ragazzo, da poco giunto dalla natia Bondeno, Abdon Sgarbi,
centrocampista dai “piedi buoni”, che esplose in maglia Spal,
tanto da essere ceduto da lì a pochi anni al Milan ed esordire in
nazionale il 28 aprile 1929.
Abdon Sgarbi – 111 presenze e
19 gol in maglia Spal
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Abdon Sgarbi – 62 presenze e 5
gol in maglia Milan
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Quella rimase la sua unica presenza, perché, una
malattia fulminante, una infezione tifoidea, lo colse nell'agosto
dello stesso anno.
Mamma mia come è volato il tempo, accidenti ai miei
pensieri, ed io che volevo anche incamminarmi anche per via
Savonarola.........sarà per una prossima puntata.